Notizia del 22 maggio 2010 – 22:36
Storica Inter, è Grande Slam.
Dopo la Coppa Italia e il campionato, la squadra di Mourinho vince anche la Champions, 2-0 al Bayern Monaco con doppietta di Milito.
Parte tesa e guardinga la squadra di Mourinho che sente, e non potrebbe essere altrimenti, l’evento: formalmente il 4-2-3-1 dovrebbe essere offensivo ma l’assenza di Thiago Motta, squalificato per l’espulsione rimediata nella semifinale di ritorno contro il Barcellona, si fa sentire, soprattutto in fase di impostazione della manovra. I tedeschi, con un fraseggio elementare ma efficace gestiscono il possesso del pallone ma non riescono a sfondare, con Robben contenuto, un po’ con le buone e un po’ con le cattive. Van Gaal si lamenta per un tocco di mano di Maicon sugli sviluppi di un corner, ma Webb, direttore di gara inglese, lascia proseguire. L’Inter sembra soffrire ma dopo una mezz’ora passata quasi interamente a difendersi nella propria metà campo sblocca il risultato alla prima vera occasione: Julio Cesar rilancia sulla testa di Milito, sponda per Sneijder che manda in porta il Principe, bravissimo nel piazzarla sotto la traversa vanificando l’uscita di Butt. Il gol ha l’effetto di un macigno sui tedeschi che prima dell’intervallo rischiano di subire anche il raddoppio, sempre sull’asse Sneijder-Milito: l’argentino stavolta veste i panni del rifinitore, il suo passaggio di ritorno in area è un filo troppo corto e l’olandese, solo al limite dell’area, non riesce a chiudere in maniera efficace.
La partita riprende dopo il canonico quarto d’ora di riposo senza alcun cambio per i due tecnici, tra i protagonisti più attesi, ma dopo pochi secondi Muller ha sui piedi la palla giusta ma praticamente dalla stessa posizione da cui Milito ha firmato l’1-0 esalta in scivolata i riflessi di Julio Cesar che si salva con i piedi, evitando un pareggio che potrebbe cambiare la partita. Dall’altra parte, Butt nega la gioia del gol a Pandev che tenta una sorta di pallonetto da posizione defilata. Forte del vantaggio, Mou non cambia certo tattica, chiedendo ai suoi uomini di contenere sulle fasce le accelerazioni di Robben e Altintop. Proprio il turco non sorprende Julio Cesar che si tuffa sul primo palo e lascia sfilare la palla sul fondo. L’assenza di un centravanti di peso alla lunga nel Bayern si fa sentire e a mezz’ora dal termine, forse anche un po’ in ritardo, Van Gaal getta nella mischia Klose, poco prima che Muller strozzi un pallone d’oro dal limite permettendo a Cambiasso di respingere di testa dal limite dell’area piccola. Robben prova allora a fare tutto da solo ma il suo destro a giro che già ha condannato all’eliminazione la Fiorentina viene smanacciato in angolo da Julio Cesar, lasciatosi alle spalle una stagione con qualche errore di troppo. Il Bayern però sta creando davvero troppi pericoli alla porta nerazzurra e Mourinho si gioca la carta Stankovic, spostando Zanetti a sinistra al posto di Chivu, sulle tracce di Robben. Il cambio in qualche modo si rivela azzeccato visto che dopo un minuto arriva il 2-0 che chiude i conti: Milito ed Eto’o si trovano due contro tre in contropiede, il Principe finta il passaggio per il camerunense, dribbla Van Buyten con un fantastico movimento e supera ancora Butt sul secondo palo. Van Gaal, disperato, inserisce anche Gomez per un abulico Olic, per un quarto d’ora finale in cui però succede davvero poco. Mourinho al novantesimo concede una meritatissima standing ovation a Milito e qualche minuto a Marco Materazzi, uno dei simboli di questo storico ciclo nerazzurro, che può così festeggiare in campo la conquista di un trofeo che mancava da 45 anni.
E pensare che la campagna europea della corazzata di Mourinho non è iniziata nel migliore dei modi: nel girone, i nerazzurri hanno esordio con un deludente 0-0 con il Barcellona a San Siro, prima di incappare in due pareggi contro Rubin Kazan e Dinamo Kiev che hanno messo in dubbio addirittura la qualificazione agli ottavi di finale. Poi però proprio in Ucraina è arrivata una vittoria in extremis grazie a Sneijder che ha spianato la strada verso la fase ad eliminazione diretta, arrivata matematicanete nonostante la sconfitta del Camp Nou e grazie al 2-0 scaccia-fantasmi nel ritorno contro i russi.
Le urne di Nyon non hanno poi dato una grande mano all’Inter che negli ottavi si è trovata accoppiata con il Chelsea di Carlo Ancelotti, spauracchio che però è stato spazzato via con una grande dimostrazione di forza, sia a San Siro con un 2-1 firmato da Milito e Cambbiasso, sia soprattutto a Londra, con Eto’o a firmare la prima vera notte magica dell’annata. Superato agevolmente lo scoglio Cska Mosca, con un doppio 1-0 in scioltezza, è stata poi la volta di quella che molti hanno considerato la finale anticipata, ancora contro il Barcellona di Ibrahimovic. Dopo il magico 3-1 di San Siro, con il Principe sugli scudi con un gol e due assist, la qualificazione alla finale si è decisa in casa dei campioni in carica che nonostante un’ora di superiorità numerica non hanno ribaltato le sorti della sfida, con i nerazzurri qualificatisi eroicamente e con un buon quanto inevitabile catenaccio all’italiana per la finale di Madrid, appuntamento con la storia che l’Inter non ha fallito