Un tempo venivamo definiti il popolo dell’amore, dell’allegria, dell’altruismo, della solidarietà. Sembra passato un secolo dall’attentato di Nassirya, dove il dolore (eccezion fatta per qualche becera scritta) fungeva da collante, la stessa unità che ci faceva festeggiare tutti insieme nel 2006 per la conquista dei mondiali. Io non ho ancora compiuto 40 anni ma, mi sembra sia passato un secolo. Siamo diventati il popolo del ma, dei santi inquisitori che dietro qualsiasi cosa vedono il male e, non serve analizzare un arco temporale molto grande, mi limito agli ultimi 20/30 gg. Negli ultimi giorni, gli argomenti che vengono trattati dai media e, i social ne fanno da cassa di risonanza che molte volte esaspera il tutto sono : Corona virus, l’omicidio del ragazzo a Napoli ed il calcio che si ferma. Non sapevo che in Italia ci fosse il maggior numero di virologi e responsabili della protezione civile rispetto al resto del mondo ma, ti accorgi che è così quando qualsiasi scelta e decisione venga presa, siamo pronti a smontarla, contestarla se non addirittura deriderla. Non vengono presi provvedimenti: “sono degli incoscienti, ci ammaleremo tutti!!!” Vengono chiuse delle zone (i cosidetti focolai), vengono annullate manifestazioni dove c’è grande affluenza e calca di gente: ma adesso stiamo un po’ esagerando!!! Juve-Inter ha raggiunto vette epiche: Porte chiuse: la juve perde l’incasso quindi non vuole farla, l’inter ha interesse, distrugge l’immagine dell’italia a livello mondiale. Rinviata Juve-Milan: perché non c’è Cristiano Ronaldo che è andato dalla mamma che è grave in ospedale. Questi sono solo degli esempi banali che, però, fanno capire il livello di livore che abbiamo raggiunto, se non c’è un intento viscido e subdolo dietro ogni cosa non è normale. Vette epiche le abbiamo raggiunte con l’omicidio del ragazzo che ha tentato di rapinare un carabiniere in borghese. Su questa faccenda ho visto vomitare una cattiveria inaudita, ho visto reazioni così disgustose che mi fanno capire che siamo alla frutta. I parenti e gli amici del ragazzo ucciso devastano l’ospedale dove hanno tentato di rianimare e salvare il ragazzo. Contestualmente ho visto persone esultare per la morte di un quindicenne, un ragazzo che non ha avuto la fortuna di avere un padre esemplare come il mio ma, un rapinatore esperto e, come si dice, purtroppo il frutto non cade lontano dall’albero. Persone che attaccano politici per idee razziste, augurandogli le peggio cose fino ad arrivare alla morte. Infine, oggi ho ascoltato il padre del ragazzo che, ha invitato le persone a non portare fiori al funerale del figlio ma a donare soldi all’ospedale che con la sua famiglia ha devastato. Per una volta, non andate per forza oltre, giudicate singolarmente le azioni, giudicate questa persona come un pessimo genitore a cui la vita ha presentato un conto pesante da pagare, il peggiore che possa avere un uomo nell’arco della sua vita. Per una volta, non ergetevi a modello, non salite sul piedistallo per puntare il dito, perché qualcuno, più in alto di noi, qualche anno fa disse: chi è senza peccato scagli la prima pietra….
Marco Guttoriello