Quando qualche Amico, con molto tatto ed onestà intellettuale, ci chiese di contribuire nel prosieguo del cammino di queste pagine rimaste orfane del mai troppo compianto Tonino, memori dell’amore profuso dal fu Direttore per Teano, accettammo con slancio e senza tentennamenti. Un modesto contributo il nostro, sempre inteso come sprone, come pungolo affinché la Terra delle nostre origini riuscisse a frenare una evidente deriva verso cui si stava avviando. E quella Terra ci aveva visti attori, partecipi della vita culturale, politica e sociale. Avemmo così l’onore di conoscere Uomini di altissimo spessore nel campo dell’Arte, della Letteratura, della Cultura, della Politica. Avemmo l’onore di conoscere i Rino Feroce, i Walter Acciardi, i Mario Carpine, i Claudio Cipriano, i Luigi Maglione, i Lucio Salvi, i Matteo Guido Sperandeo, i Guido Zarone, i Carmine Razzino, i Vincenzo Mancini, i Luigi Vernoni, i Giulio De Monaco, i Corrado D’Aiello, i Claudio Gliottone, i Bruno Rubino, i Romano Naschi, e via via non basterebbero le pagine di un quaderno per elencare personalità di alto profilo, non solo professionale, accademico o artistico, bensì di alto profilo psicologico. Doti indispensabili per colui che ha, tra le altre, l’onere di rappresentare una Città. Serietà, sobrietà, equilibrio, cultura, autorevolezza e rappresentatività. “E ho detto tutto”, diceva Totò. Oggi? Abbacinati da quei ricordi, guardiamo Teano e i suoi “rappresentanti” ancora con ingenua idealizzazione. Che diamine, sono Medici, Avvocati, acculturati e scolarizzati! “È qui che casca l’asino!”, direbbe ancora Totò. Non abbiamo tenuto conto di certi aspetti (e chi se lo aspettava?) quali quelle Patologie dell’infantilismo, dell’immaturità, di quelle cause di disturbo ossessivo-compulsivo di personalità! Ma dopo quel po’ po’ di conoscenze che avevamo avuto l’onore di incrociare tanti anni fa, chi se l’aspettava una tale decadimento del “materiale umano”? Facciamo l’ultimo esempio in ordine di tempo. La ciliegina sulla torta, come se non bastassero le comparsate acrobatiche su social e video correlati. Guarito dal Covid (asintomatico? sintomi lievi?), comunque senza alcun bisogno né di ricovero in rianimazione, né in sub intensiva, o ricovero ordinario (meno male), un nostro concittadino, sempre in vena narcisistica o di comparsa del Grande Fratello e di Uomini e Donne e, sempre attraverso una evidente forma esibizionistica a mezzo organo di informazione di massa, ha ritenuto opportuno, o meglio, si è sentito in dovere di rendere partecipi i suoi concittadini ed il pianeta intero delle sue vicissitudini di contagiato Covid 19. Senza esimersi, tra l’altro, di corredare le sue esternazioni con espressioni degne del più alto romanticismo. Silvia rimembri ancora…
Ciò che più ci ha fatto rabbrividire, però, è la descrizione (melodrammatica) dettagliata dello stato di ammalato che ha visto “vittima” questo nostro concittadino: “Questa malattia è strana, atipica, ti sconvolge perché ti isola, ti prende dall’interno, con dolori che persistono ed insistono, all’inizio prevale un senso di sconforto legato alla paura di non farcela, ma poi prevale la voglia di vivere, di superare l’ostacolo e di lottare per il futuro.
E’ quello che è successo a me!….. (Atto I) La terapia medica ha funzionato perché non mi sono mai sentito solo e perché ho avuto l’esempio da Marzo dello scorso anno che e’ inutile rincorrere chimere, false glorie o castelli di vetro, abbiamo tutto, semplicità, sensibilità e soprattutto la capacità di non perdere tempo a farci del male(Atto II)”. Da qui i brividi su tutto il nostro corpo al solo pensiero di quelle vittime del Covid 19, intubate, spogliate dei loro affetti e della loro identità e dignità. Di quei Medici e Operatori Sanitari, dapprima soccorritori e poi vittime essi stessi. Quelli sì isolati! Non in questo caso, evidentemente, se è vero, come è vero, che il nostro concittadino dichiara: “E per questo devo ringraziare la persona speciale che con il suo affetto e tutte le premure, unite alle sue capacità di medico Anestesista straordinario ha consentito al mio corpo ed alla mia anima di sconfiggere il maledetto Virus(Atto III)”. Quindi, non un isolamento in terapia intensiva o sub intensiva, ma diremmo un isolamento dorato da due cuori e una capanna! E allora perché ostentare uno stato di convalescenza non così poi traumatica attraverso uno scritto, a parer nostro, perlomeno indelicato rispetto a chi veramente ha sofferto le pene dell’inferno? Perché ostentare un vittimismo da Libro Cuore a parer nostro patetico, penoso, lamentoso? Non sarebbe il caso di dimostrare un po’ di sobrietà, umiltà, discrezione anche rispetto a quei Medici e Operatori Sanitari, dapprima soccorritori e poi vittime essi stessi? Rispetto ai deceduti teanesi, che pur ci sono stati? Rispetto a chi non può usufruire dei buoni ristoro? Rispetto agli esercenti del mercato settimanale menomati anche di quei pochi spiccioli di guadagno? Rispetto a chi non sa come sbarcare il lunario? Silvia rimembri ancora…… E bastaaaa!!!
Pasquale Di Benedetto