Esiste ancora una “Questione Meridionale? Di questo si è discusso venerdì 5 novembre 2021, presso la Sala conferenze del Loggione di Teano, in un convegno dal tema “L’Unità Nazionale alla luce della nuova questione meridionale: piano nazionale di rinascita e resilienza e sviluppo delle aree interne”. Insomma tutta la faccenda, gira e rigira, non era che incentrata su alcune domande molto chiare: “Gli enti del sud sono pronti a colmare il divario? Hanno una struttura in grado di sfruttare le risorse del recovery fund?” (Fondo Ristoro). Ora, per i più giovani e per gli arrembanti politici in erba, proviamo a fare un breve riepilogo in materia di “recovery” economica ed infrastrutturale. Il primo “ristoro” dei tempi moderni l’Italia lo ottenne con Il Piano Marshall, ufficialmente chiamato “piano per la ripresa europea” (in lingua originale “European Recovery Program“), fu uno dei piani politico-economici statunitensi per la ricostruzione dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale. Poi, tanto per citare forme di “ristoro” più sostanziose, nel 1950 La Cassa per il Mezzogiorno, più propriamente Cassa per opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia Meridionale, ed abbreviata Casmez, era un ente pubblico italiano creato dal Governo De Gasperi VI, per finanziare iniziative industriali (1950-1960) tese allo sviluppo economico del meridione d’Italia, allo scopo di colmare il divario con l’Italia settentrionale. E fu allora che, sfruttati i “fondi” (sia economici che “agricoli”….) sorsero cattedrali del deserto come la ex Isolmer, azienda produttrice di lane di roccia (altamente inquinanti, n.d.r.), la quale, dopo aver intascato i fondi, dopo aver “prodotto” per alcuni anni, chiuse i battenti. Pronta, così, ad ospitare un altro opificio altamente inquinante (GE.S.I.A. S.p.A.). Ma questa è un’altra storia. Ora, complice la pandemia, “Gli enti del sud sono pronti a colmare il divario…”, (un’altra volta?) con il recovery fund o PNRR con il 40% dell’intero importo destinato a Sud. Fin qui tutto chiaro e tutto accettabile ed utile.
Tanto utile che, come già da noi anticipato e riportato (03.11.2021), nel Comune di Mondragone, grazie ai fondi del recovery fund “sarà costruito l’Ospedale di Comunità con annesso Primo Soccorso”. E, sempre a Mondragone, si sta pianificando il Masterplan Domitio, e per la cui progettazione la Regione ha già stanziato 2 milioni di Euro, partendo dai territori di Mondragone e Castel Volturno. “La valorizzazione del litorale Domitio deve passare anche e soprattutto attraverso il recupero della torre Idac. Il risanamento strutturale e la riconversione sociale di quell’edificio devono essere ricompresi nell’ambito della creazione di diversi poli di eccellenza sul territorio, legati tra di loro, come quello relativo alla valorizzazione della pesca ittica e del mercato del pesce di Castel Volturno, e l’altro della formazione di borgo Centore a Cellole, ed altri ancora che saranno individuati tra Regione e Comuni. Nella Torre Idac si pensa di allocarvi il polo di eccellenza agroalimentare. Tanto perché, giustamente, si afferma che le diverse filiere agroalimentari del territorio, come dell’intero comprensorio, devono avere un proprio spazio di promozione e valorizzazione così da creare la giusta interconnessione con il turismo del litorale per creare un vero sviluppo integrato “. A Teano, invece? Si creò la fabbrica ex Isolmer, ora sostituita (?) da uno stabilimento per rifiuti pericolosi e non; poi, grazie alla “oculatezza” di certi Sindaci, un altro fallimento…il patetico centro commerciale (?) “Sidicinum”, invece di prevedervi, ad esempio, un Centro di raccolta orto frutticolo (vedi mercato di Fondi o Aversa) e, dulcis in fundo, ci si permette il lusso della “esclusione del Comune di Teano dai fondi previsti per il Bando Sport e Periferie in quanto mai presentato alcun progetto”. Ma vi è di più, si vaticina anche il “progetto che comporterà la bonifica della ex Precisa, la vecchia fabbrica di munizioni…..per trasformare l’area nel più grande parco fotovoltaico della Provincia di Caserta”!!!
Alla luce di quanto fin qui esposto, quindi, abbiamo potuto appurare che il Convegno tenutosi venerdì 5 novembre 2021, presso la Sala conferenze del Loggione di Teano, dal tema “L’Unità Nazionale alla luce della nuova questione meridionale: piano nazionale di rinascita e resilienza e sviluppo delle aree interne” e con il quale ci si chiedeva se esiste ancora una “Questione Meridionale”, è stato totalmente sbagliato nel quesito che, invece, doveva chiedere: “Esiste ancora una Questione Teano”? Ai lettori l’ardua sentenza.
Pasquale Di Benedetto