Quando apprendemmo che il regolamento comunale della Consulta per l’ambiente era stato predisposto da due importanti esponenti del consiglio comunale, Gianpaolo D’Aiello e Carmine Corbisiero, in rappresentanza della maggioranza e della minoranza, commentammo che forse eravamo sulla strada buona, si era capito che in alcune circostanze la contrapposizione non porta frutti e dunque condividere conviene perché garantisce maggiore partecipazione a vantaggio della qualità del prodotto. L’altra sera in consiglio Comunale bisognava approvare questo regolamento, scritto a quattro mani, come abbiamo letto da qualche parte ma,poiché il lupo perde il pelo e non il vizio, proprio quando si doveva approvare il documento, c’è stata la richiesta di intervento dell’assessore La Prova, solitamente silenzioso, vicino di sedia e di area politica del capogruppo D’Aiello, uno dei due estensori del documento.
I presenti si aspettavano un intervento politico, poiché La Prova tecnico non è, almeno nella materia in esame ma, tra lo stupore della minoranza e l’imbarazzo di parte della maggioranza, il Preside assessore chiedeva che, nel capoverso con il quale si indicano i requisiti per essere nominati nella Consulta, laddove si leggeva che i possibili candidati dovevano avere la residenza o il domicilio nel nostro comune, andava eliminata la “o” e inserita la “e”.
In poche parole chi non risiede e domicilia a Teano non può far parte della Consulta. Nella prima stesura era sufficiente uno dei due requisiti.
Questa semplice sostituzione ingiustificata, illegittima, incostituzionale, inopportuna, ha fatto trasalire i presenti ma, soprattutto i rappresentanti della minoranza che hanno visto in questa proposta, il poco celato tentativo di evitare la nomina di persone non gradite alla maggioranza. Il risultato è stato che il correlatore della proposta , il consigliere Corbisiero, non solo ha anticipato il suo voto contrario ma ha addirittura ritirato la propria firma dal documento, lasciando a D’Aiello la sola titolarità del testo che la maggioranza, in chiara sindrome da pecorismo, ha approvato con la modifica La Prova.
Corbisiero al termine dell’acceso dibattito, ha tenuto a sottolineare che: “ Mi pento di aver dato il mio apporto alla stesura del documento, che con l’emendamento dell’assessore La Prova, approvato dalla maggioranza , è stato stravolto nel concetto di democraticità e di partecipazione dei cittadini . Infatti l’emendamento proposto da La Prova riduce fortemente la possibilità dell’amministrazione comunale di usufruire della collaborazioni dei cittadini tutti, residenti o domiciliati che siano. A mio avviso questa manovra vuole danneggiare qualche cittadino e privarlo anche della possibilità di partecipare alla selezione per la nomina nella consulta. Trattasi di una palese ingiustizia e di una arbitrarietà spaventosa , che viola anche la legge” ed ha concluso:” Quanto è stato questa sera votato dalla maggioranza stravolge il principio per cui fu ideato ed elaborato il regolamento della consulta, cioè l’applicazione del metodo democratico nella gestione della cosa pubblica Per questi motivi , visto che il documento non ha quei requisiti per cui mi sono impegnato, ritiro la firma sulla proposta di regolamento della consulta e voto contro questo documento . “
Questa è la forza della democrazia, chi ha i numeri comanda, anche se qualcuno dall’opposizione, come il consigliere Ciro Balbo, ha tentato in tutti i modi di spiegare al collega avvocato D’Aiello, che in quel provvedimento c’erano tutti i limiti di incostituzionalità e che il documento non era valido. Basti pensare che, secondo questo principio inserito nel regolamento, qualora uno dei consigliere Cirelli o Balbo, domiciliati a Teano, ma con la residenza in altra città, eletti rappresentanti del popolo teanese, componenti del consiglio comunale che deve approvare il regolamento, pur volendo, non potrebbero essere nominati nella consulta. Ma di esempi se ne possono fare tanti per esempio, un nome a caso, l’architetto Roberto Boragine, residente in altra città ma originario di Teano da almeno tre generazioni, quivi domiciliato dove vive con la propria famiglia e svolge la professione, buon conoscitore del territorio e delle sue problematiche, pur volendo, non potrebbe far parte della Consulta.
Un cittadino presente in consiglio, che inizialmente non aveva capito bene cosa stesse succedendo, quando gli è stato spiegato quello che era accaduto, ha commentato: ” Vir, vir, man a chi ce simmo miss!"
MMC