“E cos nun stann bon e siamo tutti colpevoli”. Aspettavo con ansia, da tempo, l’intervento nel dibattito politico sulla città, delle “forze vive” che la popolano. Assurdo il silenzio, assurdo il “lavarsene le mani” che da troppo investe questa città. Esiste un torpore di rassegnazione che non permette un sano dibattito che sia da stimolo, anche per chi amministra la città. Le associazioni, le categorie produttive, i cittadini non mossi da appartenenze di “claque”, sembrano quasi essere scomparsi o peggio rassegnati . E allora ad innescare una miccia positiva ci hanno pensato i problemi sulla scuola, i problemi sulla raccolta dei rifiuti e le mille problematiche che affliggono questa città. Dinamiche che hanno innescato dibattito, anche aspro in cui hanno provato a infilarsi i soliti noti per il solito proprio tornaconto.
Poi ancora a rompere le consuetudini, l’intervento di una nostra concittadina , imprenditrice che attraverso i social ha espresso il suo pensiero:
Siamo tutti colpevoli! Chi per aver taciuto, quando era necessario protestare… chi per aver chiesto, quando non era legittimo ottenere… chi per aver passivamente accettato che nel nostro Paese, ad occupare posti strategici, si ritrovino cariche politiche a cui non è richiesta prova di merito né di competenza… Quanto rammarico per aver investito in un Paese senza speranza per i più fragili, un Paese in cui procedi solo se sei abbastanza furbo (non importa che tu sia intelligente o meno…), un Paese in cui le più alte cariche dello Stato ci dicono che ce la faremo ma, nel frattempo, non sembrano dar prova di rinunciare foss’anche al più piccolo dei propri privilegi. Gli unici atti di eroismo li vedo dalla gente comune, quella che ha già veramente poco… Mi chiedo ogni giorno se abbiamo toccato il fondo, quasi con la speranza di averlo raggiunto, perché è da lì che, non avendo più nulla da perdere, si comincia a LOTTARE per risalire.
Come darle torto. Come non leggere in queste righe lo straordinario grido di speranza in esse racchiuso. E allora bisogna per una volta , senza strumentalizzazioni di sorta, stringerci intorno a questa giovane imprenditrice e gridare ancora più forte: è il momento di scendere in campo, tutti. Da ogni posizione, anche diversa ed opposta. Ma dobbiamo rioccuparci della nostra città. Dobbiamo dedicarle tempo e attenzione. Dobbiamo provare a pretendere che la politica sia capace di progettare la Teano del futuro. Dobbiamo pretendere da chi si è assunto la responsabilità di governarla questa città, di renderla migliore. E se non ci fossero le condizioni per farlo, di lasciare il compito ad altri. Nessuno dovrebbe mai pentirsi di aver scelto di vivere in questa città sapendo di aver fatto un torto imperdonabile ai propri figli. Altrimenti saremo davvero :” tutti colpevoli”. E allora ,l’accorato appello , ancora una volta dalle pagine di questo giornale è rivolto a tutti quelli che nonostante tutto, questa città la amano. Mettete volti e partecipazione al servizio della città. Usate le pagine di questo giornale o qualunque altro canale, dai social ad altri mezzi di informazione, per dare forza ad un cambiamento non più rinviabile. Rendiamo la democrazia partecipata sempre decantata e mai attuata lo strumento che inchioda alle proprie responsabilità i politici. Facciamo rinascere una nuova primavera sidicina. Altrimenti saremo tutti colpevoli.
Massimiliano Stefano