Caro Onorevole (è solo un modo di dire),
che lei sia deputato, senatore, consigliere regionale o segretario di partito, non fa molta importanza.
Mi rivolgo a lei attraverso questa pubblica lettera perché ultimamente non riesco ad incontrare nessuno di voi per fare quattro chiacchiere. Prima bastava voltare l’angolo per incrociarla e la osservavo mentre parlava, parlava, parlava, ostentava potere (anche quando non l’aveva). Stringeva mani e poi pacche sulle spalle. Fino a qualche mese fa erano numerose le auto blu che sfrecciavano sull’autostrada e mi facevano sentire piccino, piccino e mi chiedevo: perché io non posso superare i 130 km. orari e quello lì supera i 200?. Solo invidia la mia? Naturalmente.
E’ un pò di tempo che non la si vede più. Le uniche volte che rivediamo volti noti della politica , sono quelle dei vostri colleghi portavoce dei partiti nazionali, ma è solo attraverso le TV, dove ammaestrati conduttori, danno e tolgono la parola a seconda di come vi siete accordati in precedenza. Anzi ho colto un aspetto singolare in queste trasmissioni. Prima il confronto era tra voi deputati per rimpallarvi reciproche responsabilità, oggi invece rilevo che i vostri veri avversari non sono i colleghi politici, bensì il pubblico che vi rinfaccia, indipendentemente dal partito di appartenenza, di averci ridotti sul lastrico. Ma vi difendete abbastanza bene e con molta energia, devo dire, soprattutto quando si parla di stipendi, pensioni e finanziamento ai partiti.
Ma che fine ha fatto? Capisco che qualche problema ultimamente lo sta vivendo anche lei. Tutte queste pressioni della piazza che vorrebbero decurtarle lo stipendio, toglierle i benefits, il vitalizio, insomma non è un buon momento per lei e la sua famiglia.
L’altro giorno sono andato all’inaugurazione di un supermercato. Non c’era nessuno capace di tagliare il nastro. Ci ha provato la moglie del proprietario ma si è arresa dopo inutili tentativi. Ah! Come tagliavate i nastri voi non li taglia più nessuno, fa niente se poi quell’opera non si portava a termine ma, benedetto Iddio, almeno il nastro si tagliava e anche con grande professionalità ed imponenza e qualche volta ci scappava anche l’inno nazionale.
Io ho molto rispetto per le sue attuali difficoltà, cosa crede che non ho capito come sia difficile appartenere ad un partito il cui tesoriere si fotte 24 milioni di euro all’insaputa del segretario nazionale? Com’è difficile rimangiarsi la Roma Ladrona quando il figlio del tuo capo dispone di un bancomat personale collegato direttamente nelle nostre tasche? E quell’altro di Milano, il Penati? Ma qui ha ragione Bersani che afferma di non essersi accorto di nulla. Giustamente lui dice ma come, Rutelli si fa fottere 24milioni di euro dal suo tesoriere, Bossi si fa sfilare oltre 13 milioni di euro dai figli e dice di non saperne niente, cosa vuoi ne che sappia io, Bersani di quei quattromilioncini di euro, raccolti dal mio ex segretario? Non parliamo poi di don Silvio nostro. Ve ne ha fatte votare di leggi personali e, ma lei non poteva rifiutarsi. Un problema di coscienza e riconoscenza: se non la metteva lui nella lista col ca.. che sarebbe stato eletto deputato!
Mi spieghi una cosa. Ma questi segretari dei partiti che si fanno sfilare dalle tasche tutti questi milioni di euro e dicono di non essersene accorti, ma secondo lei sono deficienti o in malafede? E comunque capisce che io sono un po’ preoccupato al pensiero che domani ad uno di questi signori, potrebbe essergli affidato il compito di governarci?
Comunque provi a stare sereno, non abbia timore, si fermi pure a prendere un caffè, come faceva una volta quando arrivava davanti al portone della sede del partito, accompagnato dall’auto blu. Scendeva, si fermava al bar a sorbire un buon caffè e chiacchierava tranquillamente con i cortigiani che l’adoravano. Ora arriva, scende dall’auto e scappa via a testa bassa e si infila nel portone. Corre su negli uffici del partito dove ad aspettarla probabilmente, non ci sono i vecchi amici con i quali forse, qualche volta parlava di politica ma, il collegio degli avvocati cui ha affidato la difesa della sua immagine compromessa ingiustamente, come spesso la sentiamo affermare, da una superficiale ed ingiusta inchiesta giudiziaria.
Onorevole ma mi tolga una curiosità. Ma lei si rende conto in quali condizioni ci troviamo? Lei ed i suoi colleghi quando vi incontrate alla bouvette dei Montecitorio, qualche volta vi sfiora l’idea che fuori c’è un Paese preoccupato e di questo, gran parte sta per sfiorare la disperazione e se non c’è ancora arrivato è solo perchè siamo un popolo con una grandfe dignità? Le hanno riferito dei numerosi suicidi? Forse per lei ed i suoi amici rappresentano solo puri fatti di cronaca, un dato statistico. Per noi è una tragedia, e non accantonatela con la solita frase: il soggetto era fragile, non ha retto!
Attenti perchè per ogni italiano fragile ce ne sono milioni forti che la loro dignità non vogliono barattarla e la difenderanno con i denti anche per rispettare il sacrificio di chi non ce l’ha fatta.
Lo so, questa lettera non la raggiunge in un buon momento, chissà quanti “Grillini” le passano per la testa e poi anche io, mentre le scrivo mi sto innervosendo abbastanza, quindi le tolgo il disturbo e cercherò di farmi perdonare qualche licenza di troppo, inviandole un personale, convinto ed accorato consiglio:
Onorevole! Se ne torni a casa!
Antonio Guttoriello