“Tornano i tempi dove la fiducia prende il posto della tristezza, tornano i tempi dove la Banca non ti guarda troppo dall’alto, i tempi delle buone maniere e bla, bla, bla…”
Questo è solo una parte dello spot pubblicitario che una Banca Popolare sta trasmettendo su tutte le reti televisive nazionali. Il messaggio è chiaro, oggi la Banca ha fiducia nei clienti, oggi la Banca ti tratta da pari a pari , oggi la Banca usa buone maniere, insomma oggi la Banca è quanto di meglio si possa immaginare in termini di educazione, stile e fiducia nel prossimo.
Un esempio? Leggete cosa è capitato ad un nostro concittadino la vigilia di Natale.
M.G. è un uomo di 45 anni, originario di S.Marco Evangelista di Teano ma, attualmente residente in Toscana. Ogni tanto torna nella sua città di origine, risolve qualche faccenda legata al mantenimento di qualche proprietà, cura le relazioni familiari e risolve qualche problema sospeso.
In occasione delle festività natalizie è tornato a Teano ed a ricevuto in pagamento, per faccende private, da un compaesano di Casi, un assegno di conto corrente di euro 1200 della Banca Popolare di Bari, filiale di Roccamonfina. Si informa, chiede spiegazioni, decide di recarsi a Roccamonfina presso lo sportello bancario dove ha il conto l’amico che gli ha rilasciato l’assegno, nel tentativo di farselo cambiare.
Sono le ore 9,15 circa del 24 dicembre, ed è già lì, a Roccamonfina, davanti all’ingresso della filiale della Banca Popolare di Bari. Porte vetrate, all’interno c’è un dipendente che aziona il pulsane per l’accesso dei clienti. M.G. gesticola per attirare la sua attenzione e per farsi aprire. L’impiegato gesticolando a sua volta (come si fa con i sordomuti) chiede perché vuole entrare (forse voleva sapere se aveva intenzione di fare una rapina) e M. sventola l’assegno per fargli capire che vuole entrare per cambiarlo. L’impiegato gli fa cenno che non può aprire. Assurdo pensa M. come fa questo signore a decidere chi può e chi non può entrare? Insiste mostrando anche qualche attimo di insofferenza. L’impiegato allora si decide a chiamare il Direttore il quale fa capolino dal suo ufficio. Dal labiale si traduce che ha risposto: Non farlo entrare!
Deve avergli fatto proprio una brutta impressione ai due dipendenti della banca il nostro M.G. se solo attraverso i vetri sono stati in grado di decidere che quel signore non aveva un aspetto rassicurante e dunque non era consigliabile farlo entrare. Intanto M. continua a gesticolare che vuole entrare almeno per spiegare di cosa ha bisogno o forse solo per chiedere spiegazione di quello strano atteggiamento. Finalmente il Direttore si decide e, voi pensate che autorizza l’ingresso? Nient’affatto, esce dalla Banca e si ferma a parlare con M. sul marciapiede, proprio davanti all’ingresso, mentre intanto l’impiegato fa entrare altri clienti che nel frattempo erano sopraggiunti.
M. spiega che vuole cambiare l’assegno ma il direttore gli risponde che l’importo è troppo alto e non può cambiarlo. M. gli mostra allora il tesserino della Polizia di Stato ma non serve. Il direttore è irremovibile. Posso capire che non sono correntista di questa filiale, posso capire che l’importo è alto ma perché non mi fa entrare? È stata la replica di M. Risposta lapidaria del Direttore:”Ma se non può cambiare l’assegno che cosa entra a fare?”.
Ora forse è più chiaro ai nostri lettori lo slogan pubblicitario della Banca: La fiducia sei tu cliente che devi averla nei confronti della Banca e non viceversa, le buone maniere le troverai se ti presenti con una borsa piena di soldi da versare sul tuo conto, la Banca non ti guarda dall’alto in basso, la Banca non ti guarda e basta.
Certo che il rapporto tra i risparmiatori e le banche non sono mai stati così tesi, un po’ per la crisi ed un po’ per la nuova arroganza che alcune volte questi giovanotti privilegiati, i cosiddetti bancari, ostentano nel rapporto con la clientela, trascurando il fatto che le filiali dei piccoli centri, spesso, si reggono grazie ai sacrifici di persone umili, oneste e laboriose come M.G. che quindi avrebbe meritato il massimo rispetto e non l’umiliazione di essere trattenuto sulla soglia della Banca come un delinquente qualunque.
A pensarci bene, una vicenda del genere, a parte le regole bancarie, a parte altre considerazioni, poteva essere evitata se solo il funzionario avesse utilizzato una norma universale: la buona educazione delle buone maniere!
Antonio Guttoriello