Era di una simpatia unica quel mio vecchio amico, ormai non più tra noi. Viveva in casa con uno zio sacerdote, dai rigidi costumi morali, il quale, tra le principali occupazioni della giornata, aveva quello di selezionargli i programmi televisivi da poter vedere senza “scandalo”. Così il sabato sera, quando apparivano le gemelle Kessler nelle loro pur sempre castigate calzamaglie (erano gli anni sessanta), spegneva il televisore e prendeva il rosario costringendo i nipoti a recitarlo col lui. Il mio amico aveva sui dodici/tredici anni, l’età del prorompere dei sensi, e la cosa non è che la gradisse molto. Quel che invece gli dava grande sollievo era quando, e non di rado, lo zio sacerdote, di solito di sabato, gli elargiva una ragguardevole (per l’epoca) “paghetta”! Allora, il nostro, di scatto si riprendeva d’umore, e girava tutta la casa, coinvolgendone poi gli amici, cantando a squarciagola il salmo “oh che giorno beato…il ciel ci ha dato; oh che giorno beato… viva Gesù” ; anzi diceva “Giesù” in perfetto stile clerical-popolare!
Mi piace trasmettervene il ricordo, perché era un ragazzo d’oro e non mancava di gratificare anche gli amici con quella “sudata” paghetta settimanale. Penso allora a quanto bello sarebbe se il 12 giugno prossimo e nelle giornate successive, potessimo anche noi cantare a squarciagola “ oh che giorno beato… il ciel ci ha dato… oh che giorno beato…”! Il 12 giugno, infatti, saremo chiamati alle urne per eleggere un nuovo Sindaco ed un nuovo Consiglio Comunale che speriamo vivamente ci facciano dimenticare, e per sempre, tutte le iatture di quello prematuramente finito, con le dimissioni del Sindaco D’Andrea, nel dicembre scorso.
Sarebbe veramente un “giorno beato” se riuscissimo:
- – a spazzar via, una volta per tutte, discendenze dinastiche che regnano in questo paese da oltre mezzo secolo e che sembrano perpetuarsi e resistere ad ogni cambiamento politico : prima repubblica, seconda repubblica, Democrazia Cristiana, Margherita, Ulivo, PD e via discorrendo…
- – a spazzar via un sottobosco di “strateghi” maneggioni, capaci solo di allestire e manovrare raggruppamenti fatti sovente di incapaci proiettati ad altre finalità che a lavorare per il paese, ma buoni per il tornaconto di chi li sceglie e li gestisce
- – a tirar fuori dal cappello magico chi conosca perfettamente i numerosi problemi del paese, aumentati o incancrenitisi negli ultimi anni per incapacità e negligenze contagiose per tutti quanti dovevano risolverli: politici e tecnici.
- – a tirar fuori dal cappello magico chi veramente abbia desiderio e capacità di “ricostruire e basta” tutto quello ch’è stato distrutto nel tempo senza perdersi dietro “filosofiche”, futuribili e fantasiose quanto inutili e risibile teorie programmatiche. Ricordate i “cronoprogrammi” risoltisi in “cronofetecchie”?
- – a tirar fuori dal cappello magico chi abbia per prima cosa di mira il “risanamento ambientale” indispensabile per una vita cittadina “normale”, irrinunciabile presupposto per ogni futura programmazione economica o sociale.
- – a tirar fuori dal cappello magico chi sappia politicamente ascoltare tutti, e tutte le loro esigenze, cercando in ogni modo di contemperarle senza pregiudizi o severità legali, ma solo con tanto, ma tanto, ottimo “buon senso”.
- – a tirar fuori dal cappello magico non una squadra improvvisata, ma gente che si conosce e si stima reciprocamente, affasciata dall’unico imperativo di lavorare per la città, ad ogni modo e ad ogni costo ed un Capo che sappia tenerla unita, efficiente e programmata per questa unica, indispensabile, direi quasi “sacrale”, necessità. Saremo capaci di tanto nelle nostre scelte del 12 giugno? E saremo capaci di trovare i personaggi rispondenti ai requisiti sopra indicati, prima del 12 giugno? Tutti i miei anni, vissuti in questo paese dal primo all’attuale, e non sono pochi, non mi confortano di molte speranze al riguardo. Resteremo allora speranzosi in attesa di un “giorno beato” di altro tipo, personale, molto più semplice a verificarsi; in fondo accontentarsi di una cosa ne comporta anche il godimento, fosse anche la “paghetta” settimanale.
Claudio Gliottone