Per i mutamenti sostanziali, operati incautamente dagli sceneggiatori, spostando l’azione dalla vecchia casa di arenaria nella 35° strada ovest di New York (la casa è un personaggio della saga, come Wolfe e Goodwin), a una non precisata residenza di un imprecisata via romana, l’assenza di Fritz Brenner (il cuoco), sostituito da Nanni uno stralunato e inebetito Andy Luotto), la mancanza di Theodore Horstmann, il “balio” delle orchidee, la presenza di Spartaco Lanzetta al posto di Saul Panzer, quella del commissario Graziani e del maresciallo Bordon nelle veci dell’ispettore Cramer (quasi un doppio animico dell’investigatore montenegrino) e del burbero sergente Purley Stebbins e della giornalista Rosa Petrini de “l’Eco della Sera” al posto di Lon Cohen del “Gazzette” costituiscono libertà eccessive e piuttosto balzane. Non regge assolutamente il confronto con la serie realizzata dalla televisione americana nel 2001,protagonisti Maury Chaykin (Wolfe) e Timothy Hutton . Rai 1 offre in massima parte prodotti scadenti .Gli attori una recita scipita e gli spettatori non riescono ad entrare nel meccanismo e nell’atmosfera di un giallo avvincente. Risultati: mancano suspense, mordente, coinvolgimento emotivo! Si sforza Pannofino, ma è la metà di Wolfe (in tutti i sensi), pachidermico, colossale, una montagna semovente.Gli hanno dovuto addirittura "imbottire il posteriore. Grottesco. Un piccolo esempio dell’originalità di Stout e del suo eccentrico Personaggio?
Wolfe a un certo punto decide di dimagrire, di sparire da casa. Decisione apparentemente assurda, se non fosse giustificata da una perentoria ingiunzione di Arnold Zeck, acerrimo nemico del Nostro,di interrompere il suo lavoro. L’investigatore, abbandonando la sua proverbiale pigrizia, si impegna al punto tale che, alla fine, Zeck, sarà costretto in maniera definitiva ad abbandonare questa valle di lacrime. Pessima produzione. Vale ancora la pena di rivedere i dieci episodi con Tino Buazzelli trasmessi tra il 1969 e il 1971, diretti da Giuliana Berlinguer, interpretati anche da Paolo Ferrari (Archie Goodwin) e Pupo De Luca (il cuoco-maggiordomo svizzero tedesco Fritz Brenner). Peccato che ci siano dei buchi nella sceneggiatura fatti senza logica apparente.Il Nero Wolfe di Tino Buazzelli e Paolo Ferrari convinceva, questo a confronto è solo una scialba parodia ! Bastavano già Don Matteo,il commissario di Cammilleri vecchio e giovane eccetera eccetera. Non era il caso di stravolgere , ridicolizzare e provincializzare la genialità giallistica di Rex Stout. Questo piatto di Nero Wolfe all’amatriciana risulta piuttosto indigesto e banale. Non basta assumere bicarbonato o Alka seltzer.
Meglio di gran lunga le originali riletture interpretative dei Promessi Sposi e della Certosa di Parma della Torrini. Appassionanti, coinvolgenti, struggenti, crepuscolari .
E meglio ancora Totò che lo si vede milioni di volte e non stanca mai.
Classe '95 Giovane e Intraprendente internauta.
Digital Champion di Teverola, Aspirante membro del forum giovanile Teverolese.
Attivo nel sociale e nella web psychology, tra i vari hobby ho quello dell'illusionismo e della fotografia.
Per gentile concessione del Direttore i lettori potranno , attraverso il libro qui pubblicato, ripercorrere gli eventi che hanno portato alla realizzazione del Monumento equestre sito in Largo Croci a Teano.
Questo sito web utilizza cookie per gestire, migliorare e personalizzare la tua navigazione. Per maggiori informazioni su come utilizziamo i cookie e su come rimuoverli, consulta la nostra politica sui cookie.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. AccettoLeggi di più