“Deus ex machina” è una frase latina, derivata dalla greca “apò mechanés theòs”, che significa letteralmente “divinità che scende dalla macchina”. Indica un personaggio della tragedia greca, ovvero una divinità che compare sulla scena per risolvere un intreccio divenuto irrisolvibile.
L’attore che interpretava la divinità veniva letteralmente calato dall’alto sulla scena appeso ad una gru di legno, manovrata da un sistema di funi ed argani (la “machina”): e dirimeva il caso, divenuto troppo ingarbugliato per essere risolto dagli uomini.
Pare che il primo ad usare l’escamotage sia stato il grande tragediografo Euripide nelle tragedia “Le Eumenidi”, quando si rese conto che, volendo rispettare i canoni di causa-effetto, spazialità e temporalità, classici di quella forma teatrale, non sarebbe riuscito più a cavare un ragno dal buco.
A farmi pensare a questa simpatica, ma non molto colta e costruttiva, invenzione scenica, lo avrete capito, è la catastrofica e del pari ingarbugliata situazione amministrativa, politica e sociale della nostra una volta benamata città.
Descriverla ancora, pur in tutti i suoi tragici risvolti presenti e futuri, non avrebbe senso: credo che la maggioranza dei cittadini “accorti”, anche tra quelli che fino a qualche mese fa continuavano ad osannarne gli autori, se la porti stampata nella mente e nel cuore.
E converrete con me, in previsione delle prossime elezioni che dovrebbero tenersi in primavera, che la soluzione non potrebbe essere altra che quella inventata da Euripide: far ricorso ad un “sindaco ex machina”.
Potremmo calarlo dall’alto sul banco della presidenza legato, ma non per il collo (questo potremmo farlo in un secondo momento), ad una apposita gru, in pieno Consiglio Comunale e, “voila”, tutto si risolverebbe.
L’idea mi piace molto.
Ma credo che piaccia anche ad alcuni nostri concittadini che oggi ritengono, non senza un pizzico di presunzione, non di poter rappresentare, ma addirittura di poter essere il Deus di cui sopra in persona. Così alcuni son già partiti, lancia in resta, a crearsi spazi, proseliti e simpatie in vista di una campagna elettorale che già si prospetta lunga ed appassionata. Ad ispirare queste persone, sicuramente poco consapevoli delle enormi difficoltà per risalire la china, potrebbe essere il principio che, là dove per tre anni non si è fatto un cacchio di niente, anche fare la cosa più insignificante sarebbe una distinzione meritoria, come per dire “piuttosto che niente è meglio… piuttosto” o “ beati monoculi in terra caecorum” .
Sarebbe per noi cittadini sudditi un doversi “accontentare e battere le mani”; cosa poco concreta ed accettabile almeno dalle menti più illuminate. Ed è a queste menti presunte illuminate, che hanno costituito finora il nucleo degli “strateghi occulti”, che piace riferirmi: affinché, non avendo dimostrata molta accortezza nelle scelte del 2018, provvedano ad illuminarsi un tantino di più e ad evitare ulteriori irreparabili errori.
C’è poi chi pensa, meraviglia delle meraviglie, di andarsi a cercare, per proporlo a tutti, un deus non solo “ex machina”, ma addirittura “extra civitatem”: cioè un abitante di altra città che sia, questo sì, talmente illuminato da dirimere magicamente il nostro pietoso caso.
Agli uni e agli altri non posso non ricordare che la unica possibilità di risolvere una volta per tutte le nostre sciagure amministrative e gestionali non risiede nelle capacità taumaturgiche di un deus appeso ad una gru: sta solamente nella doverosa maturazione civile, democratica e politica di tutto il popolo teanese. Sta nella sua capacità, mai sinora pienamente dimostrata, di anteporre il bene comune al proprio, lasciando da parte ogni personale quanto ambigua ambizione o interesse. Sta nell’acquisizione di una partecipazione costante e fattiva alla gestione pubblica, che nasca dalle scelte politiche e continui nel sostegno, nei fatti e non nelle parole, di tutti gli eletti. Sta nell’assumere e diffondere un comportamento leale e sociale da tenere nella vita di tutti i giorni, secondo la celebre frase di J.F.Kennedy nel discorso di insediamento alla Casa Bianca che, parafrasandola, suonerebbe: “non chiedetevi ciò che Teano può fare per Voi, ma chiedetevi quello che Voi potete fare per Teano”.
Ed è alla realizzazione di quest’ultimo auspicio che è sempre stata rivolta l’azione, a volte fraintesa e a volte incompresa, che svolgiamo con certosina pazienza e dedizione dalle pagine di questo giornale.
Noi continueremo a farlo; voi abbiate la cortesia di seguirci ed anche di dissentire, ma di spiegarne i motivi; questa è partecipazione sociale!
Solo così potremo nutrire qualche buona speranza di rinascita cittadina per l’anno appena iniziato.
Con gli auguri per tutti di Buon Anno 2022.
Claudio Gliottone