Il termine “tiranno” ci fa subito pensare a tristi individui storici che hanno governato nel tempo, dalla civiltà ellenica fino ai giorni nostri, vari popoli con potere totalitario e sempre sanguinario.
Ne conosciamo tanti, di antichi e di recenti.
Eppure il termine “tiranno” non nasce con le caratteristiche negative che conosciamo oggi; anzi, nell’età arcaica, nel 7°/ 6° secolo a. C., i “tiranni” erano dei “nobili” benamati dal popolo perché, nelle lotte tra fazioni politiche, avevano posto fine alle “oligarchie” aristocratiche terriere.
Venivano accettati dalla gente perché ritenuti, pur nel loro dominio totalitario, liberatori da una oppressione più vessatoria operata non da uno solo, ma da numerose famiglie che si spartivano il potere nelle varie “polis” greche: ovviamente per proprio tornaconto.
Per dirla banalmente, erano contenti della “primiera” per il solo fatto di aver scartato il “fruscio”! Questo perché, nei fatti, il potere di una “oligarchia”, che significa governo di pochi, formato da associazione di gruppi per ceto, per attività lavorativa, per consorterie varie o, peggio di tutte, per “famiglie”, è molto superiore a quello del “monarca” : questi, per conservarlo, deve contare sull’appoggio di tanti, e deve compiacerli talvolta anche nel bene. Agli oligarchi, invece, basta il numero sempre notevole degli “affiliati familiari” per poter fare il bello ed il cattivo tempo.
Il peggio del peggio si ebbe in Atene col “Governo dei Trenta Tiranni” perché assommava in sé le negatività della tirannide e dell’oligarchia.
Per fortuna parliamo di avvenimenti storici di oltre duemila e passa anni. Qualcuno avrà anche parlato del ripetersi della storia, ma noi non vogliamo crederci: la Storia, diceva Hedder, è la capacità dell’uomo di “crescere” e di conoscere. Chissà dov’è la ragione: probabilmente, come sempre, nel “giusto mezzo” aristotelico. La cosa, comunque, … non ci riguarda!
Gli è che la politica di ogni stato organizzato, come quello greco o della Roma antica, fino alle nazioni “democratiche” dell’epoca attuale, è sempre stata gestita da “gens” o “famiglie” o “gruppi” a volte singoli, a volte uniti a formare una “political trade unions”. Dalla gens “Julia” di romana memoria a quelle medioevali e rinascimentali: gli Sforza a Milano, i Medici a Firenze, gli Estensi a Ferrara, i Farnese a Parma, e via fino ai Kennedy o ai Clinton in America, ecc… Da aggiungere che a noi del Meridione è totalmente mancata anche la più che positiva espressione storica e democratica dei “Comuni” medioevali, quelli che contrastarono niente di meno che l’Imperatore Federico Barbarossa. Sì, quella del “Giuramento di Pontida”!
Dalla storia mondiale a quella locale il passo è breve.
Sappiamo tutti che da almeno un cinquantennio prevale nella nostra vita politica qualche famiglia prorompente; sappiamo anche di qualche sua “defaiance” recente o del passato prossimo, e sappiamo pure che sono più di una, surrettiziamente separatesi per qualche tempo.
Ora pare che si siano riavvicinate ed a loro se ne sono aggiunte altre di vecchia data.
Una “oligarchia” che si ingrandisce, con quali prospettive sociali per il nostro paese e per la nostra crescita democratica non saprei dire.
So solo che storicamente, come detto prima, le oligarchie si “alimentano” da sé medesime.
Ed allora dovremmo aspettare chissà quanti altri anni per vedere nascere un sistema veramente democratico e costruttivo di alternanze politiche alla guida della nostra disastratissima Teano.
Che Dio ci assista!
Claudio Gliottone