Ancora oggi la gente che passa a piedi per via Porta Napoli, non si spiega come sia possibile che, a distanza di un mese circa dalla sua prima segnalazione, quell’oggetto di ceramica bianco a forma di tazza di cesso, stia ancora lì, un po’ nascosto nella piccola siepe ornamentale.
Numerose le segnalazioni di sdegno ci sono pervenute su questa inquietante presenza ed altrettante ne abbiamo riversato attraverso questo sito anche alle competenti autorità comunali, quelle per intenderci che sovrintendono alla pulizia ed al decoro della nostra città ( spazzamento, pulimento, smaltimento, etc..) le stesse che poi fanno di conto e stabiliscono quanto di più dobbiamo pagare di TARSU ogni anno.
Insomma chi doveva sapere ha saputo e chi doveva intervenire se ne è fott…
L’oggetto sta lì. E allora qualcuno si è posto il problema, vuoi vedere che quello non è un cesso ma è qualcos’altro? Pensa e ripensa, cerca e ricerca cosa ne è venuto fuori? Quell’oggetto in ceramica bianca che giace dentro la siepe ornamentale, in via Porta Napoli, non è un volgare pezzo di ceramica smaltito in fase di ristrutturazione del cesso di qualche nobile abitante della zona, no!
Si tratta di un’opera d’arte, è l’evoluzione moderna di una famosa opera dello scultore Marcel Duchamps dal titolo “l’orinatoio” (vedi foto) che però subisce nel tempo una sostanziale trasformazione con successivo mutamento di utilizzo e dunque da orinatoio diventa “merdaio” (vedi foto).
Ci scusiamo dunque con i megadirigenti comunali che sovraintendono alla pulizia ed all’immagine della nostra città, avevamo scambiato la permanenza di quell’oggetto in quel posto come comportamento strafottente e di plateale menefreghismo ed invece ci hanno spiegato che era ed è solo arte, una forma di evoluzione della specie che interpreta e definisce i contorni della realtà contemporanea della nostra città.
Monsieur Travet