«Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni,
elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo
paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire»,
(Totò).
Venerabile Signor Sindaco,
mi permetta distoglierla qualche secondino dalle sue pressanti fatiche
di retto, trasparente governo. per sottoporre alla sua svelta
attenzione la possibilità di intitolare una via o una piazza a Guido
Zarone.
Tale repentina e inattesa morte, velata forse per sempre dalla cortina
, provocò costernazione in quanti lo conobbero: parenti, amici,
conoscenti, clienti, colleghi, collaboratori, estimatori, aficionados,
preti, elettori, sottopifferi, reggicoda, compagni di viaggio e di
partito (i resti di quella splendida, strana e per certi versi atipica
consorteria che fu la D.C., ora diluitasi con comprensibile riluttanza
in ogni dove).
Qualcuno ha fatto saggiamente osservare che in fin dei conti Guido non
è che poi avesse fatto granché per meritare il privilegio di un
omaggio toponomastico.
Peccato, perché lo scomparso agiva con signorile tatto, con un misto
di pudica umiltà e una languida timidezza. Non amava “apparire”, come
tanti pavoni e tucani elettorali che lei ben conosce e di cui è saggio
e giusto tacere il nome .
La sua francescana discrezione arrivava al punto tale che promuoveva
iniziative restandosene in un monastico anonimato, perfino in più di
un’occasione fungendo da ghostwriter: in altri termini scriveva
concedendo ad altri, meno provveduti, la prerogativa della firma. E qui
potrei fare tantissimi nomi.
Soprattutto, come tarda e scaltrita Penelope, tesseva la tela della
diffusione della memoria di Teano e del suo bel territorio,
coinvolgendo attivamente persone di tutte le età, di qualsiasi
provenienza, di qualsiasi estrazione, di qualsiasi professione
politica o confessione religiosa, senza sottili e preclusive
distinzioni, con raffinata ed esperta amabilità.
Schiudeva così le frontiere spesso ostiche a un passato difficile da
amare e arduo da essere riconnesso : e per la spilorceria dei
documenti e delle fonti di archivio, e per gli enormi danni subiti dal
patrimonio storico e architettonico a causa della forza dirompente
della guerra e della stolta negligenza degli uomini.
Fu socio fondatore di ben due periodici teanesi, animatore
provvidenziale del club Erchemperto, promotore di numerose iniziative
dalle mille sfaccettature, ideatore e allestitore della raccolta
lapidaria nella cripta di S.Paride infelicemente mai aggiornata e
riattualizzata, consigliere legale e consulente storico di Mons.
Sperandeo, nume tutelare del Gruppo Scout Teano1, della Proloco
desimonesca, del circolo unità d’Italia, membro della società di
storia patria, socio fondatore del gruppo archeologico sidicino,
cavaliere di S. Gregorio Magno e del sacro militare ordine
costantiniano di S. Giorgio (la cui data di istituzione risale al 1190
per volontà dell’Imperatore di Costantinopoli Isacco Angelo Comneno
che volle, sull’esempio delle altre compagini cavalleresche fondare un
ordine con lo scopo di difendere l’Impero), autore di illuminanti
pubblicazioni, di cui alcune inedite (bibliografia di Teano,
monografia storico-artistica sul convento e la chiesa di S. Antonio e
qualche altra produzione ancora, che al momento mi sfugge).
Tra i suoi sogni occupava il primo posto l’istituzione di un grande
museo diocesano, per fortuna ora realizzato, che col ricco lapidario
del giardino vescovile, la cripta della cattedrale e diverse sale del
seminario allestite con i più recenti criteri museali venisse a
costituire un unicum per una lettura facile e interessante della
storia di Teano e della diocesi. Si veniva in tal modo a tutelare e a
proteggere tutti quegli oggetti e arredi sacri di valore artistico e
documentale che non rivestivano più funzione liturgica e cultuale,
sottraendoli così ai furti, alle svendite, al deterioramento. Per
fortuna ora ci siamo.
Se un giorno accanto all’etruscologo, all’egittologo, al sinologo,
allo yamatologo, al turcologo, al sumerologo, all’assiriologo sarà
configurata e codificata in una categoria terminologica specialistica
la qualifica di sidicinologo, ebbene tale titolo dovrà spettare
retroattivamente e di forza al mai abbastanza compianto avv. Zarone.
Mi rendo conto, stimatissimo Signor Sindaco, della complessa
perniciosità dei problemi che ogni giorno affronta come padre,
professionista e politico avveduto. Mi permetta però di rammentarle in
sordina con le parole del silenzio di prendere in seria considerazione
la proposta non peregrina di cui sopra.
Tenendo desta e viva la memoria di Guido e di tanti meritevoli Teanesi
(nota) si terrà viva e desta la memoria di Teano, della sua versatile
storia, della sua vitalità artistica e archeologica, della sua
lusinghiera valenza di CITTA’ IMMORTALE., come le Vestali che
incessantemente alimentavano il sacro fuoco di Roma, senza sonno né
distrazione.
Giulio De Monaco
Nota: On.Vincenzo Mancini, Tenente Enrico Marseglia, Prof. Luigi Maglione, scultore Rino Feroce