A meno di 10 mesi dalle elezioni comunali, il toto-liste impazza e si odono i proclami di taluni che si ergono a salvatori della patria, dichiarandosi fieri di avere in squadra volti nuovi, che gli consentiranno di dare un taglio definitivo a quella classe politica ormai logora. Quella stessa classe politica a cui hanno detto “NO, ci dispiace, non potete stare al nostro fianco”, è la stessa con la quale un tempo andavano sottobraccio. I camaleonti al loro cospetto, inorridirebbero. Ci sono poi quelli che asseriscono di non aver alcuna intenzione di partecipare alle prossime elezioni, in quanto pronti a farsi da parte per far spazio ai giovani. Ma allo stesso tempo, lontani da occhi ed orecchi indiscreti, tessono la loro tela d’intrecci con quanti potranno in qualche modo dargli una mano a restare incollati a quella poltrona che, in fondo, non vogliono mollare per nessun motivo. Altri ancora sono pronti a combattere contro gli sprechi dell’amministrazione, dichiarando apertamente guerra a quanti, in barba a chi un lavoro non riesce a trovarlo o, peggio ancora, a chi l’ha perso, continuano a vagare per gli uffici comunali come anime dannate. Ci sono poi quelli che un tempo era consuetudine incontrarli ad ogni ora ed in ogni luogo, pronti ad accoglierti con il loro sorriso a trentadue denti. Oggi, per strategia politica, per coscienza (?) o perché forse è meglio che non si facciano vedere troppo in giro, si sono letteralmente eclissati dalla scena. Ma, immaginiamo che siano lì pronti per l’ennesimo grande bluff.
In una di queste serate piovose, in tarda serata, abbiamo attraversato la Città di Teano in lungo ed in largo. Un senso di profonda tristezza ci ha preso a tal punto quando, uno degli amici seduto sul sedile posteriore dell’auto ha sussurrato: “ma che ci facciamo ancora qui?. Ma perché devono continuare a rubare i sogni ai nostri figli?” . Tutt’intorno, il degrado !!! Un degrado reso ancora più triste dalla pioggia, faceva compagnia al nulla. Un nulla che da trent’anni è aumentato sempre di più, senza che nessuno muovesse un dito: il malgoverno degli amministratori, l’apatia dei cittadini, ci hanno ridotto ad una larva. E’ così, inutile nascondersi. I bambini, inconsapevoli del destino che li attende qualora decidessero un domani di restare dove sono nati, continuano gioiosi a vivere la loro spensieratezza, senza rendersi conto, per fortuna, che gli hanno rubato e continuano a rubargli i sogni.Per loro non esiste nulla: un centro ricreativo o un parco giochi. Il minimo sindacale !!!
Del sociale poi inutile parlarne. Le categorie più deboli, sono quelle che pagano più a caro prezzo la carenza di servizi. Ci chiediamo come sia possibile continuare a guardarsi allo specchio e/o dormire tranquilli, quando ci sono in giro situazioni al limite della sopravvivenza. Ma nel frattempo siamo bravi a sperimentare i sensi unici……..
Le strade sono un colabrodo. Gli automobilisti devono compiere vere e proprie gincane o gimkane che dirsi voglia, per attraversare le vie cittadine. Le buche aumentano giorno dopo giorno. I dissesti pure. Ma il ritornello è sempre lo stesso:“Non abbiamo soldi”. Nel frattempo, la strada che dalla vasca va verso uno dei più grandi teatri del mondo romano, causa temporale, è chiusa da tempo ed il traffico è deviato su via Anfiteatro; quest’ultima è un’arteria di poco meno di tre metri di larghezza, sconosciuta finanche ai navigatori satellitari. Inutile dire che è diventata impraticabile, e non osiamo immaginare cosa diventerà con l’arrivo delle piogge invernali. Guai pensare di rimetterla a posto.
Andare via non è facile, restare, consapevoli di cosa ci aspetta, non lo è ancora di più.
Giusto per onore di cronaca, nell’aiuola di Borgo S.Antonio Abate, marciapiede angolo con Viale Europa, da circa un anno un cesso bianco riposa indisturbato senza che ci si preoccupi di rimuoverlo. Ci ha pensato la natura a coprirlo pietosamente con gli arbusti dell’aiuola stessa, in modo tale da non essere scorto dagli occhi poco attenti dei passanti. A tal proposito, ci piace ricordare quanto propose tale “Antonio di Teano”che in risposta ad un articolo sull’argomento "Che sollievo! Il cesso è ancora da quelle parti!", pubblicato il 21.10.2001, in considerazione del fatto che nessuno si occupava della rimozione dello stesso da una pubblica via, propose di meglio sistemarlo previa apposizione di un artistico cartello con la scritta seguente: "in onore e gloria dell’amministrazione comunale, i posteri posero".
Luciano Passariello