Carissimo direttore Di Benedetto, a Lei, che ha esperienza politica e conosce bene le dinamiche locali, chiedo: “che fine ha fatto il partito più votato a Teano?” La sezione locale di Fratelli d’Italia che dovrebbe, oggi, giocare un ruolo predominante sembra, invece, giocare a nascondino. Un partito cresciuto troppo in fretta, adeguatosi fin da subito ai cugini di Forza Italia, calando dall’alto la classica nomina del nuovo coordinatore cittadino. Abbiamo dato forza al partito facendo una campagna di tesseramento con un numero di iscritti mai registrati prima nella storia della sezione di Teano.
Bisognava gettare le basi per un nuovo progetto politico “unitario”. Creazione di gruppi di lavoro, una scuola politica, condivisioni di problematiche locali, avvicinare i giovani alla macchina amministrativa e tante altre iniziative. Su chi invece dovesse incarnare questo progetto politico “unitario” non c’era discussione. E, a quanto pare, non c’è e non ce ne sarà. E mentre inesorabilmente la città muore, il partito più votato alle ultime elezioni della Città di Teano, resta in silenzio.
Alessandro De Fusco
Carissimo Alessandro, innanzitutto ti ringrazio per riconoscermi qualità come “esperienza politica e conoscenza delle dinamiche locali”, delle quali, dopo decenni di partecipazione ed attivismo fino alla candidatura alla Camera dei Deputati nel lontano 1992, quando ancora lo storico Partito della Destra si chiamava MSI, poi divenuto AN, oggi Fratelli d’Italia, ebbene ancora oggi, dicevo, non credere che io abbia ben compreso le “dinamiche” della “vita politica” della nostra Teano. Così, tanto per deluderti. Una cosa certa, però, è quella che mi sono sorbito persino quel “mattone” del Filosofo Antonio Rosmini, “La Filosofia della Politica”, al fine di colmare le mie sempre enormi lacune in materia di interpretazione della Politica, quella con la “P” maiuscola. Un testo menzionato anche da Gianfranco Fini, bontà sua. Inoltre, caro Alessandro, quando da partito che era fuori dall’arco “prostituzionale” (vedi tangentopoli), si passò con AN a partito di governo, in qualità di componente del direttivo provinciale, esortavo le sezioni provinciali ad imparare a leggere e redigere le Delibere comunali, a conoscere un Piano Regolatore, etc. etc.., quello che Tu auspichi con l’intento di “avvicinare i giovani alla macchina amministrativa”, insomma. Però, caro Alessandro, ho dovuto imparare e convincermi che esiste anche una “antropologia politica”. Per farla in breve, ricordi l’odioso “caporale di giornata” quello che sotto la naia è nominato responsabile del servizio di pulizia degli alloggiamenti della propria compagnia per la giornata, vessando e vestendosi di autorità nei confronti dei propri sottoposti senza averne né le capacità, né le competenze, né l’umiltà? Ebbene, abbiamo provato anche questi. Basti dirti che questi “caporali di giornata” nostrani, non accettando critiche di cronaca politica da parte di questo Giornale, mi fecero “richiamare” dal loro “Kapò” (deputato) di riferimento per farmi “sculacciare sul culetto”! A me!? Questo è il livello caro Alessandro. Una “antropologia politica” che senza alcun costrutto politico, di forza politica, di entusiasmo politico, di idee politiche, si bea esclusivamente di indossare i gradi del “caporale di giornata” per sopperire ai suoi deficit di capacità, di autorevolezza politica, di umiltà. Questo a tutte le latitudini partitiche. E Teano non fa certo la differenza. Comunque non bisogna demordere. A proposito, vuoi vedere che ora mi faranno “richiamare” dal loro “Kapò” (deputato) di riferimento per farmi “sculacciare sul culetto”! A me!? Con stima ed incoraggiamento.
Pasquale Di Benedetto