Il tempo di realizzare e dentro sente una forza che gli ridà la lucidità necessaria per trovare le parole giuste da usare, per dare la "brutta notizia" agli altri. Il suo volto parla da solo, più del suo silenzio. Gli altri capiscono subito. Il suo dolore, diventa il loro. Ed è proprio in quel dolore che si convince sempre più, qualora ce ne sia la necessità, di avere una famiglia d’oro.
La sua dolce metà è immensa! Una madre esemplare; la moglie che tutti vorrebbero avere. Si dice che dietro un grande uomo, ci sia sempre una grande donna. Non ha dubbi ! In quei momenti di sconforto, lei gli dimostra per l’ennesima volta, la sua dolcezza ed il suo amore. Lui, capisce di avere al fianco una persona eccezionale. "Merce" rara di questi tempi. Si dedica completamente al marito, facendo letteralmente i salti mortali per stargli vicino e contemporaneamente non far mancare la serenità necessaria ai loro bambini. Il vero "toccasana". Si rafforzerà in entrambi la convinzione, che la loro famiglia è sana, forte. In casa i nonni si muovono come degli angeli custodi. Sempre due passi dietro di loro. Sono l’altra forza di quella famiglia. Quella mamma e quel papà potranno "abbandonare" casa come e per quanto vorranno. Ci saranno loro a vigilare e badare ai piccoli. E’ proprio vero quando si dice che i nonni sono genitori due volte !
Proprio quando il buio comincia a farsi più nero di un notte senza luna, ecco in lontananza un lumicino che lentamente inizia a far rischiarare. Quello che fino a ieri era un solo un miracolo, lentamente diventa realtà. Dal dolore, quella famiglia, passa alla gioia. Il "maledetto black-out" è durato più o meno 72 ore; sono state settantadue lunghissime ore, in cui il tempo non è passato mai. Hanno contato i minuti, i secondi. Il tempo sembrava scorrere più lento del solito. In quegli istanti hanno condiviso il loro dolore insieme ad altre famiglie anonime. Sempre con dignità.
La sala d’attesa della rianimazione è un via vai di uomini e donne. Ciascuno ha un familiare ricoverato lì dentro. In breve quelle persone si conoscono, si confortano a vicenda. Ognuna con la propria storia. Tutte diverse. Legate una all’altra da un grande senso di dolore.
Pendono dagli occhi dei medici, dalle loro parole, dai loro sguardi. Si rendono conto che, quei professionisti, stanno facendo l’impossibile per salvare la vita ai propri cari. Sono comunque degli uomini anche loro. Hanno il triste compito di dire a qualcuno che le speranze sono ridotte al lumicino, a qualche altro invece che le cose stanno volgendo al meglio. Lo stress e la tensione sono evidenti sui loro volti. Prima di parlare pesano sempre le parole, per evitare false speranze.
Il risveglio è una rinascita per tutti. Per chi esce dal coma, per i familiari, per gli amici. E’ una sensazione forte, che fa mancare il respiro. Quel padre di famiglia, ringrazia il Signore, i medici, gli infermieri, gli amici. Quest’ultimi sempre pronti a dargli una mano. Durante quella triste avventura ha avuto modo di riscoprirne qualcuno che, per un pò aveva perso di vista, e qualche altro che invece ha conosciuto da poco. Ma, stranamente, gli sembra di conoscerlo da sempre. La sua gioia sarà la loro. Comprende ancora di più il significato di tale amicizia. Quella vera. Quella rara. Quegli amici sono insostituibili, impagabili. Sono quelli che sa di poter trovare nei momenti belli, ma che ugualmente ritroverà al suo fianco nei momenti brutti. Discreti, invisibili. Gli hanno sussurrato poche parole, provenienti dal profondo del loro cuore. E sarà anche grazie a tali parole, che ha trovato l’energia per andare avanti, e dare forza a tutti. Lui è un tipo riservato. Riesce a mascherare la sua sofferenza. Continua ad andare a lavoro. Una riunione con i colleghi, poi durante la pausa di corsa all’ospedale per il bollettino medico, per sincerarsi dello stato di salute del suo caro. Il primo ingresso nella sala di rianimazione lo ricorderà per tutta la vita. Mascherina, camiche, cuffia e copriscarpe: è il protocollo. Nell’enorme stanza illuminata, ci sono una decina di letti. Tutti occupati. I bip delle apparecchiature, scandiscono il tempo. I medici l’accompagnano in fondo alla stanza, ultimo letto a destra. Man mano che si avvicina, riconosce tra i mille tubi e tubicini un volto familiare. Sembra stia riposando. L’impatto è notevole. Gli occhi si gonfiano di lacrime. Il cuore batte a mille. Rimangono soli. Il medico, intuisce e si allontana. Poche parole, riusciranno a venir fuori dalla sua bocca. Dalla tasca tira fuori un registratore su cui a inciso la voce dei suoi bambini. I medici hanno suggerito nei giorni precedenti di provare anche questa strada. Sembra sia un’ottima medicina. Quel silenzio irreale è rotto dalla voce dei bambini. Che strano! Gli infermieri si girano, quasi a volerli cercare, ma si rendono subito conto. Saranno i 10 secondi più lunghi della sua vita. Chissà se quelle parole saranno arrivate a destinazione.
Chi lo conosce bene sa il dolore che porta dentro. In lui è forte il senso di pudore e di rispetto verso la sofferenza dei propri familiari. Non urla ai quattro venti la sua felicità per quel risveglio. Deve proteggere la privacy di ha vissuto quella brutta avventura. Preservarlo dalla inesorabile curiosità degli stupidi. Fare in modo che piano piano, il suo caro, ritorni alla vita di tutti i giorni.
Guardandosi intorno, s’accorge di aver ricevuto forse una grazia e quasi se ne vergogna. In quella sala c’è ancora chi sta soffrendo e forse non avrà la sua stessa fortuna. Le lacrime si confondono: le sue di gioia, quelle degli altri di dolore. In un attimo riassapora il gusto della vita. Quello buono, quello dolce. Quella stessa vita che fino a qualche minuto prima gli aveva riservato quell’assurdo tormento.
Ci piace ricordare il ritornello di una canzone di Vasco Rossi:
E POI CI TROVEREMO COME LE STAR
A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR
OPPURE NON C’INCONTREREMO MAI
OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI
OGNUNO COL SUO VIAGGIO
OGNUNO DIVERSO
E OGNUNO IN FONDO PERSO
DENTRO I CAZZI SUOI
La sua vita non è stata e, non è tutt’ora, per nessun motivo una “vita spericolata”, ma è stata sempre in salita. E come Coppi e Bartali, quella salita l’ha sempre scalata. E continuerà a farlo.
In lontananza si cominciano a scorgere i colori l’arcobaleno. Il miracolo della vita può continuare.
Sono suo fratello!