Mai come nel caso di Teano, proverbio più appropriato: “Mentre ‘o miedeco sturéa, ‘o malato se ne more”…… (Mentre il medico studia, il malato muore). Perché è più appropriato per Teano? Uno, perché il Primo Cittadino, Dino D’Andrea, è Medico e, quindi, l’accostamento è di più facile riferimento alla Sua professione. Quindi, più comprensibile all’attitudine di decidere imminentemente negli atti della stessa professione. Due, perché, sempre accostando la drammatica situazione della Città, risulta essere, il proverbio, una metafora di quella del medico che rimanda ad operare un malato in fin di vita, sottolineando chi predilige l’inutile pensiero all’azione concreta e proficua. Decidere all’istante tra la vita e la morte. In questo caso del paziente Teano. Ma perché questo tema, di così alta e difficile valenza etico-politica, nel nostro Editoriale della domenica? Semplicemente perché, alla luce della copiosa cronaca politica di queste ultime settimane, da buon osservatori, non potevamo tentare, anche noi non medici, “un’anamnesi” (raccolta particolareggiata delle notizie che riguardano il paziente Teano). Andiamo al dunque. Si dimette (irrevocabilmente) un Assessore del fuligginoso PD locale, Dr. Pierluigi Landolfi, accompagnando la Sua lettera con accuse politiche pesanti nei confronti del Sindaco (ns. 07.09.2021).
A seguire il fuligginoso Circolo Giovani Democratici dichiara che “i Giovani Democratici da tempo non condividono più la linea politica di questa maggioranza amministrativa” (ns. 27.09.2021). Poi è la volta dell’On.le Pina Picierno che, di fatto, dichiara che D’Andrea “rappresenta” solo se stesso, affermando che : “….i funzionari del nazionale hanno “scoperto” che in tutta la federazione il tesseramento non risulta certificato negli ultimi due anni. Cosa significa? Che non esistono iscritti ufficiali, che non esiste una anagrafe riconosciuta della federazione provinciale di Caserta. E io stessa, incredibilmente, non risulto iscritta. La dico meglio: nessun militante, segretario locale, dirigente del Pd della provincia di Caserta risulta ufficialmente iscritto” (ns. 03.10.2021). Da ultimo, e non ultimo, le gravi ed “irrevocabili” affermazioni del Sindaco stesso: : “……Come ho già detto in Consiglio Comunale non posso continuare ad accettare di essere il capro espiatorio di tutto, ma soprattutto non posso accettare di essere sfiduciato da parte di un membro che è stato prima capogruppo di questa maggioranza e poi assessore del Partito Democratico……. A questo punto ritengo utile per me stesso prendere una pausa di riflessione congelando la mia tessera di partito in quanto non me la sento di continuare a fare parte di una compagine politica in cui uno dei suoi massimi esponenti vota contro l’approvazione di un bilancio consolidato la cui redazione, peraltro, è riconducibile allo stesso. Non mi sento più a casa mia nel Partito Democratico!…….” (ns. 30.09.2021). Ora, se tanto mi da tanto e, secondo nostra umile “anamnesi”, il Sindaco di Teano, Dino D’Andrea, rimasto l’ombra di se stesso, altro non potrebbe fare che dimettersi senza continuare ad insistere sui “suoi studi di medico”, perché (errare humanum est, perseverare autem diabolicum), così procedendo risulta essere l’unico (unico!) ed incontrovertibile responsabile della “morte del paziente” (Teano). Un Assessore della sua (sua) maggioranza si dimette; i Giovani Democratici non lo riconoscono; l’Europarlamentare lo sconfessa nella sua appartenenza partitica e lui stesso, lui stesso “non si sente più a casa sua”!!! Il Re è nudo! “Il Re viene vestito con i vestiti inesistenti e sfila per la città nudo”. Ora, se memoria non ci inganna, in questi casi, un tempo, un Sindaco si dimetteva all’istante. In primis ha ricevuto la fiducia da 3.541 cittadini ritenendolo rappresentativo ed interprete di un certo schieramento politico; due, il Sindaco, non riconosciuto ed “autorizzato” ad amministrare dagli stessi Organi del Suo schieramento politico (Assessori, Circolo Giovani Democratici, Europarlamentare e Sue dichiarazioni di non appartenenza al PD), è stato, di fatto, destituito e, perciò, risulta essere un abusivo! Abusivo! O no? Di fronte all’evidenza dei fatti, certificata, qualora il Sindaco continuasse a “studiare” e a far “morire il paziente”, ci troveremmo di fronte ad un’altra “anamnesi”: mitomania, ovvero quella manifestazione psicopatologica caratterizzata dal ricorrente bisogno di distorcere la realtà, elaborando intenzionalmente scenari fittizi poco probabili e con grave responsabilità, senza prova di appello, per le conseguenze procurate ad una intera collettività. Sempre pronti a smentire noi stessi, qualora suffragati da altre attestazioni probanti il contrario.
Pasquale Di Benedetto