Il Corriere della Sera, il grande quotidiano milanese, forse il più diffuso in Italia, ha deciso di mandare su tutte le furie i cittadini teanesi che, ieri domenica 5 giugno, hanno preso letteralmente d’assalto tutte le edicole, facendo esaurire in qualche ora, tutte le copie del giornale. In prima pagina, in fondo a sinistra, spiccava il titolo galeotto che annunciava l’articolo inserito all’interno “Se a Teano s’incontrarono solo rovine” con il sottotitolo “Degrado e abusivismo nel luogo della “stretta di mano” tra Garibaldi e il re” la firma di Sergio Rizzo, coautore con Gian Antonio Stella del best seller “La Casta”.
E’ bastato questo titolo, come spesso accade, per attirare la curiosità del lettore il quale fortemente incuriosito, ha sfogliato le pagine del giornale per arrivare a pagina 29 e qui leggere ancora il secondo titolo” Lamiere, erbacce e abusi edilizi nella Taverna dell’incontro di Teano”. Avidamente il lettore ha scorso la prima parte dell’articolo ed ha scoperto che invece l’autore si riferiva all’edificio che ospitava la famosa Taverna Catena, luogo accreditato da molti ormai, come luogo dello Storico Incontro e oggetto di mille lotte di campanile (la storia noi riteniamo che non c’entri) tra gli abitanti dei due paesi limitrofi.
L’edificio è ridotto in rovina, sepolto da sterpaglie ed oggetto di un tentativo di speculazione edilizia bloccata solo da tonnellate di carta bollata, da corsi e ricorsi alla magistratura e che solo nel prossimo mese di ottobre, troverà forse la sentenza definitiva su quello che potrà essere il suo futuro.
Ma allora Teano cosa c’entra? Perché un titolo così in prima pagina? Proviamo ad immaginare un titolo che dicesse “Se a Vairano Patenora s’incontrarono solo rovine”. Chi l’avrebbe letto? L’abitante di Pieve di Sacco o di Bolzano cosa sa dell’esistenza di Vairano Patenora? Si è speculato dunque sulla celebrità del nome Teano, consolidato negli anni, per attirare l’attenzione dei lettori e parlare invece del luogo dove lo stesso autore dell’articolo, attribuisce la paternità dell’incontro, Taverna Catena. Ma così siamo stati penalizzati due volte, una volta perché ci attribuiscono nel titolo responsabilità di sciatteria e di negligenza e di mancanza di rispetto per la storia e dall’altra perché poi, a chiusura dell’articolo, ci dicono che praticamente l’incontro è avvenuto a Taverna Catena.
Cornuti e mazziati.
L’autore dell’articolo non ha dubbi sulla paternità dell’incontro e si rifà addirittura ad una targa commemorativa affissa a Teano nel 1911 in occasione del cinquantesimo anniversario dell’incontro in cui si leggeva: ”Vittorio Emanuele e Giuseppe Garibaldi/ suggellato il patto tra popolo e Re/ al quadrivio di Caianello/ convennero e sostarono in questa città il 26 ottobre 1860”. Questa targa fu sostituita da un’altra in cui, al posto di quadrivio di Caianello, si legge Teano. Da un po’ di tempo, con una buona dose di furbizia dialettica, soprattutto da parte di chi vorrebbe archiviare definitivamente la pratica Teano, in riferimento all’Incontro, si usa questa definizione:”L’incontro di Teano avvenuto a Taverna Catena”. Ci ha provato anche l’editorialista del corriere quando scrive:” Lamiere, erbacce e abusi edilizi nella Taverna dell’incontro di Teano”.
Che l’autore dell’articolo Sergio Rizzo, fosse venuto da queste parti solo per parlare dell’edificio Taverna Catena, delle sue vicende giudiziarie, dello stato di abbandono e delle prospettive, ammesso che ve ne siano, possiamo essere buoni testimoni. Il dottore Sergio Rizzo infatti, attraverso un comune amico, ci aveva contattato qualche giorno prima di arrivare a Vairano per confrontarsi sull’argomento con un giornalista locale. Organizzammo un incontro all’uscita dell’autostrada di Caianello. In quella occasione ci chiarì che non era sua intenzione entrare nel merito della paternità dell’Incontro, ma che invece era interessato a capire cosa ci fosse dietro questa guerra giudiziaria seguita al tentativo di speculazione edilizia da parte dei proprietari dell’immobile Taverna Catena. Perché un edificio così importante, per la storia della nostra nazione, fosse ridotto in quello stato. Spiegammo allora che volentieri lo avremmo aiutato ma, motivi di opportunità, di conoscenza ed anche di rispetto verso i veri custodi della verità legata alle sorti dell’edificio, i giusti interlocutori erano ben altri, per esempio il Sindaco di Vairano Patenora.
Prima di lasciarci, gli riferimmo una riflessione:”Sarà pure vero che non intendi parlare della paternità dello Storico Incontro però, se ti sei scomodato a venire da Roma a Vairano per parlare di Taverna Catena, questo vuol dire che attribuisci a questo edificio un ruolo nella storia che noi (teanesi) non abbiamo mai condiviso.”
Non conosciamo il punto di vista dell’Amministrazione Comunale ma, dopo quello che si è visto in questi ultimi due anni, forse per i nostri amministratori la paternità dello Storico Incontro è l’ultimo dei problemi.
Antonio Guttoriello