Si volerà alto, pensavamo con entusiasmo, quando abbiamo ricevuto e letto il cortese invito della dott.ssa Pentella a partecipare al convegno per la presentazione del libro del dott. Raffaele Cantone “ Solo per Giustizia”. Conoscendo la fama meritatissima dell’autore, conquistata in tante battaglie combattute e vinte nei confronti della criminalità organizzata, le aspettative sulle eccellenti prerogative per il successo del convegno erano altissime.
In verità così è stato, almeno per la prima ora dall’inizio dei lavori dove, l’intervento del dott. Guarriello ( a cui, crediamo, si debba il merito della presenza al convegno del dott. Cantone), la sua attenzione nella moderazione e nel planning degli interventi, la sua presentazione degli obiettivi dell’incontro erano in pectore i presupposti di un successo scontato. Infatti, di grande effetto, non solo scenico ma di grande contenuto, sono stati i due video da lui presentati in questa prima ora e alla fine del convegno. Due video rappresentativi del degrado di fantasmi di città che hanno accompagnato la lettura di due passi del libro del dott. Cantone; due momenti della sua esperienza lavorativa e di relazione con un sordido mondo in cui egli stesso, forse mal volentieri, si è dovuto immergere. Due video che hanno imposto a tutti una comune, intensa, riflessione su come il “ cancro” della criminalità organizzata abbia pervaso profondamente con le sue metastasi anche gran parte dell’attuale mondo giovanile in quell’area fortemente inquinata dalla camorra che, anche se sconfitta in tanti suoi gangli principali, ha lasciato pur sempre partire delle cellule maligne che, quasi come una eredità genetica, si annidano nel tessuto connettivo in particolare delle nuove generazioni. Sono state queste le riflessioni che, in maniera pacata e sobria, ha voluto offrirci anche nel suo intervento sul tema della giustizia ( e solo su quello) l’onorevole Giuseppe Stellato. Una attenta analisi, nel recensire il lavoro del dott. Cantone, osservata con l’occhio dell’avvocato e non del politico, sugli aspetti estremamente negativi di una realtà in cui assistiamo, purtroppo, al rinnovarsi di continue, oscure connivenze nel mondo dell’economia, della imprenditoria, bancario e persino dei cosiddetti colletti bianchi. All’apice di questa curva gaussiana valoriale rappresentata dalla presentazione di questo splendido libro, si è inserito l’intervento dell’autore. Il dott. Cantone ci ha invitato e guidati in un breve ma sostanziale viaggio nella sua memoria, trascritta concretamente nella sue pagine, in cui si è cercato, divorando letteralmente il libro in poche ore, di individuare le tante ragioni che lo hanno condotto “quasi per caso”ad un lavoro estremamente complesso del quale egli stesso, nel suo intervento, ha voluto darci una immagine indelebile e delle enormi difficoltà che si incontrano quando di fronte ci sono muri di silenzi ed omertà. Questa la sintesi di una prima splendida ora in cui si è parlato solo e solo di giustizia. Poi, come accade in ogni curva gaussiana, c’è stata la fase discendente e, in caduta libera, è stato il momento dei politici (non ne facciamo volutamente i nomi). E’ iniziata una inopportuna passerella di interventi a senso unico e purtroppo senza la possibilità di un interlocutorio che sicuramente, dati gli argomenti stimolanti si sarebbe potuto introdurre. Una promessa che era stata fatta all’inizio del convegno e poi, purtroppo, non mantenuta.
Si sarebbe voluto continuare a volare alto, ma, purtroppo, si è partecipato, in questa ultima ora, ad una riunione di Partito politico con i consueti interventi simil comiziali, le consuete ovvietà. Una deriva alla quale, alla fine, non ha saputo resistere neanche il dott. Cantone con un suo intervento su alcuni argomenti di forte attualità quale la legge sulle intercettazioni telefoniche, le acute problematiche legate alla riduzione dei budget ministeriali etc. Va bene, è finita così. Abbiamo rimpianto le argomentazioni della prima ora; anche perché, alla fine, si sarebbe potuto anche chiedere al dott. Cantone, con gli attuali presupposti quale potrà essere il destino della Giustizia nel nostro Paese e, quali, secondo il suo pensiero, sono le condizioni strutturali-organizzative da creare perché in Italia ci sia una Giustizia degna di tal nome.
Fabiano Cirelli