Molti mesi fa, conversando con amici in uno di quei colloqui inutili e retorici fatti per strada o in un bar, si parlava della difficoltà di ricercare persone disposte a mostrare la faccia in una competizione politica come le amministrative. Mi veniva fatto notare, anche con argomentazioni devo dire apparentemente convincenti, che storicamente, tranne che per periodi brevissimi ed effimeri, la politica locale era affare sempre delle stesse persone, al massimo dello stesso gruppo di famiglie o di loro espressioni, che a volte si trovavano su posizioni diverse quando erano sicuri di vincere, a volte alleati quando temevano la sconfitta, ma comunque erano sempre loro. Da cui la conclusione del ragionamento: era del tutto inutile che io mi dessi tanto da fare, tanto non sarebbe mai cambiato niente. Del resto, io stesso non mi ero mai voluto misurare in una competizione elettorale, perché poi avrebbero dovuto farlo altri. E’ molto più comodo stare alla finestra a criticare e mugugnare piuttosto che assumersi la responsabilità di esporsi in primo piano con tutti i rischi che ciò avrebbe comportato. E’ chiaro che storicamente è sempre stato così per cui è difficile smontare un ragionamento del genere: mettersi poi contro ai famosi "portatori di voti" escludendoli del tutto dalla lista, figuriamoci.
Il ragionamento però pecca di un errore situato proprio alla base: esiste una classe di professionisti e comunque di persone, abbastanza giovani, che vuoi per lavoro vuoi per curiosità intellettuale hanno non solo girato e verificato le condizioni di Teano giudicandole giustamente inaccettabili, ma soprattutto hanno elaborato piani e programmi realistici, nel mio linguaggio si direbbe "immediatamente cantierabili", in grado di rimettere in moto la città. Bisognava solo convincerli a mettersi insieme e misurarsi con il voto.
Questo, devo dire, non è stato opera mia, non mi attribuisco questo merito, però ho la presunzione di pensare che qualche articolo, qualche colloquio, anche l’azione della Consulta "Evoluzione", hanno contribuito a smuovere un pò le acque. Oggi, superando tutti gli scetticismi della campagna elettorale, abbiamo una plastica dimostrazione della giustezza di quella vecchia previsione. Quello che però non mi attendevo e mi ha preso un pò in contropiede, è stato l’entusiasmo di giovani e giovanissimi, che hanno partecipato in numero rilevante, al quale non ero per niente preparato e che mi ha colpito molto.
Ragazze e ragazzi preparati e consapevoli dei loro diritti, che discutono con molto rispetto ma anche convinti delle loro idee e che hanno affrontato la campagna elettorale in maniera decisa ed anche organizzata, da qualsiasi parte hanno operato. Ragazzi disposti a dare il loro tempo e le loro idee per la ricostruzione, alcuni li abbiamo visti in opera a raccogliere rifiuti ed a tagliare l’era, ma che giustamente costituiranno anche la coscienza critica dell’amministrazione.
Con orgoglio dobbiamo dire che sono i nostri figli, una generazione fortunatamente migliore della nostra, alla quale siamo ancora in tempo a consegnare una città meno peggio dell’attuale anche se comunque peggiore di quella consegnata a noi.
Gino Gelsomino