Carmine Corbisiero, attento consigliere di minoranza, aveva chiesto l’abbattimento della quota ICI e Tarsu per il periodo da giugno a settembre a favore dei commercianti di largo Croci oggi Piazza Unità d’Italia. La richiesta scaturì dalle pressanti e continue lamentele avanzate dai commercianti i quali ritenevano e ritengono tutt’ora di essere gravemente penalizzati dalle limitazioni al traffico e dalla notevole riduzione dei posti parcheggio. Solo l’altro giorno il Consiglio Comunale ha affrontato il problema e ne sono scaturite soluzioni che lasciano perplessi sulla loro consistenza, dal punto di vista della correttezza contabile e legale, della praticità e soprattutto della opportunità di un provvedimento che, se può risolvere un problema, ne crea molti altri di tipo sperequativo e di correttezza contabile.
Corbisiero ha cercato di interpretare le istanze dei commercianti pensando bene di farsi portavoce di una proposta che può essere condivisa però fino ad un certo punto. Il novello "Tremonti di Furnolo", invece, ex assessore alle finanze del Comune di Teano, Adriano De Monaco, è andato oltre. Nel rispondere a nome dell’Amministrazione, ha precisato che questo provvedimento non lo si può adottare così come è stato formulato, perché ci sarebbero gli estremi per un intervento della corte dei Conti, si può invece, e qui sta l’intuizione dell’economista, offrire ai commercianti di Piazza Unità d’Italia di presentare i guadagni della loro attività, relativi ai mesi da giugno a settembre dell’anno 2009, confrontarli con quelli dello stesso periodo di quest’anno, la differenza, se negativa sarà integralmente rimborsata con modalità da definire. Praticamente il commerciante deve recarsi dal proprio commercialista, verificare se i dati di verifica contabile sono negtivi e produrre idonea documentazione ufficiale da cui si rilevino i dati di confronto, solo dopo l’amministrazione farà sapere se e copme rimborsarlo. Questa proposta della maggioranza, è stata deliberata quasi all’unanimità con la sola astensione di Ciro Balbo e Gabriele De Angelis, i quali evidentemente hanno colto nel provvedimento, qualche spunto che non li ha convinti del tutto.
Non si è capito perché la Corte dei Conti dovrebbe intervenire sulla proposta di Corbisiero e non anche su quella di De Monaco? Da dove verrebbero prelevati gli eventuali fondi ed i singoli rimborsi con quale motivazione verrebbero erogati?
Per non cedere ad atteggiamenti di ipocrisia politica, il problema si deve affrontare con freddezza e possibilmente con buon senso. Scontata la solidarietà che si può nutrire nei confronti di un operatore economico, la cui attività, per motivi di crisi economica generale, già non attraversa un buon momento, se poi a questa si aggiungono i disagi della circolazione, il problema si fa ancora più serio. Il vero problema in tutta questa vicenda, a nostro avviso, può essere solo quello provocato da un cantiere che dopo sei mesi continua ad essere aperto e provoca ulteriori disagi ai commercianti, per il riflesso economico negativo sulla loro attività, ma anche ai cittadini che sono costretti a subire una grave limitazione nel traffico e tanto per estremizzare il concetto, a sopportare aggravi di costi e tempo per le deviazioni che è costretto a subire. Sono disagi che tutti i cittadini sopportano ogni qualvolta si mette mano alle opere pubbliche e si interviene in determinate zone della città per opere di manutenzione ma anche per quelle di riqualificazione. Per completare la riflessioni si potrebbe addirittura affermare che gli operatori economici delle zone interessate alla riqualificazione, se è vero che subiscono provvisoriamente danni per la limitazione del traffico provocata dal cantiere aperto, è anche vero però che, al termine della riqualificazione avvenuta, saranno proprio loro i primi a beneficiare degli interventi operati. E allora?
Ma ancora solo per un contributo di chiarezza. Se dovesse passare l’idea dell’assessore De Monaco, cioè di rimborsare gli eventuali minori guadagni dei commercianti di Largo Croci, ne verrebbe automatico che, ogni volta che la pubblica amministrazione mette mano ad un cantiere per un’opera pubblica, in una zona qualunque della città, legittimamente i commercianti del posto, anche solo uno, potrebbe rivendicare lo stesso trattamento. Ma tutto questo non solo crea un pericolosissimo principio, sconvolge l’altro principio che stabilisce come gli interessi della collettività devono sempre prevalere su quelli dei singoli e per ultimo allontana l’attenzione sul vero problema: la durata del cantiere.
Se ci sono ritardi non giustificati nella realizzazione dell’intervento di riqualificazione, da parte dell’impresa, dei progettisti, dei tecnici si applichino sanzioni, con addebiti sugli onorari o sui lavori. Il recupero economico effettuato lo si storna a favore dei commercianti. Ecco, questo si perché a pagare non sarebbero gli altri cittadini, come nella proposta De Monaco, ma solo chi si è reso responsabile di una inefficienza.
Severino Cipullo