Questa città è proprio sfortunata! Per indole e per formazione non ho mai creduto all’esistenza della sfortuna se non qualche volta per le vicende calcistiche del Napoli. La Provvidenza sì, esiste eccome, ma la fortuna finora pensavo proprio di no. Eppure, la vicenda del Piano Regolatore, o del PUC, o come altro si è chiamato, non può farmi pensare ad altro che a questo, alla sfortuna. Cos’altro si può ragionevolmente pensare per una questione che si trascina dai lontani anni ’70, quando buona parte della popolazione teanese oggi attiva non era ancora nata o era in fasce? Certo, i tentativi per risolverla sono stati tanti. Il primo incarico fu dato dal benemerito sindaco Maglione, e il risultato fu una bozza di Piano molto articolata, direi rivoluzionaria nelle previsioni, discutibile ed infatti molto discussa in assemblee a qualcuna delle quali partecipai anche io. Di quella bozza si poteva dire tutto, come fu fatto, ma non che non prevedesse uno sviluppo proiettato nel tempo della nostra comunità in tutte le sue articolazioni. Era insomma un piano che aveva una sua precisa strategia, condivisibile o meno.
Il primo serio tentativo di approvazione di un Piano fu invece della prima amministrazione Toscano, che arrivò ad un passo dall’agognato obiettivo. E già allora, sto parlando dei primi anni ’80, sembrava una sconfitta tremenda che fossero passati tanti anni dalla bozza senza ancora raggiungere il risultato. Da allora solo incarichi e soldi sfumati nel nulla; perfino un commissario dotato di poteri eccezionali nulla ha potuto contro la sorte avversa. Può essere perciò solo questa, converrete con me, a governare questa vicenda.
Beh, oggi certo il PUC ha depotenziato di molto la valenza dell’antico PRG, lo dico subito prima che qualche solone me lo faccia notare. Non solo, ma dovendosi allineare al Piano provinciale lascia poche scelte alle comunità locali. Tuttavia, quello può essere un mezzo, forse l’unico, che comunque coinvolgerebbe una collettività nella discussione sulle scelte del proprio sviluppo. E poi forse potrebbe mettere la parola fine al caos urbanistico che ha stravolto il nostro territorio, dove si è visto di tutto. Lottizzazioni di terreni privati fatte a spese del Comune; interi quartieri sorti senza la previsione di adeguate infrastrutture primarie e secondarie; costruzioni realizzate con una interpretazione, diciamo così, "fantasiosa" delle norme; addirittura urbanizzazioni, e relativi edifici, su terreni sottoposti a vincolo di inedificabilità assoluta, almeno così recitava il Programma di Fabbricazione; villoni costruiti in campagna e spacciati per case agricole, con tanto di stalle e depositi per macchinari; e chi più ne ha più ne metta. Naturalmente, tutte opere realizzate con tanto di licenza, o concessione, o permesso, firmati e timbrati dall’ufficio comunale addetto e con la connivenza delle varie amministrazioni. Uno dei rilievi fatti all’unico Piano che stava per essere approvato, quello dell’amministrazione Toscano, era la previsione di un’eccessiva edificazione del territorio. Forse poteva essere anche condivisibile; però quel che è successo poi è stato ben peggiore, perché non previsto e non governato. E poi nulla vieta di pensare che la Provincia, così come si accingeva a fare, avrebbe tagliato di molto quelle previsioni.
Perché tutto questo lo dico anche adesso? Perché ho il rammarico che nemmeno questa amministrazione, nonostante i suoi indubbi meriti e le novità che per tanti aspetti ha portato nella vita cittadina, vedrà l’approvazione del Piano. E’ trascorso ormai un anno e mezzo dal suo insediamento, e non ancora si percepiscono neanche i prodromi di un’azione che ci possa far intravvedere per i prossimi tre anni, una felice conclusione: non una riunione del Consiglio Comunale per discutere di linee di sviluppo né, pare, di Giunta, e nemmeno di associazioni collaterali. Solo, pare, il rinnovo di incarico ad un organismo esterno che non si sa bene di che dovrà occuparsi. D’altra parte, il Bilancio comunale preventivo 2014 (preventivo a metà ottobre? Mah, miracolo della burocrazia) e del prossimo triennio, fino al 2016, prevede zero lire a quella voce. Anzi, 150,000 euro che figuravano impegnati in passato, sono stati depennati. Per inciso, non so se i consiglieri hanno guardato con la lente di ingrandimento quel documento prima di votarlo perché di cose da dire ce ne sarebbero tante, né poi chi ha deciso come ripartire le voci di spesa, quale organo comunale intendo, ma certo approvare a metà ottobre un documento così fondamentale, se da un punto di vista normativo sarà senz’altro corretto, non me ne vogliano gli amici amministratori, non lo è da un punto di vista politico ed amministrativo. E comunque, a chiunque se ne chieda ragione, uscirà sempre la responsabilità di un terzo, per cui alla fine la colpa di chi è? Ma della sfortuna, che diamine!
Gino Gelsomino