…è una delle migliori e più ripetute massime che il popolo americano, costituzionalmente pragmatico, ha inventato ed ama. E come dargli torto?
Esattamente il contrario sta avvenendo tra noi teanesi in merito alla triste vicenda Ge.s.ia: l’esegesi giuridica che si è sviluppata, ed è ancora in via di estensione, attorno ad essa, vede accrescersi giorno per giorno gli interventi, per dirla con Edoardo Bennato, di “dotti, medici e sapienti” (1977) chiamati al capezzale di un malato ormai irrimediabilmente defunto. Non ultimi tra questi valenti politici capaci, a loro dire, di cambiare, sovvertire o creare ex-novo apposite leggi per ridar vita al defunto, come la cosiddetta legge “salva-Teano”. Abbiamo qualche dubbio: concedetecelo!
Uno dei maggiori imputati quale “causa mortis” della vicenda “contra-Ge.s.ia” sarebbe per alcuni la mancanza di un PUC; per altri la cattiva gestione della cosa da parte di varie Amministrazioni, per altri ancora gli sbagli o i ritardi inerenti gli interventi legali e così discorrendo. Il tutto in una ridda di accuse e di scuse, di attacchi e di difese, di pianti ed alti lai, di paure e disperanze, nonché di ritrovato orgoglio paesano; ma non più di tanto.
Non voglio entrare nel merito specifico della vicenda né unirmi alla schiera dei dotti e sapienti perché non lo sono. Medico invece lo sono e rifacendomi alla scienza medica vorrei solo affrontare il problema da un punto di vista “anamnestico”: valutando cioè altre eventuali patologie che, se non cause efficienti, potrebbero comunque essere concause dell’“exitus” per noi di fronte alla vicenda Ge.s.ia.
Lo Stato ha da quasi mezzo secolo previsto che ogni paese d’Italia si dotasse di quello che un tempo si chiamava Piano Regolatore Generale: uno strumento che prevedesse ed al tempo suggerisse lo sviluppo futuro di esso ordinandone il territorio, abitato e non, a seconda della sua vocazione esistente o da creare, ma comunque da incrementare. Tale piano sarebbe andato a sostituire, estendendone, come detto, le indicazioni, un esistente Piano di Fabbricazione allora in vigore; vi parlo degli anni settanta amministrazioni Lerro – Mancini – Maglione,
Nel 1980 la Amministrazione Toscano adottò ed anche approvò il primo Piano Regolatore: apriti cielo! Fioccarono denunce da tutte le parti: ero anche io in Consiglio comunale per la lista civica “Lista Autonoma per Teano” e votai a favore sia dell’adozione che dell’approvazione perché mi pareva un primo passo importante magari anche solo per evitare sfregi edificatori. E ribadii la cosa al Pretore che ci interrogò e mi chiese perché mi fossi presentato sena un avvocato: gli risposi che nessuna terra di mia proprietà era nel piano e che avevo votato solo come consigliere un provvedimento che ritenevo necessario per la città: fosse lui a dimostrare il contrrario. Nessuno fu condannato non esistendone i presupposti, ma il Piano fu revocato dallo stesso Consiglio: una prima pioggia di centinaia di milioni di lire sprecati.
Un altro tentativo fu fatto dalla Giunta Picierno 1985/90 e nella successiva consiliatura 90/91 fui per poco più di un anno, a cause di contrasti all’interno della DC, (la elezione del Sindaco era “indiretta”) in una una Giunta di “pentapartito” a presidenza Toscano all’interno della quale, come Assessore all’Urbanistica, mi sobbarcai, assieme all’Ingegnere Tecnico del Comune, alla lettura delle infinite domande di rettifica ed osservazioni presentate dai cittadini. Anche questo piano regolatore abortì. Come il successivo, sempre elaborato da una nuova Amministrazione a guida Picierno eletta nel 1995. Nel 1999 ancora come Assessore all’Urbanistica nella Amministrazione Zarone, mi toccò nuovamente leggere tutte le osservazioni al Piano di Picierno; ma la giunta Zarone durò solo 3 anni. Tutto questo anche se il Governo aveva posto insuperabili paletti per la adozione e approvazione dei Piani.
E venne l’era del PUC, acronimo di Piano Urbanistico Comunale, in nome della Italica populistica mania di cambiare sovente i nomi, tanto che pure una cacca potrebbe essere chiamata “gran musse di deiezioni”: ma sempre una “m…da” rimane.
Subito si diede da fare la nuova Amministrazione Picierno, eletta nel 2003 e poi di nuovo nel 2008. Seguì l’Amministrazione Di Benedetto, quella D’Andrea ed Infine la odierna di Scoglio. Fiumi di soldi per Ingegneri, Urbanisti, Geologi, Avvocati ecc..ecc… ma nulla di nulla di fatto.
La domanda, allora, come soleva dire in una sua sagace trasmissione televisiva un noto giornalista, “sorge spontanea”: perché a Teano e solo a Teano non si è capaci di dotarsi di un piano urbanistico e territoriale secondo moderni criteri? Perché sono naufragati tutti quelli adottati e mai approvati? Eppure di soldi se ne son spesi; e tanti!
Incapacità amministrativa degli eletti ad osservare correttamente le normative? Incapacità dei tecnici a studiare e suddividere la struttura territoriale? O semplicemente incapacità degli uni e/o degli altri a resistere o a dirimere le forti pressioni della varie lobby interessate presenti a Teano: dei costruttori, degli agricoltori, dei commercianti, degli archeologi e forse persino dei …necrofori?
Forse perciò non si riesce a scegliere manco la “vocazione” che abbiamo o quella che potremmo darci: turistica, storica, agricola, industriale, paesaggistica e giù di lì?
O abbiamo una vocazione alla “beata mazza” ed allora nulla mai ci potrà più salvare.
Salvo, ovviamente ad interventi esterni, come quello della Ge.s.ia per l’appunto, che ci porteranno ad una vocazione “monnezzara”!!!!!!!!!
Memento audere semper!
Claudio Gliottone