Barbara
prima di aspettare qualcuno che mi offra fiori.
Fu il dolore dell’apprendimento? Piangesti molto? Fu la pulizia dell’anima. Ti arrabbiasti con le persone? Credesti che tutto era perduto? Era l’inizio del tuo processo di miglioramento.
La galleria dei ritratti di André Durand è il suo giardino, ma anche il giardino dell’osservatore dal cuore poderoso e ardimentoso come Parsifal , l’ultima spiaggia di un Artù al tramonto delle sue balde imprese, nuvole barocche di un autunno lunare.
Isabelle Kriestensen: uno sguardo oltre il reale, piume e mistero, occhi che forano l’invisibile e come eccipiente , piume e uno sfondo onirico, irreale. Una scultura lo definisce lo conchiude e lo conclude, poi l’abisso di desideri inespressi.
La tecnica è sempre rarefatta, ai limiti del percepibile, l’inventiva cromatica supera ogni raffinata, eloquente completezza.
Mentre la morena LADY SOPHIA VANE TEMPEST STEWART sembra che stia per proiettarsi alla ricerca dell’albero del bene e del male in un volo bloccato da cosa? La perfezione cromatica sfiora il destino della bella dama, l’avvolge in un rassicurante palpito, protettiva invenzione dell’Artista sempre alla ricerca della sua stella cometa come i Magi d’oriente, né tre, né re. Un abate dal volto solcato dai graffiti dell’esperienza e della saggezza, punto di fuga una preziosa croce pettorale, unica raffinata indulgenza alla scabra essenzialità del dipinto, sembra salmodiare antichi canti monodici, alla ricerca di un contatto col giorno perfetto, con l’universalità della preghiera." Quis bene cantat bis orat" – Chi canta bene prega due volte. E ci riporta ancora alla sublime porta d’oriente la coralità del quadro di FATIMA GAILANI & HOMAIRA NASSER-ZIA WITH ZOHORA. Musicalità e armonia scandiscono la figuratività estremamente raffinata degli abiti e delle espressioni, che fanno contrasto col cromatismo monocorde e brullo di uno sfondo che porta sulle strade d’ocra di carovaniere che ci porteranno nei regni dimenticati dalla storia e dalla memoria. Chissà: Saba, Idumea, l’Iràn delle Mille e una notte, la Baghdad di Harùn Al Rashid, il califfo savio e astuto, ai serici porti di un’India acoloniale, sovrani insondabili, sultani e principi malati di spleen e Shahrazad a tessere la trama incantata di favole antiche. BARBARA AT CLARENDON HOUSE riproduce in anteprima l’atmosfera ectoplasmica e inquietante del film The Others, magistralmente interpretato da una stupenda, rarefatta Nicole Kidman. La pelle nivea e il bianco vestito della dama inducono a pensare alle vette immacolate dell’Himalaya, la fontana alle iridate scroscianti cascate del Canada, la bambina raccolta ai bordi della vasca richiama la nostra infanzia perduta, sogni infranti, solitudine di una infanzia ancora inespressa. Intanto l’impellicciata STEPHANIE BEACHAM, glaciale e compassata riaffiora dai laghi della memoria in una irrisolta miscela di eleganza e turbinante impronta caratteriale. Il PAS DE DEUX di SIR ANTHONY DOWELL & DAME ANTOINETTE SIBLEY è di una indescrivibile eleganza cromatica e compositiva. Fantastico! E per concludere ELEANOR ROBINSON IN ROME colpisce per la ricchezza dei dettagli, la sinuosa compostezza dei disegni osservati dalla nobile signora con occhio acuto e competente , investigante un arte eclettica e pensosa, dinamica e prodigiosa. Alla fin fine mi ricorda la Miss Jane Marple di Agatha Christie in versione elegante da sottile intenditrice. Il MARCHESE EMILIO PUCCI DI BARSENTO A CAVALLO rammenta il Monumento a Bartolomeo Colleoni del Verrocchio ( 1488 ) e quello eretto al Gattamelata (Erasmo da Narni ) dall’ immortale Donatello nella piazza della Basilica di S. Antonio a Padova, o addirittura alla statua di Marco Aurelio in Roma della cui realizzazione le fonti sono spilorce. E’ abbastanza accreditabile che sia stato realizzo nel 176 d.C., insieme ai numerosi altri onori tributatigli per il trionfo strepitoso sui Germani, o nel 180 d.C., appena si fu trasferito all’altro mondo..
Giulio De Monaco