“Quando il cittadino è passivo è la democrazia che si ammala”. Nell’ultimo periodo su tutto il territorio comunale registriamo l’impegno, ormai pressoché usuale e diffuso, di opere di volontariato atte a dare decoro alla cosa pubblica altrimenti abbandonata. Se l’Ente è assente i cittadini di Teano, stufi di questo assordante silenzio, scendono in strada per tamponare con il proprio senso civico l’incuria ormai dilagante. Fermo l’encomiabile impegno di tutti coloro che animati dalla dedizione viscerale per la città sacrificano il proprio tempo per rendere migliore e più accogliente il posto in ci viviamo, torniamo sull’argomento per una doverosa considerazione che esula dal nostro scontato apprezzamento. Infatti se sa un lato esiste chi, a titolo squisitamente gratuito, esegue dei compiti riservati ad altri come il taglio di siepi, la cura delle aree verdi o ancora la pulizia delle strade secondarie dalle erbe infestanti, dall’altro esiste qualcun altro che non solo non adempie a quanto istituzionalmente preposto ma, non di meno, e fatto ancor più grave, si arricchisce grazie alle fatiche altrui. È il caso di ricordare infatti, qualora non fosse chiaro ai di più, che nel servizio ecologia, appaltato l’estate scorsa dal Comune di Teano alla ditta Ecologia e Servizi Italia Srl, rientra a pieno titolo anche la pulizia delle aree verdi come aiuole, parchi, ville comunali o di ogni altro edificio di pubblico interesse. In parole povere, dunque, se tale servizio è stato appaltato vuol dire che questa città, così come è ben evidente, lo sta pagando senza riceverlo al netto di qualunque intervento realizzato sotto forma di volontariato. A ben vedere quindi sarebbe configurabile il danno e, ahi noi, la beffa: i volontari puliscono, la ditta continuerebbe a percepire mensilmente quanto pattuito senza erogare il servizio di nostro interesse (ben quasi 130.000/00 euro). Qualcuno dalla Casa Comunale, in special modo i nostri amministratori, ovvero i soggetti che per essere stati eletti dal popolo sono deputati ad eseguire tali controlli, si è posto il problema di segnalare il disservizio o di chiedere a fronte dell’intervento dei nostri concittadini l’addebito alla ditta per quanto non eseguito? Chiedere ci sembra lecito. Preso atto che il pagamento di un servizio non reso costituisce un evidente danno non solo per la comunità, è il caso di ricordare, soprattutto a chi ci amministra, che lo stesso costituisce al contempo per l’Ente un potenziale danno erariale, mentre per la ditta preposta un indebito arricchimento fonte di diverse e pericolose responsabilità. Chiaro il concetto? Rilevato il problema, onde evitare che il parolaio di turno cerchi di ritorcere contro questo giornale o il sottoscritto una polemica che non esiste e ben lontana da noi, magari addebitandoci di volere sotto sotto criticare le operazioni poste in essere dal volontariato, suggeriamo, per quanto ci riguarda, anche una possibile la soluzione al problema. Per evitare che il Comune paghi un servizio non ricevuto ed eseguito da altri a titolo gratuito potrebbe essere utile che i gruppi di persone coinvolte comunichino le aree dove hanno operato o intendano eseguire gli interventi perché l’ente possa provvedere, non solo, a programmare la futura azione amministrativa, ma, ove mai necessario, a contestare il disservizio ovvero a decurtare lo stesso da quanto verrà pagato alla ditta dei rifiuti. Con tale semplice operazione potremmo dire di amare Teano due volte: una per avere contribuito a renderla migliore in tempi rapidi con la nostra opera; due evitando di impoverirla pagando per ciò che non abbiamo ricevuto. Che ognuno, quindi, giochi la sua parte perché si possa, tutti insieme, partecipare attivamente alla vita democratica della nostra città contribuendone all’evoluzione. “Ben informati, gli uomini sono dei cittadini; mal informati diventano dei sudditi.” (Alfred Sauvy). Ad ognuno il suo!
Carlo Cosma Barra