Il segretario del PD Matteo Renzi, con un colpo a sorpresa, ha candidato cinque donne come capoliste alle prossime europee di maggio.
Si tratta di Alessandra Moretti per il Nord Est, Alessia Mosca per il Nord Ovest, Simona Bonafè per il Centro, Pina Picierno per il Sud e Caterina Chinnici per le Isole.
Fino a qualche giorno fa le previsioni erano altre e si puntava più su personaggi che avevano riscosso all’interno ed all’esterno del partito particolare notorietà ovvero si erano distinti per avere svolto ruoli determinanti e qualificanti. Uno di questi è il Sindaco di Bari Michele Emiliano il quale non ha nascosto il proprio disappunto anche se ammorbidito con dichiarazioni diplomatiche, diversamente da quelle molto più risentite espresse dai suoi conterranei.
Ancora una volta, ed è la terza, la giovane Pina Picierno, attuale membro del Parlamento italiano, viene nominata per rappresentare il Pd in una competizione elettorale. Due volte addirittura come capolista, la prima nelle politiche che la videro eletta deputata per la prima volta come capolista di Campania 2 e questa volta per occupare un seggio a Strasburgo.
Pina Picierno ha espresso gratitudine a Matteo Renzi ed al Pd e, se la dichiarazione riportata da un giornale locale corrisponde al vero pensiero della deputata “Ci divertiremo un sacco!” probabilmente l’entusiasmo per la candidatura avrà fatto passare in secondo piano la grande responsabilità ed il grande impegno che gli eletti dovranno assumersi per fronteggiare un atteggiamento interno non certamente entusiasta dell’attuale Europa ed un altro atteggiamento di sospetto che le grandi nazioni europee sfogliano nei confronti dell’Italia ogni qualvolta si parla del nostro paese.
La scelta di Renzi ha raccolto pareri contrastanti anche all’interno del suo partito. La scelta delle donne come capolista è stato considerato un atto di demagogia politica tra quanti ritengono che le posizioni andrebbero assegnate sulla base delle competenze e della esperienza, altri invece ritengono che si tratta di un forte segnale di rinnovamento e di svolta per recuperare consensi tra l’elettorato rosa uscito male dalle ultime votazioni in parlamento. Ma non è l’unica perplessità che si ricava leggendo i nomi dei vari candidati del Pd, a partire da Nicola Caputo, consigliere Regionale, escluso dalle politiche del 2013 per la vicenda dei rimborsi in consiglio Regionale (lo avrà prosciolto direttamente Renzi), stesso ragionamento va fatto per Cozzolino a cui il PD addebitò manovre irregolari nelle primarie dello stesso partito.
Valutazioni che naturalmente non tengono conto di coloro che saranno i veri attori delle prossime elezioni europee, gli elettori. Non si può ancora prevedere quali effetti produrrà il crescente antieuropeismo sollecitato e coltivato dai Grillini e dalla Lega Nord, la divisione esistente all’interno del centrodestra ma soprattutto il grande e grave fenomeno dell’astensionismo a cui dovrebbero ispirarsi i nostri governanti ai quali forse sfugge che, uno dei motivi per cui la gente si rifiuta di andare al voto, è perché in molti casi si sente privata della libertà di scegliersi i propri candidati a cui dare la fiducia ed il gravoso compito di interpretarne le istanze.