A parte le notizie che hanno riguardato più la parte diciamo coreografica e formale, relative all’insediamento del nuovo consiglio comunale e Giunta, l’argomento che ha fatto più discutere e che ha creato non poche polemiche, è stata la decisione del Sindaco Di Benedetto di non rinnovare i decreti dirigenziali ad alcuni dipendenti comunali.
In altri tempi sarebbe stato considerato un atto dovuto. Il nuovo sindaco vuole rendersi conto della struttura, del suo funzionamento, della qualità e quantità di risorse di cui può disporre per realizzare il programma che aveva promesso ai propri elettori. Potrebbe, e ne ha tutta la facoltà, procedere a modifiche organizzative tali da comportare un effettivo mutamento di mansioni e dunque di responsabilità. E allora la polemica dove sta?
Sta che su FB alcuni frequentatori hanno espresso e neanche velatamente,la totale approvazione per questa decisione perché vedono in essa i sintomi di un cambio di rotta, un segnale forte per dire che sono finiti i tempi in cui il potere esecutivo esercitava un certo potere di indirizzo ma raramente quello di controllo. Addirittura si ipotizza che i dipendenti in questione “per tutta risposta sostengono ( ma in realtà si rifiutano) di svolgere le funzioni inerenti il loro ufficio…………ma la mancata conferma di un decreto dirigenziale significa solo che gli stessi non possono emettere atti aventi rilevanza esterna, non che non devono lavorare!!!!!!”. Questo si legge in un post sottoscritto da un noto professionista locale.
In un altro articolo da noi pubblicato appena qualche giorno fa a firma “Neverland”, oltre a confermare la mancata firma dei decreti dirigenziali da parte del sindaco, si è ritornati sulla vecchia e mai chiarita vicenda dell’attribuzione ai dirigenti comunali dell’elemento di merito relativo all’anno 2011 in cui tutti risultavano aver raggiunto il massimo del premio e dunque il massimo dell’importo assegnabile. Forse qui sarebbe il caso di rivedere sia i criteri di nomina dell’organismo che non deve necessariamente essere monocratico e sia la individuazione di veri obiettivi il cui raggiungimento darebbe diritto all’attribuzione dell’ulteriore elemento retributivo.
Questa vicenda fece molto scalpore e rimise in discussione la validità e l’affidabilità della valutazione dell’organismo di valutazione comunale in quanto, la gente si chiedeva e si chiede, come sia possibile che i dirigenti vengano valutati con il massimo del punteggio di merito mentre la cittadinanza si trova a dover registrare ogni giorno inefficienze in ogni settore della vita pubblica.
Il periodo delle vacche grasse è finito, oggi siamo nella fase di gestione della miseria e allora occorre aguzzare l’ingegno (da parte degli amministratori) e dare fondo a tutte le energie disponibili ( da parte di chi è responsabile della gestione) e se tra questi ultimi ci dovesse essere qualcuno non convinto di questa necessità, se è ancora giovane, potrebbe anche immaginare di cambiare mestiere, ente o città.
Antonio Guttoriello