Per formazione professionale, di evidente carattere scientifico, sono portato ad usare prevalentemente il ragionamento fisico ed empirico; perché tutta la natura è governata da leggi fisiche immodificate ed immodificabili e sempre prevedibili nei loro effetti. E sono le stesse leggi, della dinamica dei fluidi, della statica e della dinamica, che regolano, oltre che l’universo, il funzionamento del corpo umano. Di carattere prettamente umanistico sono, invece, le norme che regolano altre professioni, come la giurisprudenza, fondate soprattutto su “convenzioni” create dall’uomo per governare i propri rapporti sociali ed interpersonali; e per questo modificabili e soggette ad interpretazioni variabili . Premessa necessaria, questa, per esprimere valutazioni sulla imputazione del reato di “sequestro di persona” mossa dal Procuratore di Catania nei confronti dell’ex-ministro degli Interni Matteo Salvini. Premessa che vuole chiarire due cose essenziali: la prima, che non esprimo una posizione politica, la seconda, che certamente potrei sbagliare non possedendo cultura giuridica, ma ragionando a “lume di naso”, da cittadino generico medio. E quindi, collegata con essa, un invito agli esperti ed ai lettori, a correggerne, se del caso, le impostazioni. L’articolo 605 del Codice penale, descrivendo il reato, perseguibile d’ufficio, e le pene, recita: “Chiunque priva taluno della Libertà (mi piace scriverla con la lettera maiuscola, non prevista dal codice) personale è punito con la reclusione da sei a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso: … e qui segue l’elenco delle aggravanti”. E qui potrebbe iniziare una lunghissima disquisizione filosofica su che cosa debba intendersi per libertà personale; certamente da escludere la libertà di disattendere le leggi emanate da uno stato sovrano o quella di violare spazi o legittimi “modus vivendi” di altri individui, ai quali spettano le stesse libertà, perché queste terminano, dice un vecchissimo assunto liberale, dove cominciano quelle di un altro. Non mi risulta, da quanto appreso dalla stampa, che alcuno o tutti quelli presenti sulla nave Gregoretti, che chiedeva di attraccare, sia stato privato della libertà personale: semplicemente non è stata concessa loro la libertà di attraccare in maniera non prevista per gli sbarchi illegittimi su un dato territorio; non è stata loro tolta la libertà di girare la prua della nave ed andare altrove, cioè la libertà di muoversi, “conditio” principale per la configurazione del reato di “sequestro di persona”. La mia angoscia, a questo punto, ben al di là della vicenda Salvini, è: se domattina bussa alla mia porta il postino (il quale suona sempre due volte, come noto) per entrare e consegnarmi un pacco che io non ho ordinato e non desidero, ed io non gli apro, magari perché impegnato a cucinarmi delle sardine alla beccafico, ho compiuto un “sequestro di persona”? Gradirei una risposta da qualche esperto, possibilmente non politicizzato, e lo ringrazio sin d’ora. Mi fa invece piacere che sia andata a buon fine la rappresentazione del Presepe Vivente nel teatro romano, nonostante la preoccupazione nata in qualcuno per la conservazione dello stato dei luoghi e dei reperti. Tale preoccupazione può anche essere legittima, e rivolta a mettere in atto tutto quanto possa servire al non deterioramento dei siti e del patrimonio archeologico, ma è pur vero che, possedendo noi un bene fruibile non solo nella osservazione e nella visita guidata, lo si sfrutti in modo artistico esponendolo anche diversamente, al godimento nostro e di altre genti: le due cose possono non essere contrastanti e, sapendole fare con cura ed attenzione, potrebbero addirittura essere complementari l’una dell’altra con potenziamento della conoscenza e della frequenza di quel luogo. Arrivederci al prossimo anno, che tutti, come al solito, si augurano migliore di quello trascorso: a noi basta che non sia peggiore. Ed è già tanto!
Claudio Gliottone