“L’habit ne fait pas le moine”, tradotto “l’abito non fa il monaco”. Se questo poteva e può essere vero in taluni casi, oggi però che viviamo la Società dell’Immagine o delle Tecniche di Marketing che contemplano qualsiasi canale di comunicazione, a seconda delle esigenze, l’abito eccome se non fa il monaco! Spesso le attività legate allo sviluppo del Marketing Territoriale sono state, ed ancor oggi troppo spesso lo sono, interpretate quale “semplice” azione destinata alla definizione e sviluppo delle attività di promozione confondendo appunto il marketing, quale definita attività di pianificazione e programmazione strategica, con quella di promozione. Ovvero il rafforzamento e l’esportazione di un Brand Territoriale. Brand, segni distintivi di un marchio. Fermiamoci qua. Abbiamo avuto modo di leggere da qualche parte che il Sindaco ha rancorosamente dichiarato: “Chiedo le dimissioni del consigliere comunale di opposizione che durante l’ultimo consiglio comunale ha usato parole offensive verso un assessore della nostra giunta municipale. Ha offeso una donna che lavora solo perché casalinga. Un comportamento inaccettabile e inqualificabile”. Ovvero un Consigliere avrebbe “invitato” un(a) Assessore(a) ad andare a “togliere la polvere…”. Naturalmente, noi stessi, anche se in un acceso dibattito politico, ci discostiamo da tali espressioni. Così mettiamo i punti in chiaro. Allo stesso modo, però, volendo restare in tema ironico sull’accaduto, forse l’esortazione più corretta, sarebbe stata: “vai a togliere le macerie…”. O no?
Ed in questo caso, Sig. Sindaco e Gent.ma Assessore(a) non ammettiamo note di disappunto o di lesa maestà o lezioni di politically correct. È l’immagine che da di se la Città (?) di Teano. Scarrupata, abbandonata, impresentabile per ogni Brand Territoriale. Una Città, di cui noi, noi almeno, ci vergogneremmo di rappresentare. Anzi, a noi personalmente, ci verrebbe il dubbio, se Essa, così come si presenta, non sia altro che la rappresentazione di noi stessi. Scarpe sporche, vestito sdrucito, barba incolta, igiene del corpo che lascia a desiderare, sciatteria globale ed indegni della più attuale Società dell’Immagine. A noi personalmente. Se a tutto ciò, qualcuno (sotto gli effetti dei fumi dell’alcol) vorrebbe “donarci” una Cittadinanza Onoraria, non saremmo certi allettati dall’onorificenza che ci proviene da una Città che si presenta in cotal guisa. Una Città che tenta di non asfissiare definitivamente solo grazie all’incommensurabile senso di civiltà e di appartenenza di molti giovani che si stanno attivando, in maniera del tutto volontaria e senza ricompensa alcuna, per renderLa più civile, accogliente, pulita. Volontariato puro che si sta letteralmente sostituendo a chi, offeso, non ci sembra abbia mai preso parte attiva. O no? Forse, sempre per stare con l’ironia, è meno faticoso “togliere la polvere….”?
E, sempre leggendo da qualche parte: “Nell’ultimo consiglio comunale, precisa D’Andrea, nonostante le tante cose portate in approvazione, nonostante con questo bilancio abbiamo avviato la soluzione di problematiche antiche come le fogne, le scuole, le strade; progetti per i quali sono pronti importanti finanziamenti. Inoltre abbiamo approvato il piano per le nuove assunzioni in municipio. Invito le opposizioni a tacere e lasciarci lavorare”. Invito le opposizioni a tacere??? Pure!? Siamo alla censura? E questi sarebbero i difensori delle offese agli Assessori(e)!? Premesso che mai nella Storia Repubblicana, nessuno, ma proprio nessuno, si è mai permesso di tacitare le Opposizioni, di contro “nonostante” e “nonostante” e “nonostante”, si provi a commentare, a giustificare, a documentare ed ad argomentare su quello che non è scritto nei “voli pindarici” del Sindaco, bensì su quello che è sotto gli occhi di tutti. Quella “polvere” che non si può nascondere dietro patetiche parole. Ovvero, le macerie, lo scarrupo, l’abbandono. Ovvero, le scarpe sporche, il vestito sdrucito, la barba incolta, l’igiene del corpo che lascia a desiderare, la sciatteria globale.
Pasquale Di Benedetto