Come annunciato nel precedente capitolo riportiamo, in copia anastatica, l’articolo pubblicato sul numero di settembre 1970 de “Il Diapason” e riguardante l’annuncio della prima edizione del “Presepe Vivente – Teano”.
Una sola laconica osservazione.
Dal grande numero di organizzatori, di supporter esterni e di attori si evince il trasporto, il desiderio di cose nuove, la sentita volontà di partecipare, di “esserci”, la spontanea dedizione ad “inventare” qualcosa di diverso e di originale, di tanti nostri concittadini.
Dalle varie professioni o rappresentanze pubbliche, dall’ On. Mancini al Sindaco Lerro, ed insegnanti e uomini di varie professioni o mestieri, e poi un numero grandissimo di giovani e meno giovani impegnati come attori e costruttori di scene.
Era una manifestazione unica: non un doppione di cose già esistenti in paese. Di una rara e coraggiosa singolarità che lo distingueva nella sua struttura da analoghe rappresentazioni.
Un afflato comunitario che ci inorgogliva e faceva ben sperare per il futuro.
Un piccolo pezzo di storia locale, di vissuto cittadino, che non si perdeva dietro pedisseque imitazioni o stupidi doppioni.
Un piccolo pezzo di storia cittadina passato ormai da oltre cinquant’anni.
Non so se “i tempi moderni” sapranno mai scriverle delle storielle così esaltanti nella partecipazione come nella solidarietà di una gente diversa, protesa al meglio.
Ma le delusioni non tarderanno a venire.
Claudio Gliottone