…ci resta da intonare per questa nostra città morta e seppellita dopo una lunga malattia e relativa agonia, generata da oltre quarant’anni di amministrazioni di sinistra a conduzione “familiare”. Gli spasimi della fine sono stati indescrivibili soprattutto negli ultimi tre/quattro anni.
Qualcuno ha provato a rianimarla, ma il male era già troppo incancrenito ed ogni tentativo è risultato vano per il pervicace accanimento di chi vedeva unicamente sottrarsi la polpetta dal piatto.
Ed eccoci qua, in “braghe di tela” a disperarci, in pochi, di quante cose si son perse, ed a gioirne, i più, nella loro malefica incoscienza.
Non vogliamo rifare i lunghi elenchi della cose che non ci sono più: sarebbe un piangere sul latte versato.
Vorremmo, se mai, che qualcuno di buona intelligenza e volontà, valutasse la gravità della acquiescenza cittadina al travaglio sopportato dal proprio paese; che notasse come non ci siano più capacità, determinazione, organizzazione, ma, soprattutto volontà nel tentare di fare qualcosa di salvifico. Vorremmo che questo qualcuno comprendesse che per sperare di risorgere occorre da subito cominciare a porre rimedio alla dilagante indolenza, giusto per non dire strafottenza, della nostra gente.
E’ un problema di educazione sociale, di sentimento collettivo, di dignità sparita, di orgoglio andato a farsi fottere, di preparazione culturale, di impegno morale, di diligenza programmatica e costruttiva: non di “si salvi chi può”.
Questo è il più grave peccato di chi, pur avendo creato o quanto meno aiutato la “marea” (e non dico di cosa) a salire, non ha minimamente pensato almeno di insegnare a nuotare al suo popolo che in tale marea ha impiegato pochissimo a sprofondare.
Sono sparite tutte le occasioni di incontro sociale costruttivo ed educativo, quale, ad esempio, gli spettacoli teatrali che si tenevano, con ottima organizzazione, nell’Auditorium, badate bene, edificato dalla e per opera della locale Curia Vescovile; la stessa che molti anni prima si era attivata a portare a Teano gli uffici e gli ambulatori dell’Inam; non esiste interesse sportivo che non sia il calcio, peraltro praticato su un campo fatiscente, mentre una locale squadra di calcio femminile in torneo di serie A, deve, ogni volta che gioca in casa, noleggiare il campo coperto a Recale, con notevole dispendio di soldi e di energie.
Sembrano delle sciocchezze, ma rappresentano un grande punto d’incontro e non solo per i paesani: una grande occasione di crescita culturale e di maturazione di desideri e prospettive che caratterizzano in tutta Italia il viver civile. Sono occasioni formative di volontà di crescere individualmente e, di riflesso, socialmente.
La Storia non la fa chi, svegliandosi una mattina, decide di andare a conquistare la Bastiglia o di creare l’Italia Unita. La fa chi comprende che esistono migliori situazioni di vita e di libertà, che il feudalesimo condanna l’uomo alla servitù ed alla fame, o che non può essere più essere dominata dallo straniero una “gente che libera tutta / o fia serva tra l’Alpe ed il mar; una d’arme, di lingua e d’altare / di memorie, di sangue e di cor” (A.Manzoni).
E, avendolo compreso, ne fa partecipi altri e poi altri ancora finché l’ideale sovrano conquista tutti, e per loro tramite si realizza.
Ma se l’acquiescenza o l’abitudine al peggio non vengono rimosse od altresì volutamente nutrite, chi mai comprenderà veramente in quale condizione di cacca ci troviamo oggi e come potrebbe mai convincerne altri acquiescenti ed abitudinari al suo pari?
Questo è il più grande “peccato” commesso nel tempo dai nostri amministratori: il Sindaco di Firenze si è personalmente scagliato come un toro contro quelli che imbrattavano Palazzo Vecchio: quale sindaco del nostro paese si sarebbe mai scagliato contro quelli che abbandonano immondizia per strada, o parcheggiano le auto a c… di cane, giusto per fare qualche esempio?
“Non c’è più niente da fare.… “ cantava Bobby Solo negli anni sessanta “…ma è stato bello sognare… la vita ci ha regalato qualcosa che il tempo… non cambierà mai…”
Sic transit gloria mundi (et Teanensium).
Claudio Gliottone