Arieccolo il nostro amico Claudio Gliottone del quale non capiamo proprio il perché nei suoi articoli si riferisce sovente a noi, umili “millantatori di professione”. Nell’ultimo suo del 04.12.23: “Questo luogo ha qualcosa di magico…! … a proposito dell’Incontro”, tra le altre, così si esprime: “Inizierò con una domanda “birichina” rivolta a te ed a loro: dal 27 ottobre del 1860, esattamente il giorno dopo l’evento, ad oggi, a giusti 163 anni e poco più di un mese di distanza, quante persone sono venute a Teano semplicemente per visitare il luogo dove quell’evento è accaduto? Diecimila? Mille? Cento? Credo sicuramente molto molto meno: si e no una cinquantina”. E, come da titolo, caro Claudio, consci dei tuoi tormenti e del tuo rammarico, a te, si proprio a te, esclamiamo: “Chi è causa del suo male pianga sé stesso”. In effetti, vedi, saprai bene come l’ignoranza possa essere bistrattata, ma come dice Birdman, ha dei pregi che l’intelligenza non concepisce nemmeno: “infatti, ignorando molte cose, si può vivere meglio”. Socrate ne era fermamente convinto: “il male è generato dall’ignoranza”. E, il solo fatto che tu continui a rimuginare, a tormentarti intorno ai mali di Teano, magari cercandone le cause in chissà quali alchimie amministrative, senza convincerti che “Gli uomini fanno la propria storia….” (Karl Marx), come pretendi di esortarci a “Volare alto”? E, sempre rifacendomi ai tuoi nobili sentimenti: “Mi vennero le lacrime agli occhi quando, osservando da lontano, da un belvedere sul lago di Garda, le spianate di San Martino e Solferino, me le immaginai purpuree del sangue di migliaia di giovani italiani caduti nella battaglia; mi si strinse il cuore quando visitai i Sacrari di Rovereto e di Redipuglia e le trincee scavate sul Monte Grappa: erano la testimonianza tangibile di generazioni sacrificatesi in guerra perché noi potessimo essere finalmente e per la prima volta nella storia, una Nazione libera ed autonoma” (tuo articolo del 11.12.23), saprai certamente che tra quelle “…generazioni sacrificatesi in guerra perché noi potessimo essere finalmente e per la prima volta nella storia, una Nazione libera ed autonoma”, non vi erano traditori di sorta, né dei propri ideali, né del proprio spirito di appartenenza ad un popolo (vedi Protocollo d’Intesa atto a “Valorizzare dei Luoghi ad Alta Importanza Storica per l’Unità d’Italia) ed ad una nazione. In caso contrario esisteva l’alto tradimento, con le inappellabili conseguenze che tu ben conosci. Ma, siccome, sai bene che, almeno il mio ed il tuo, è un dialogo tra sordi (e sai già questi ultimi chi sono), l’unica “consolazione” è quella che mi diceva mia nonna “chi capisce patisce….”. Ora, veniamo alla tua domanda principe: “…quante persone sono venute a Teano semplicemente per visitare il luogo dove quell’evento è accaduto? Diecimila? Mille? Cento? Credo sicuramente molto molto meno: si e no una cinquantina”. E, a domanda, ti rispondo ad altra domanda: “da quando fu eretto il monumento equestre in Largo Croci, da quando fu apposto il pannello maiolicato in Via Porta Napoli, da quando fu apposta la targa a ricordo del pernottamento di Re Vittorio Emanuele II nel Palazzo Caracciolo in Piazza Duomo, quante e quali Amministrazioni hanno saputo “cavalcare l’onda”, hanno saputo promozionare l’importanza storico-culturale della (C)ittà di Teano? Quanti parvenus della politica nostrana conoscono l’esistenza o il solo significato di marketing territoriale? Questo era l’intento e lo sforzo profuso (senza bisogno, peraltro, di fondi in bilancio) dai quei “quattro illusi” cittadini di Teano promotori di tali iniziative. E, sempre rifacendoci a te “….. abbassarsi a livello di discussioni, improduttive per tutti, sulla posizione geografica dei metri quadri sui quali sarebbe avvenuto “l’Incontro di Teano“ (tuo del 04.12.23), quelle iniziative volte al “nel bene e nel male, purché se ne parli” (Wave Marketing) erano dettate per dare un segno vitale storico-turistico alla Città di Teano. Tutto qui. Ma tanto, vista la “docta ignorantia” (Sant’Agostino), dobbiamo ammettere con somma sincerità che quei “quattro illusi” cittadini di Teano promotori di tali iniziative, alla stregua dei loro “degni (A)mministratori erano stracolmi di “docta ignorantia” rispetto alla “docta ignorantia” dei loro stessi “degni” (A)mministratori. E vissero felici e contenti al contrario di “chi capisce patisce….”. A proposito, caro Claudio, ma secondo te qualcuno ha “recepito”?
Pasquale Di Benedetto