Nella storia della nostra Chiesa San Paride è un anello d’oro del quale non possiamo fare a meno; senza questo anello, noi rischiamo di perderci (.)In questo pellegrinaggio avviene un incidente: questo pellegrino si ferma qui; diventa il liberatore, diventa il padre della nostra Chiesa non senza difficoltà, vivendo l’irriconoscenza anche di coloro che egli aveva liberato dal "dragone".(.) Se la fede è passata attraverso questo anello, se la tradizione ci ha presentato Paride, padre, liberatore, educatore, Pastore e Vescovo di questa Chiesa, e per secoli si è celebrata la sua presenza di intercessore e di modello, questo per noi non è secondario. S.E. Mons. Arturo Aiello – Cattedrale di Teano 5 agosto 2010
Sulla necessità di "rimodulare lo schema", ormai abusato, della festa tradizionale posso anche condividere l’osservazione che i Teanesi, insoddisfatti, diventano sempre meno generosi al momento della colletta ponendo in difficoltà i collettori. Vi sono però altre cause che vanno ugualmente poste in evidenza. La Festa di S. Paride, ricorrendo nella prima settimana di agosto, è occasione propizia per un’annuale ritorno dei tantissimi Teanesi residenti altrove che forte sentono il richiamo del Campanile; è altresì occasione d’incontro anche per i tanti concittadini residenti nel vasto territorio comunale che poche altre opportunità hanno di far festa insieme. Non va però dimenticato che la Festa di S. Paride costituisce altresì per i pochi, se si vuole pochissimi, devoti l’unica rnanifestazione di culto pubblico per tributare omaggio e rivolgere preghiere al Patrono, venerandolo come Santo e onorandolo come fondatore della diocesi e maestro di vita dei Sidicini romanizzati.
Tutto questo dovrebbe bastare a tenere in vita un gruppo per i festeggiamenti che sappia organizzarli decentemente e per tempo; un comitato composto da cattolici militanti, aperto anche a ogni più larga partecipazione. perché la festa popolare è sempre un misto di manifestazione di autentica pietà popolare e di meno cristiana, ma non immorale, baldoria. Non va inoltre dimenticato che S. Paride non è solo nostro Padre nella fede, ma è anche il personaggio storico che ebbe un rilevante ruolo sociale nello sviluppo della Teano romana convertendola al Cristianesimo. Allora bisogna riconoscere a chiare lettere : alla Festa di S. Paride è venuta meno qualcosa di più del semplice adeguarsi dell’organizzazione alle nuove tendenze e al modo di divertirsi delle nuove generazioni; è venuta meno I’intensità del culto. Quel culto che invece i Teanesi esprimono in forme sempre più vigorose per altri santi venerati in altre chiese, S. Antonio, i SS. Cosma e Damiano, S. Reparata, ma non manca di esternarsi anche nelle feste di quartiere di S. Antonio Abate e di Nostra Signora della Libera. È venuto meno il culto. Si è dissolta l’affezione. Non a caso in passato gli eventi più emblematici nella vita religiosa del nostro popolo venivano fatti coincidere con la festa patronale. La nuova cattedrale, simbolo della resurrezione della Città dalle rovine della guerra, fu inaugurata il 3 agosto 1957 con manifestazioni grandiose; il ventennale di quella ricorrenza fu solennizzato con la pubblicazione di uno studio sulla cattedrale, seguito poi da un altro per il 50° . Il nuovo busto metallico del Santo fu trionfalmente accolto dai Teanesi all’inizio del novenario per la festa del 1984. Più volte furono portate in processione le reliquie del santo, custodite dal 1957, in una nuova artistica urna bronzea nel settecentesco Cappellone, che è sempre meno frequentato dai fedeli ed è ridotto a pura testimonianza artistica di un’antica devozione che si va spegnendo. Proprio per rinvigorire questa devozione, il sempre venerato Mons. Sperandeo rendeva più solenne la festa e più forte il richiamo dei devoti, cedendo ogni anno il pastorale a un Vescovo, e in molti casi a un Cardinale, invitato per tenere il pontifìcale del 5 agosto in un tempio che in quel trentennio era sempre stracolmo di devoti. Il Vescovo inoltre prodigava somma cura e conferiva grande dignità alla Basilica di S. Paride presso la fonte, che, per chi proviene dal bivio di Torricelle, di giorno o di notte, con il sole o con il vento dona in prospettiva un senso di pace e rasserena lo spirito La bella Basilica di S. Paride all’interno ha inclusa un’ antichissima sorgente , affinché ad essa venisse conferita una destinazione catartica per immersione .Durante il restauro della Basilica romanica, furono ritrovate ampie tracce, sottostanti l’edificio di culto, della primitiva evidenza della costruzione paleocristiana e una vasca che mostra graffita una croce. Non credo sia opportuno dilungarsi. Questo scritto vuole solo offrire qualche spunto per una più approfondita riflessione sul nostro piccolo mondo teanese, sacro e profano, che merita attenzione e rispetto.
Giulio De Monaco