Mentre il mondo sidicino si perde alla ricerca di conoscere quanto sia profonda la tana del bianconiglio ( rif. film Matrix ), preferirei non drogare ulteriormente l’ambiente, partecipando al continuo sparare contro la croce rossa. Quel fuoco amico e non, a parere di chi scrive, non ha più senso. Impegnerei quelle forze verso altre cose. Ma devo ricordare a me stesso che, forse, siamo ancora in democrazia. Ciascuno può pensarla come meglio crede, sempre però senza offendere nessuno. Anche se il nessuno di turno sbaglia. Persevera. Ma sui social ne ho lette di tutti i colori. Fate attenzione, la diffamazione a mezzo social è reato. Non dite poi che non vi ho avvisato (cfr. mio articolo il WebEte )
Non posso che condividere il senso di smarrimento e la rabbia dei tanti, ormai, contro un’amministrazione cieca, che dopo aver toccato il fondo lo sta pure raschiando. Ma avendone le sfere piene, mi dedico ad altro. Quel mio stato d’animo, è rivolto tanto nei confronti della maggioranza quanto della minoranza. Ad esser sincero, non ho ancora capito dove sia la differenza. Mi piacerebbe che qualcuno me lo spiegasse. Lo capirei se tutti, nessuno escluso, rassegnassero umilmente le dimissioni. Per la loro e la nostra salute. Ma è evidente che viaggiamo su onde diverse.
Nel frattempo, la musica dal mio infinito archivio digitale, mi propone la traccia Dotti Medici e Sapienti, dell’album Burattino senza fili. Edoardo Bennato anno 1977. Avevo 7 anni. Che combinazione: la dedicai, strimpellandola con la chitarra, agli allora aspiranti sindaci.
…….. Al congresso sono tanti,
dotti, medici e sapienti,
per parlare, giudicare,
valutare e provvedere,
e trovare dei rimedi,
per il giovane in questione ……….
Così, giusto per la cronaca, ritornando per un attimo a quelle dimissioni, in altri ambiti si parlerebbe di concorso di colpa; ma qui, NESSUNO, ha il coraggio delle proprie azioni. Come i bambini, che dopo una marachella, si nascondono dietro la matita.
Più facile dare la colpa agli altri; puntare il dito; fare i leoni da tastiera dal proprio profilo social o magari dalle pagine on line di un giornale. Un mezzo d’informazione un tempo, aimè, schifato da taluni che oggi ne cavalcano le onde. Per (s)correttezza, potrei fare i nomi di quanti all’epoca del buon Tonino, gli mandavano messaggi d’ogni tipo. E lui, dall’alto della sua saggezza, dietro la sua scrivania, sorridendo me li mostrava. E quasi come si conviene con un figlio, mi consigliava su come avrebbe replicato. Quasi una scena del film Karate Kid – Dai la cera, togli la cera.
Un portale on line nato da un’idea geniale, al tempo cartacea, di un …… Mensile di informazione nato a Teano 18 anni fa. Tratta di argomenti di cronaca, politica, sport ed approfondimenti vari su tutto quanto accade a Teano. Inoltre mantiene i contatti con numerose comunità teanesi sparse sul territorio nazionale ed anche in altre nazioni europee. I protagonisti veri di questo giornale, sono i suoi lettori ……
Così giusto per ricordar(ce/me)lo.
Sono sempre stato una voce fuori dal coro, e continuerò ad esserlo pagandone consapevolmente e scientemente le conseguenze, ma mi piacerebbe riportare la barca lungo una rotta tracciata a suo tempo, verso le tante #CoseBelle ( rif. Maria Flora Grossi, la mia MF4.0 ) che abbiamo. Non vale la pena lasciarsele scappare, fin quando saremo in tempo. Fin quando avremo tempo. A proposito di tempo, un mio caro amico, a chi gli rispondeva di non aver tempo, replicava: Quanto costa il tuo tempo ? Posso comprarne un poco ?
Nel mio piccolo, con i miei modesti ed umili FeudoMezzi, ho provato a tendere entrambe le mani, per mediare. Raggiunti i 50, s’impara questa difficile arte. Provare a far trovare un punto d’incontro tra due mondi diametralmente opposti. Magari approfittando di un territorio neutro, qual’ è il Feudo. Ma, nonostante tutto, il mio tentativo è andato vano ed ho dovuto prender coscienza che questa volta la montagna non andrà da Maometto e Maometto non andrà dalla montagna. Almeno per ora. Ma chi mi conosce bene, sa che difficilmente demordo. E, come direbbe il buon Cardamone a cap a cap. a capa mia nun e’ bona! io non riesco a capire. Ma Maometto e la montagna che leggeranno, avranno capito.
Nel pieno delle mie facoltà, in scienza e coscienza, a suo tempo ci ho creduto. A quel bivio, occorreva fare delle scelte. Chi è LIBERO di farle, spera sempre in cuor suo di effettuare sempre quelle che provocheranno il danno minore, secondo la saggia teoria della strada o meglio scartato aint ‘e malament .
Da quando è nato il FeudoDiViaAnfiteatro, del quale un giorno probabilmente ve ne parlerò con più particolari, mi sono ripromesso di fare qualcosa di buono per la mia Città, al di là delle sterili polemiche. Sebbene fino ad oggi, non sia stato con le mani in mano. Ricordo, con affetto, un mio ex collega che ad ogni riunione di lavoro, dopo ore ed ore di discussione, senz’ accucchià niente, con il suo fare sornione chiedeva a tutti: E quindi ?
Si, ho scritto Città con la C maiuscola, anche se certuni si ostinano a dirmi di usare la minuscola. Qualcuno, addirittura, mi ha anche incomprensibilmente e gratuitamente attaccato. Ne sono rimasto basito, ma son sempre grande e vaccinato. Me ne farò ragione e gli Dei mi perdoneranno. A costoro, non smetterò ma di ripetere che se questa Città gli va stretta, nessuno li obbliga a restare.
Vadano altrove a reprimere, evidentemente, le loro frustrazioni, le loro invidie. Le loro incapacità. Il loro non fare un cazzo 24 h su 24. Scrivano al pari di noi scrivani degli articoli di loro gradimento, ed abbiano il coraggio di apporre in calce la loro firma.
Anzi, se vorranno fare qualcosa di buono, scendano con me in campo, nel vero senso della parola. Quel campo dove ci si alza presto la mattina, quando il sole comincia a far capolino, e si rientra a casa la sera, quando a fare capolino è la luna.
Nel mio campo, il bicchiere non esiste mezzo pieno o mezzo vuoto. Per me contiene semplicemente qualcosa, e se posso contribuire a far si che quel contenuto diventi più gradevole, non mi faccio da parte. Tutt’altro. Lavoro in silenzio, lontano dai riflettori dei grandi palcoscenici, offrendo gratuitmente il mio sapere, la mi professionalità, IL MIO TEMPO, nella speranza che alla mia piccola goccia, se ne aggiungano una seconda, una terza, una quarta, una quinta e così via, fino a raggiungere un numero tale da doversi necessariamente fermare e guardarsi tutti negli occhi. Sarà il punto di non ritorno. Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro.
Quando l’aereo è in quota, il comandante grazie alla strumentazione di bordo, conosce in ogni istante la situazione dell’aeromobile. In particolare del carburante. Sa benissimo che superato un certo punto della rotta, non potrà tornare più indietro. Quello è il punto di non ritorno. E le mie amate gocce, inevitabilmente, arriveranno prima o poi a quel punto. Questione di tempo.
Aimè, il mare contiene una quantità infinita di gocce. Ma non tutte hanno le caratteristiche per poterci star dentro. Ed allora sarà la natura a fare una selezione naturale. Come ad esempio gli oli e le benzine che galleggiano sull’acqua. Non si potranno mai confondere con l’acqua pulita. Tenteranno di inquinarla. Starà all’uomo predisporre tutte le azioni necessarie affinché ciò non avvenga.
Nel FeudoDiViaAnfiteatro, da buone origini, dopo un’attenta semina, stiamo curando quelle piantine appena nate, facendo attenzione a che le erbacce non le infestino. Tutti i giorni, con il sole o con la pioggia, che sia festa oppure no, ci assicuriamo che crescano nel miglior modo possibile. Alcune, sono state necessariamente ancorate a delle canne, per farle crescere dritte e rigogliose. Altre, invece, già sono tali, segno evidente che il seme proveniva da una buona famiglia.
E meno male che non era mia intenzione partecipare al mirare! puntare! FUOCO!!!. Figuriamoci se volessi farlo 🙂
Rinnovo il mio appello fatto su FB: abbandoniamo il mondo virtuale dei social, e ricominciamo a popolare il nostro Corso. A quanti vorranno pensarla come me, sappiate che abbiamo bisogno di nuove gocce limpide. Il recipiente non è ancora pieno, e la goccia che lo farà travasare, è ancora lontana.
A buon intenditor, poche parole!
FeudoDiViaAnfitetro, Ottobre XXMM
Luciano Passariello