La verità è che questa campagna elettorale, contrariamente a quanto auspicato e crediamo in buona fede, annunciato dai protagonisti, si sta trasformando in un corpo a corpo fatto solo di colpi proibiti che non hanno assolutamente niente del confronto dialettico e programmatico che la gente si sarebbe aspettato.
Non c’è stato il tanto invocato confronto a quattro, tra i candidati sindaco, perché come al solito di fronte alle cose concrete poi tutti gli slogan e le sicumere svaniscono. Continua però il confronto o meglio lo scontro a colpi di scoop giornalistici, alcuni costruiti ad arte, altri verità assolute ma che si sono volute far passare per esasperazioni e esagerazioni, ma probabilmente frutto solo di grande ingenuità e superficialità. Non si denunciano i limiti programmatici degli avversari ovvero si stenta a sottolineare i punti di forza del proprio programma, ma ci si confronta a colpi di insinuazioni e sottintesi, anche se non si può generalizzare.
Quando abbiamo accertato che su quattro candidati sindaco tre erano nuovi personaggi e soprattutto giovani preceduti da positive valutazioni personali e familiari, abbiamo sperato che finalmente si era imboccata la strada buona, poi scorri le liste e trovi la conferma di uno svecchiamento sostanziale e ti confermi nella prima idea, naturalmente con qualche eccezione che non conferma la regola ma la rende non proprio digeribile.
Si pensava infatti che alcuni personaggi, con una lunga carriera politica alle spalle e diverse esperienze un po’ di qua e un po’ di la, si sarebbero ritirati in buon ordine, magari a meditare sulla mediocrità della politica praticata ed amministrata e suggerire ai giovani di non fare gli stessi errori. Invece stanno ancora lì, questa volta nella penombra, a manovrare quel poco che c’è ancora da manovrare, magari con gli stessi assistenti con i quali hanno condiviso l’ultimo decennio di squallore. E quando si osservano certi comportamenti non sai mai se, chi dovrebbe avere la responsabilità finale dell’azione, cioè il candidato sindaco, è l’artefice o la vittima.
Questo è il limite di un rinnovamento che tarda a farsi luce. Se cambiano le braccia e le gambe ma non cambia la mente allora il percorso si fa incerto ed il futuro, un incubo.
Antonio Guttoriello