Una cara Signora, tra le poche più affezionate lettrici dei miei scritti, in un messaggio privato, ha dato forse la definizione migliore della realtà in cui viviamo: “in un paese distratto, ipocrita e opportunista”!
Altro che foto scattata dal telefonino! La signora avrà usato per lo meno una Hasselblad da 9.000 euro per avere un risultato così nitido e veritiero!
Ipocrita perché è d’ accordo con tutto e con tutti, sia con quelli che dicono che le cose vanno male, sia con quelli che dicono che vanno bene; opportunista, perché poi, al momento appropriato, non esita a schierarsi con il gruppo più forte, poco importa di quel che ha detto fino ad ieri e magari continua a dire anche oggi, pur se con discrezione e voce bassa.
Ma l’aggettivo “ciliegina sulla torta” è quel “distratto”, il cui significato indica persona che non presta attenzione a ciò che le succede ≈ deconcentrato, disattento, sbadato. Sta a dimostrare che non si presta attenzione a nulla, né al bene né al male, né a quel ch’è passato né a quel che potrebbe accadere, né a quel che è di danno né a quel che potrebbe essere di aiuto alla intera comunità. Ci si distrae rifiutandosi di partecipare e ci si distrae al momento delle decisioni, non “prestando più attenzione” a motivazioni che fino ad ieri ci avrebbero portato a scelte completamente all’opposto di quelle che ci accingiamo a fare oggi. Da qui l’ipocrisia e l’opportunismo, proiettati ad un, il più delle volte effimero, tornaconto personale… a venire! Un tornaconto che sarà di breve durata, labile, caduco, ma “accattivante”, e solo per sé, mai per la cittadinanza tutta: e non si riesce a comprendere che un vantaggio per me non servirà a nulla se continuerò ad averlo in un contesto ambientale e sociale disastrato e terzomondista.
Facendo un passo indietro di almeno tre anni, bisogna ricordare che delle tre liste presenti alla elezioni amministrative del 10 giugno 2018, tutte e tre proclamatesi “civiche”, in effetti solo due lo erano veramente. La terza, quella che poi trionfò, pur designandosi tale, era diretta ed indiscutibile emanazione del Partito Democratico: lo era perché il candidato sindaco era parente stretto della Parlamentare Europea di quel partito, lo era perché la lista venne pensata e strutturata nelle sue sedi fisiche, lo era perché ad articolarla era la solita squadra di “strateghi” socio-burocratico-militar-politici già distintisi in altre tornate elettorali. I nomi di questi signori li conoscete tutti, non devo dirveli io.
Ora, dopo tre anni di disastrose quotidiane estrinsecazioni negative di questa pseudo-amministrazione, da qualche velata dichiarazione sui social, da qualche parolina dal “sen fuggita” (Pietro Metastasio: Ipermestra)* , da qualche comportamento meno ortodosso del solito, a chi abbia buone orecchie per intendere e buoni occhi per osservare appare che alcuni membri di questo sinistro “politburo”, giusto per rimanere in tema, comincino ad avere larvati dubbi sulla bontà delle scelte espresse in quel lontano deprecato 2018.
Da “esseri sociali” sappiamo che “il pentimento” è un sentimento cristiano di grande spessore e sappiamo che esso, se vero e sentito, preferibilmente attraverso “la confessione”, può aprire la strada al perdono. Questo, per grande carità divina, anche in caso di reiterazione del peccato.
La correa responsabilità dell’immane disastro amministrativo che si è abbattuto sulla nostra città spero che cominci a rodere le loro coscienze, certi come siamo, sempre da “esseri sociali”, che ne abbiano una. E allora cari M.M., P.L., G.Z., A.D.M., C.P., e tanti altri vostri amici, non abbiate il timore di pentirvi e di dirlo chiaramente, a parole intere pronunciate fuori dai denti; non abbiate timore di farlo, perché il disastro che ci è caduto addosso è anche colpa vostra.
Pentitevi, ma in maniera da non dover più dire “io mi pento”; e noi vi perdoneremo, in maniera da non dover più dire “io ti perdono”, come Fra’ Cristoforo comandò di fare a Renzo, di fronte a Don Rodrigo in preda alla peste ed ormai privo di tutta la sua proterva baldanza: sic transit gloria mundi! Ammesso che sia “gloria”, ovviamente,
Liberateci di questa insopportabile inefficienza, ed imparate a non produrne altra per il futuro. Spes Ultima dea!
Claudio Gliottone
* “Voce dal sen fuggita. Poi richiamar non vale; Non si trattien lo strale. Quando dall’arco uscì”.