Il consiglio comunale del 28 luglio scorso, impostato prevalentemente su tematiche di tipo finanziario, riconoscimento di debiti fuori bilancio, assestamenti vari e non ultima la proposta di affidare alla nuova Equitalia la riscossione dei tributi e richiedere alla Pubblialifana di svolgere alcuni compiti di affiancamento all’Ufficio Tributi comunali per sistemare la critica situazione venutasi a creare per il blocco del Server del sistema informatico (argomento meritevole di approfondimento) ma tutto ha preso una diversa direzione a seguito di un intervento tanto imprevisto quanto clamoroso ad opera dall’assessore alle politiche sociali, Mario Migliozzi contro l’operato della maggioranza guidata dal Sindaco Nicola Di Benedetto di cui Migliozzi è ritenuto uno dei più fidati e stretti collaboratori. Tutto in assenza proprio del Sindaco Di Benedetto. Qualcuno ha inteso richiamare la vicenda di Bruto e Cesare ma Bruto guardò in viso la sua vittima.
L’intervento dell’assessore Migliozzi si è trasformato praticamente, tra lo stupore dei colleghi della maggioranza, in una dura e lunga arringa contro la stessa Amministrazione definita da lui stesso addirittura fallimentare, lamentandosi anche della difficoltà di attuazione della sua delega alla trasparenza (per non meglio precisate difficoltà nella pubblicazione degli atti sul sito dell’ente).
Inoltre, ferma restando la scadenza di settembre, che potrebbe determinare il suo passaggio alla minoranza (ma sono in pochi a crederci veramente), Migliozzi ha dichiarato che, fino ad allora, si asterrà dal votare i provvedimenti della sua stessa maggioranza (pur facendone parte).
Chi però ha colto in pieno le contraddizioni e le anomalie della posizione del Migliozzi è stato il capogruppo del PD avv. Giovanni Scoglio il quale, con una lucida disamina, degna dei più famosi Pubblici Ministeri, di quanto emerso dalla posizione dell’assessore quasi pentito, gli ha fatto notare innanzitutto la tardività del suo “ravvedimento”, sottolineando anche il fatto che un attacco tanto diretto alla maggioranza (e quindi al Sindaco) avrebbe richiesto la presenza del Primo cittadino, che forse avrebbe potuto difendersi (pur in assenza oggettiva di chissà quali argomentazioni a sua discolpa).
Da ultimo, sempre il Capogruppo Scoglio, ha fatto notare all’Assessore anche l’ambiguità del suo atteggiamento poichè, dopo la sua aspra critica nei confronti dell’amministrazione, la logica imporrebbe di prendere le distanze dalla stessa e votare contro i suoi provvedimenti.
Ma Scoglio, nell’occasione un fiume in piena, ha allargato l’orizzonte della sua articolata disamina evidenziando altresì l’assenza, oramai fisiologica, del Sindaco in Consiglio, che assume contorni sempre più preoccupanti (questa maggioranza, e di riflesso la nostra città, è senza guida ed è oramai allo sbaraglio)
Infine Scoglio, al fine di stigmatizzare il comportamento dell’assessore quasi pentito, gli ha contestato anche l’ambiguità del suo atteggiamento poichè, dopo la sua aspra critica nei confronti dell’amministrazione, la logica imporrebbe di prendere le distanze dalla stessa e votare contro i suoi provvedimenti. Una maggioranza che tra l’altro registra l’assenza ormai fisiologica del Sindaco in Consiglio, che assume contorni sempre più preoccupanti (questa maggioranza, e di riflesso la nostra città, è senza guida ed oramai allo sbaraglio).
La verità è che, è cominciata la campagna elettorale e Migliozzi, cosi come altri prima di lui, e con altri insieme a lui, si esercita a stare con due piedi in una scarpa: amministratore nel palazzo e finto oppositore per strada. Evidentemente, essendo consapevole del giudizio di secca bocciatura nei confronti dell’Amministrazione di cui continua a fare parte, cerca di recuperare inutilmente quella verginità politica che ha miseramente smarrito in 4 anni di fallimenti.
Settembre è vicino, nell’interesse della città, si utilizzino questi pochi mesi che ci saparano dalla fine del mandato, per recuperare una parte del tempo perso ma se proprio non si riesce, sarebbe cosa buona e giusta passare la mano ed evitare questa lunga e penosa agonia, conseguenza della scarsa operosità e delle lacerazioni interne.
Figueras