E’ la frase – tormentone resa celebre dal personaggio del “Marchese del Grillo” interpretato, nell’omonimo film, dall’indimenticabile Alberto Sordi: compendio di presunzione ed arroganza che caratterizzava, ma non sempre, la “Nobiltà”, o la presunta tale. Grazie alle Rivoluzioni Francese e Russa, la Nobiltà non esiste più da secoli; ma, ahimè, con essa è sparita anche la “nobiltà d’animo” che dalla prima era cosa ben diversa. Quest’ultima non nasceva, né era esclusiva di alcun ceto sociale, anzi era più facile ritrovarla tra le classi più umili; eppure, a giudicare quotidianamente dai comportamenti della maggioranza degli uomini, credo se ne sia perso anche il ricordo. Da una rapida ricerca su Internet, leggo e riporto alcune definizioni chiarificatrici del concetto di nobiltà d’animo : “Ha un animo nobile chi non è rinserrato su se stesso, chi non si occupa soltanto del suo Io, del suo interesse, ma che ha energia e ricchezza interiore per dedicarsi anche agli altri, per farsi carico dei loro bisogni. Chi si spende, chi si prodiga. Quindi un generoso…” ed ancora “..E’ la Nobiltà d’Animo che impedisce azioni squalificanti, offensive, umilianti, maleducate. …La Nobiltà d’Animo stimola a trattare alcuni argomenti con delicata sensibilità, perché sappiamo che potrebbero far soffrire la persona, conoscendo l’impatto negativo di parole o gesti offensivi o minaccianti”. Come vedete ci riferiamo ad uno stile comportamentale, ad una educazione dello spirito, ad una capacità di sentire, di entrare in empatia con il prossimo e di “sapersi” mettere a sua disposizione: ho virgolettato il “sapersi” perché il dedicarsi agli altri richiede capacità interpretative prima che fattive, capacità di distinguere ed interpretare momenti ed esigenze, senza fare di ogni erba un fascio, solo per il gusto di poter dire “io sono un cavaliere”. Già, perché la nobiltà d’animo, nel Medio Evo, era soprattutto prerogativa dei Cavalieri, che dovevano possederla e dimostrarla prima di divenire tali. Tutte belle qualità ritrovabili in ogni uomo, non reperibili né trasmissibili per blasone dinastico, ma solo per sensibilità individuale e costituzione. “Condizione o classe sociale definita dal godimento e dalla difesa di particolari privilegi e dalla elaborazione di un proprio ideale di casta.” Oppure “Superiorità riconducibile a prestigio, elevatezza, eccellenza” è invece la definizione di Nobiltà e basta. Da essa nasceva allora una saccenteria di superiorità legata solo alla appartenenza a quella casta e che permetteva al Marchese del Grillo di ripetere convinto la frase di cui al titolo. Il brutto è che ancor oggi permangono, e si trasmettono, convincimenti di superiorità che non stanno né in cielo né in terra, alieni da qualsivoglia base, meno che mai di nascita, ceto o censo. Così come merce sempre più rara è divenuta la “nobiltà d’animo”. Solo una piccola riflessione la mia? Certo. Non posso però esimermi dal pensare se la frase del Marchese del Grillo “faccio così perché io sono io e voi non siete un c..zo” sia risuonata nella mente dei Consiglieri Comunali nella seduta di giovedì 13 scorso. In quella dei consiglieri di maggioranza, a giustificazione della fallace titolarità a poter fare quel che si vuole, o in quella dei consiglieri di minoranza, trattati “ à poissons dans le visage “ (elegante francesismo per dire “a pesci in faccia”) dalla confusa, plagiata, inconcludente e pericolosa massa detentrice del potere? Sono propenso a pensare, ed il collega Corbisiero ne ha già fatto fedele reportage, che la frase del Marchese ed, ahimè, il suo forte spirito antidemocratico, sia echeggiato nelle menti dei primi e sia stata subìta dalle menti dei secondi. Non ci è nuova, cari Palmiero, Di Benedetto e Corbisiero, l’arroganza come mai avevamo visto in Consiglio Comunale, da me frequentato dal lontanissimo 1980 e ancora purtroppo alimentata e sorretta dalla gente. Abbiamo già perso molto e molto ancora continueremo a perdere. Purtroppo non è detto che non esista qualcosa di “più nero della mezzanotte”.
Speriamo che, almeno quello, ci venga risparmiato. À bientot.
Claudio Gliottone