Un bimbo, occhi vispi, poco più di sei anni, guardava il Tricolore. Guardava il tricolore che stretto alla sua asta assecondava le pieghe del vento e, di folata in folata, si impennava come un aquilone. Papà, disse, cingendosi alla gamba del genitore: mi spieghi il significato del Tricolore? Al mondo esistono tanti colori, anche più belli di questi! Perché la nostra Patria deve essere rappresentata da soli tre colori se l’arcobaleno ne ha sette? Ma poi, in fondo, dimmi Papà perché mi deve piacere questa bandiera dai colori che neppure ho scelto io! Non sarebbe bello avere una bandiera da mille colori che può essere cambiata come più piace? Il Papà, abbozzando un sorriso, raccolse il fiato, chiuse gli occhi, pensò e poi con voce tremula soggiunse…vedi figlio mio, il Tricolore siamo noi; è quello che siamo stati, quello che siamo ora e quello che saremo domani! Non è una semplice bandiera, rappresenta la nostra identità. Potremmo cambiarlo. Potremmo aggiungere al Tricolore tutti i colori del mondo. Potremmo sicuramente farlo…ma poi? Ma poi non saremmo più noi e di noi non rimarrebbe nulla… non rimarrebbe alcuna traccia. Ogni pezzo di questa bandiera rappresenta il sacrificio di chi ci ha preceduto, di chi ha voluto che fossimo liberi. Ma libero non vuol dire fare ciò che ci pare e ci piace. Libero è rispettare severamente le idee e l’identità di tutti, senza pretendere di cambiare a tutti i costi noi stessi perché gli altri sono, o sembrano diversi e viceversa. Il Tricolore fin quando sventola in cielo è libero e, quando lo ammaini… non smette di esserlo, perché se non sventola qui lo fa da qualche altra parte. Il Tricolore contiene la storia, le nostre radici, le regole e le leggi. Rappresenta quell’unità che non può essere discussa, mai…in nessun modo! Il Tricolore va rispettato così com’è, anche se ti può sembrare noioso; anche se domani vedrai delle bandiere con colori che ti piacciono di più. Va bene papà, disse il bambino illuminandosi in un sorriso. E staccatosi dalla gamba del padre, lo prese per mano e corsero come mai avevano fatto. Dedicato a chi sfugge al confronto e a chi non si espone; a chi non rispetta gli stessi valori che professa e a chi pretende di cambiare il mondo senza rispettare le regole del gioco.
Carlo Cosma Barra