In questo confuso periodo si è consumato l’ennesimo funerale della destra teanese. Ne hanno dato annuncio i soliti gerarchi, ovvero coloro che affondano le proprie radici in quella destra dai connotati più propriamente sociali e che nel corso di questo ultimo decennio, con il proprio improvvido esempio, hanno impedito una operazione di rinnovamento, alla luce degli ultimi accadimenti, quanto mai opportuna. Sin qui nulla di nuovo mormoreranno in tanti.
Il tempo con il suo lento incedere tutto cambia, lima gli spigoli, muta i caratteri, ma nulla ha potuto contro coloro che continuamente cercano di convivere con il complesso del primo della classe e che impediscono quindi, lontano da loro, l’affermazione di quel trend culturale ancora molto caro alla popolazione sidicina. Eppure il cittadino teanese tende ad identificare come propria area elettiva quella di centro destra, a cui non sono certo mancate occasioni per ricompattarsi nella sua interezza. Occorre quindi interrogarsi sul perché questo non avvenga.
Vi saranno magari divergenze di opinioni sull’indirizzo socio economico da dare alla collettività? Sarà forse diverso il modo di vivere il sentimento ideologico? Oppure vi saranno semplicemente opinioni diverse sul modo di fare politica in senso lato? Con molta probabilità nulla di tutto questo. La verità è che nessuno ha intenzione di superare il personalismo che ha contraddistinto generazioni politiche e il cui superamento ha come vertice apicale l’affermazione del bene per la collettività.
Cosa dire allora? La destra teanese cosa fa ed in quale persone può identificarsi? Può essere ricondotta a quelli che pure avendo i numeri ed il pedigree giusto nulla hanno fatto perché non si cementasse nell’ultimo decennio il malaffare che adesso tutti vogliono presto dimenticare?
A giovani rampolli, figli di una generazione politica fine a se stessa,sempre pronti a sbandierare ai quattro venti il vessillo della propria militanza e la strenua difesa ( da lontano, si badi…) di un territorio ormai esasperato?
O, invece, a quegli ultimi moicani che, seppur riconosciuti dalla collettività quali appartenenti al novero delle persone per bene, non sono ben voluti dai loro negletti fratellastri ?
Sicuramente questi ultimi si distinguono dai primi per modi, intenti ed intenzioni ed i progetti, poi, appaiono davvero tanto lontani tra di loro. Appare veramente difficile rispondere. Molto più facile potrebbe essere scegliere, se solo ve ne fosse la possibilità. Teano avrebbe bisogno ora come non mai non di liste civiche ma di partiti composti da buone persone e di intellighenzie concretamente istruite al rispetto del territorio e del prossimo.
Ad alcuni sedicenti alfieri della destra teanese va poi pure imputato l’ultimo tentativo di inciucio con la sinistra, tentativo questo, per fortuna, naufragato grazie all’opera di questi ultimi, scarsamente convinti dell’affidabilità dei primi. La destra sidicina, quindi, giace colpita perché incapace di abbattere i propri totem e di superare i propri e soliti limiti caratteriali.
A differenza loro, l’area social democratica di sinistra ha, invece, almeno formalmente, cercato di togliere la polvere da sotto i tappeti, rinfrescare le pareti con colori nuovi e brillanti, cambiare il mobilio. Bisogna riconoscere a questi lo sforzo di avere cercato di invertire la rotta. Non si sa se tale operazione sia stata il frutto di un ragionamento consapevole e l’assunzione di responsabilità da parte di coloro che hanno in buona sostanza contribuito a creare il decadimento anche culturale e morale che la nostra compagine cittadina vive, o piuttosto il solito fumo negli occhi gettato in maniera sprezzante contro un cittadino che ha ormai perso la sua intima dignità di votante.
In conclusione, insomma, si è sempre punto e a capo: chi esclude o vuole escludere prima o poi verrà escluso.
Severino Lo Giudico