Uno dei peggiori errori nel quale facilmente si incorre in politica è il credere che “si possa fare opposizione dall’interno”. Niente di più falso, sia perché l’oggetto dell’opposizione combatte sul suo terreno più favorevole, sia perché ogni forma di essa non avrebbe alcuna visibilità all’ esterno; l’assunto vale tanto per chi è già in maggioranza e prova a fare dei distinguo, quanto per chi ne è fuori e palesemente a tutto anela, meno che a continuare a fare opposizione, altrimenti resterebbe nel ruolo al quale è stato eletto. Lo hanno compreso, e direi neppure dopo troppo tempo, i tre consiglieri Carmen Natale, Carmine de Fusco e Nicola Palmiero i quali, eletti nel gruppo di maggioranza, ne sono fuoriusciti ed hanno dato vita al gruppo “L’audacia della Speranza”, ufficialmente schieratosi con l’opposizione. Non sono mancate gli inviti a rientrare, le petulanze bambinesche, forse anche le minacce, da parte del Primo Cittadino con profferte sovente grottesche, volte a minare o a screditare la compattezza del gruppo che, al contrario, ha finora dimostrato ottima solidità. Per ribadire questa solidità, dopo averlo fatto con il Consigliere Palmiero, ne parliamo oggi con il Consigliere De Fusco, al quale va il ringraziamento mio e di tutta la redazione:
Perché il sindaco si ostina ad offrirti ruoli o deleghe? Caro Claudio anzitutto volevo ringraziarti per l’opportunità concessami. Credo che le continue offerte siano il frutto di una lettura approssimativa, precaria e mutevole che negli ultimi anni ha generato il caos ingestibile che regna in maggioranza. È sotto gli occhi di tutti che il vero problema è la mancanza di visione politico-amministrativa a cui si aggiungono l’assenza atavica di programmazione e l’incapacità di gestire il gruppo, forse si è troppo impegnati sugli aspetti di cronaca rosa e nei continui giochi di potere.
I consiglieri rimasti in maggioranza sono contenti di questa gestione? Secondo te si possono considerare responsabili o coerenti? Onestamente non so quali siano le motivazioni che trattengono alcuni di loro a in maggioranza, ma in realtà ho smesso di pensarci già da molto tempo. Nell’ultimo anno e mezzo ho avuto l’impressione che si sia sviluppata una mutazione del senso di responsabilità che, purtroppo, viene ormai utilizzato in modo subdolo per il proprio tornaconto personale. Ritengo che una scelta responsabile sia quella di stimolare la risoluzione di un determinato problema indipendentemente dal ruolo che si ricopre, al di là di ogni formalità, dando sempre il proprio contributo in modo positivo e costruttivo, quando questi vengono apprezzati. I comportamenti assunti dalla maggioranza inducono a pensare che la collaborazione con le altre forze presenti in Consiglio non sia ben accetta, dimostrando immaturità e inefficienza.
Cosa ti ha spinto ad accettare la candidatura? Lo rifaresti? Ho sempre creduto che la politica è un insieme di azioni, di risultati, di scelte e non può non contare il modo in cui le persone affrontano le cose, la passione con cui agiscono, il saper scegliere e il saper privilegiare il bene comune, che deve andare oltre il ruolo individuale di ciascuno. Furono queste le considerazioni che mi spinsero ad accettare la candidatura e le ritengo tutt’ora di fondamentale importanza per il mio percorso amministrativo, che, come tutti ricordano, ha subito un sostanziale cambiamento quando fui sfiduciato dal sindaco. Ti confesso di aver sofferto non poco le difficoltà iniziali ed i continui tentativi di mettere un freno alla mia voglia di fare, conclusi successivamente con quelle immeritate revoche, ma sono convinto che da ogni esperienza bisogna cogliere sempre il lato positivo e in questa ho avuto la consapevolezza di essere stato apprezzato prima come uomo e poi come politico, non male per una prima esperienza.
Quindi il tuo percorso in maggioranza è terminato con la revoca per mancanza di fiducia, come allora asserì il primo cittadino? Hai parlato anche di aver rifiutato nomine e deleghe in più di un’occasione? Si tali accuse decretarono la fine della mia esperienza politica con il gruppo di maggioranza e da quel giorno, all’incirca un anno e mezzo fa, cerco di portare avanti il mio nuovo ruolo politico coerentemente con quanto ho più volte affermato in Consiglio comunale e soprattutto rifiutando, in più occasioni, le diverse proposte ricevute a parer mio prive di un valido obiettivo, con valutazioni frettolose, superficiali, figlie di considerazioni a dir poco umorali. Basti pensare che la revoca assessorile fu giustificata per mancanza di fiducia, e appena qualche mese dopo mi fu notificata, per ben due volte, la nomina alla carica di vicesindaco che, notoriamente, è la nomina che il sindaco attribuisce al consigliere che incarna la massima espressione di fiducia. Non è di certo una posizione comoda e mai lo sarà, ma questa città ha bisogno di persone che si discostano da queste logiche di potere e, con coraggio e coerenza, sollevano le tante criticità che rischiano di compromettere importantissimi finanziamenti per l’Ente, anche a costo di passare da “irresponsabile o elemento di disturbo” nel prossimo, spiacevole, teatrino social.
Hai evidenziato il rischio per l’ Ente di perdere importanti finanziamenti, cosa ti preoccupa in merito? Credo che gli attuali interpreti siano troppo distratti dai continui giri di Valzer che spartiscono di volta in volta deleghe e ruoli. Le poche cose che ancora possono essere realizzate sono frutto della programmazione amministrativa del primo anno, ed anche queste non si sarebbero mai realizzate se non me ne fossi occupato con devozione, preme evidenziarlo, sempre per chi se ne fosse dimenticato, in assenza totale di delega, sbloccando la procedura con la Cassa depositi e prestiti nello scorso ottobre per la realizzazione di opere stradali che a breve verranno realizzate. Le mie preoccupazioni maggiori riguardano il concreto rischio di perdere il finanziamento di un progetto di cui mi occupai durante il primo anno di amministrazione, quello relativo alla messa in sicurezza di gran parte della viabilità comunale. Orbene, il medesimo, doveva solo essere inviato, apportando delle piccole rettifiche, in Regione. Gli uffici regionali sono in attesa di una risposta definitiva dal 28 agosto 2020 e non credo che attendano ancora per molto. Proprio sulla scorta di tale timore, ho posto una interpellanza al fine di stimolare una soluzione utile a superare questa fase di stallo, ma dalla discussione avvenuta nello scorso consiglio, ribadisco senza alcuna accusa reciproca, non mi fu data alcuna risposta soddisfacente alle mie domande. Il sindaco inoltre, nel riconoscermi l’impegno per intercettare il finanziamento, pensò di impreziosire il tutto proponendomi come delegato al ramo, chiarii ancora una volta, che il mio unico interesse era rivolto alla realizzazione delle opere, visto lo stato di degrado in cui versano le infrastrutture comunali, strade comprese. Purtroppo ho l’impressione che nonostante gli innumerevoli sforzi per riacciuffare il finanziamento si rischi di perdere anche questa opportunità, analogamente ai progetti sull’edilizia scolastica. Ho inoltre fondato timore di credere che Teano potrebbe lasciarsi scappare l’irripetibile opportunità di attingere alle risorse del recovery fund, specie in relazione al ciclo integrato delle acque, con un focus sull’emergenza idrica. Tematiche, che necessitano di un’attenzione seria e di una linea programmatica logica e decisa, altrimenti diventeranno di qui a breve ingestibili.
Se qualche smentita dovesse esserci, pronti a pubblicarla.
Claudio Gliottone