Il caldo arroventa i tetti per le strade sconnesse di Teano, la gente sta godendo le meritate vacanze allegramente al sole al mare in montagna alle terme ai laghi in campagna, come il giro di una danza. Mentre Tonino asseconda, Claudio Gliottone scrive di getto, il Sindaco di Teano si impegna e lavora con lena, applicando all’ ente i suoi moduli di gestione in un’atmosfera di ritrovata cordialità, qualcuno simpaticamente rosica, il buon Paolo precisa, invitando poi tutti a cena con un bicchiere di vino un pollo arrostito, una frittura di pesce e altre delizie del palato. Questa si chiama accoglienza, generosità, buona volontà. Bene bene bene bene. Bravo Paolo sempre elegante, educatissimo, fine uomo di garbo.
Mi piace dedicargli in particolare questa storia d’amore e di fantasmi.
Era Don Gaetano Tommasone parroco a Carbonara dove conobbe il mio nonno Tommaso stringendo con lui una forte amicizia peraltro corrisposta.
Il buon parroco alto e magro, di buon carattere, aiutava tutti ed era benvoluto. Quando raggiunti i limiti di età fu nominato Canonico della cattedrale di Teano, lasciando gli impegni pastorali, a Carbonara tutti si rattristarono. Torno’ al suo paese portandosi ogni domenica a Teano per le funzioni collegiali con i canonici e il Vescovo. Aveva una buona somiglianza con Pio XII ma più minimalista era il buon Canonico più dimesso.
Per la festa di Carbonara mio nonno Tommaso lo invitava a pranzo.E’ pur vero che don Gaetano mangiava pochissimo, come un uccellino ma era un ottimo conversatore e narratore di belle storie. Tra una portata di maccheroni imbottiti,di cui mia nonna era cuoca rinomata, e una schidionata di piccioni Don Gaetano racconto’ quanto segue con la sua voce flautata:
” Tornavo da Roma una bella sera d’estate arrivando alla stazione di Riardo a mezzanotte passata. Mi ero attardato in segreteria di Stato per una pratica a favore di orfani indigenti. Per arrivare a Pietramelara c’era una bella porzione di strada da fare e a quell’ora non c’erano più mezzi né pubblici né privati. Mi feci il segno della croce , mi raccomandai al mio angelo custode preparandomi ad affrontare il cammino in compagnia di una bella luna d’ estate che splendeva alta nel cielo. E cammina cammina cammina… ma da solo la cosa si era fatta pesante quando a una curva scorsi in lontananza due figure intessute d’ombra. Quando mi si avvicinarono notai che erano una coppia di splendidi giovani. La donna elegantemente vestita Mi propose di accompagnarmi lei e il giovane fino a destinazione visto che era la stessa. Accettai di buon grado e tra di me ringraziai il mio buon angelo custode .
La strada mi fu lieve, la compagnia piacevole e all’imbocco del paese mi accomiatai dai due , infilai il portone di casa e raggiunsi il mio adorato letto dove presto mi addormentai. Il mattino seguente mi attivai per ringraziare adeguatamente i miei compagni di strada ma non riuscii a trovarli. Qualche tempo dopo al cimitero celebrai una messa in suffragio di amici e chissà perché mi attardai fra le tombe. A un certo momento l’occhio fu attratto da due fotografie ;focalizzai bene le immagini e i capelli mi si drizzarono sulla testa mentre un brivido percorreva la spina dorsale. Avevo avuto a che fare con la benevolenza di due fantasmi. Erano due fidanzati che qualche anno prima con la loro motocicletta si erano schiantati proprio sul muro del cimitero.
Che Dio li abbia in gloria.”
E qua don Gaetan Tommasone, Canonico cantore della cattedrale di Teano, con un lieve sospiro, concluse il suo bel racconto mentre il mio nonno Tommaso attaccava con vorace foga un succulento Cappone ripieno.
Giulio De Monaco