Che l’accaparramento del posto sia una delle abitudini che fanno parte del costume italiano, che non c’è concerto senza la fila di posti riservati, oppure alcune sedie con un indumento lasciato lì proprio per occupare il posto per chi verrà più tardi. Una volta si usava mettere il cappello su di una sedia per dire che quella era occupata, addirittura in chiesa, qualche volta, sono stati notati movimenti strani tutti comunque tendenti a preservare il posto a chi è in ritardo o intende semplicemente prendersela comoda.
L’abitudine si è poi estesa anche ai posti macchina. Qualcuno in passato, soleva mettere una sedia davanti al proprio negozio per evitare che vi parcheggiassero le auto, qualcun altro ha provveduto a sistemare delle fioriere per occupare il posto a danno di qualche macchina. In un quartiere di Napoli addirittura si utilizzavano i vecchietti per non perdere il posto nella fila.
Ma… ma che si occupassero anche le dimore singole al cimitero questa è una novità, non diciamo paesana, forse neanche nazionale.
E’ quello che abbiamo scorto presso il cimitero di Teano Centro, ormai punto di attrazione per tutte le cose che non si dovrebbero mai vedere in un luogo sacro come la dimora dei nostri defunti.
Una targa bianca con una scritta che recita testualmente “POSTO occhupato” sistemata a capo di un rettangolo di terra, predisposto per essere una futura tomba. L ’avrà messo qualcuno che è arrivato per prima e vuole che un amico,m un parente venga sistemato vicino a lui, oppure una persona vivente che ha deciso di occupare quel posto e non vuole che altri lo precedano. O forse più semplicemente il proprietario del piccolo lotto funerario, nel timore che qualcuno lo occupasse abusivamente, ha pensato bene di avvertire eventuali aspiranti locatari.
Ormai presso i nostri cimiteri si può osservare di tutto, quello che non avremmo mai pensato di vedere, che qualcuno esponesse un cartello nel quale si avvertono i viventi di non farsi troppe illusioni, che quel posto è già occupato e dunque trovassero altre sistemazioni.
Quali altre sorprese dovremmo aspettarci da questo nostro, movimentato cimitero?
Rosa Chirico