Siamo oramai al “rutto”! La così tanto magnificata Seconda Repubblica, con i suoi parlamentari ed il loro modo di intendere la politica pro o contro BERLUSCONI, ha compromesso quanto aveva determinato una evoluzione, peraltro epocale, dell’impianto governativo. Oggi, nella logica del salvare il salvabile, appare necessario evitare di commettere un altro errore, nondimeno di portata storica: identificare, al pari di quanto accade in altri paesi dell’Unione Europea, la destra parlamentare quale insieme di movimenti moderati o di ispirazione moderata e la sinistra, invece, quale catalizzatrice dei movimenti progressisti.
Ma l’Italia, sotto il profilo politico, ha sempre evidenziato sostanziali differenze dagli altri Paesi europei, determinate da diversità culturali, di tradizioni, storiche, religiose ed economiche.
In Italia i moderati confluivano e si identificavano nel “blocco democristiano”; la destra, invece, costituiva una forza di dissenso sociale e nazionale e, pertanto ed impropriamente, era considerata al di fuori dell’Arco Costituzionale (solo un deciso ed accorato intervento parlamentare dell’On. Craxi avvalorò la tesi che tutte le forze politiche presenti in parlamento erano forze d’espressione popolare e quindi facenti parte integrante dell’Arco Costituzionale). La sinistra si identificava nel PCI (conservatore perché ancorato al potere che il compromesso storico gli garantiva); di progressisti neanche la traccia, fatta eccezione per il movimento radicale, protagonista di battaglie sociali!
Vent’anni fa un filone giudiziario, appoggiato dalla politica del PCI, spazzò via il pentapartito ed un capitalista di area socialista ne ereditò l’elettorato, sdoganando simultaneamente Lega e MSI, che passarono dal dissenso al potere; invece la sinistra post comunista (quelli della Bolognina) divenne la nuova forza conservatrice, assistenzialista e, ove servisse, bigotta e critica.
Ora i moderati (democristiano si nasce, non si diventa!) post berlusconiani possono, finalmente e sotto le bandiere del PPE, riconfigurarsi “tutti insieme appassionatamente”: Terzo polo, centristi del PD e, udite udite, anche quelli dell’IDV. Tuttavia, riflettendoci bene, meglio loro del trio Bersani, Vendola e Grillo. E