di Nunzio De Pinto
Con l’assenza dei rappresentanti del Governo guidato dal Professore Mario Monti ( presente solo il Generale di Corpo d’Armata CC Vittorio Barbato inviato in rappresentanza del Ministro della Difesa – da un generale non ce lo saremmo aspettato, se non altro per il rispetto degli 822 giovani ventenni morti a Mignano), che vuole salvare l’Italia dal default economico, ma la sua assenza ha in pratica sancito il default della "Memoria e dei caduti per la liberazione del Paese dal nazifascismo", ieri mattina, 8 dicembre, nel giorno in cui i cattolici (e non i laici e gli atei) celebrano l’ "Immacolata Concezione", con inizio alle ore 11.00, nel Sacrario Militare di Mignano Montelungo si è commemorato il 68° Anniversario della Battaglia, organizzato dal Comandante Militare regionale della Campania, Generale di Brigata Guido Landriani. Era presente il generale Luigi Poli, presidente dell’Associazione Nazionale ex-combattenti della Guerra di Liberazione, accolto da applausi sinceri, e le autorità civili, fra cui il Dott. Antonio Verdone, sindaco di Mignano, religiose e militari. Fra loro, solo per citarne alcuni, c’era il Gen. CC. Vittorio Barbato, il comandante del II FOD, Gen. Vincenzo Lops, il comandante del RUA di Capua, Gen. Antonio Zambuco, i Generali comandanti dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Aeronautica, Marina. Presente anche il Colonnello Barnes del Reggimento del Re, addetto militare britannico presso l’Ambasciata del Regno Unito che ha deposto una corona in nome di Sua Maestà la Regina Elisabetta. "La battaglia di Monte Lungo" – ha affermato il sindaco di Mignano nel suo intervento – "va ricordata come una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico che contribuì a restituire dignità ed onore al nostro Paese. Tale evento" – ha aggiunto – "fu, infatti, la chiara dimostrazione da parte delle Forza Armate Italiane, ricostituitesi dopo l’8 settembre 1943, del rigoroso ed affidabile impegno dell’Italia accanto agli Alleati nella riconquista della libertà e della democrazia. È in questi ideali, in nome dei quali tanti italiani hanno sacrificato la loro vita, che ancora oggi la nostra identità nazionale deve trovare un saldo punto di riferimento, nella consapevolezza del dovere di preservare sempre ed a ogni costo il patrimonio di valori sanciti dalla Costituzione Italiana. Senza la fiducia meritata dal 1° Raggruppamento Motorizzato a Mignano, come disse il Generale Clark, comandante supremo del Quinto Corpo d’Armata, non avremmo mai ottenuto che il Corpo Italiano di Liberazione ed i 6 gruppi di combattimento "Folgore, Cremona, Legnano, Friuli, Piceno e Mantova" potessero assumere la responsabilità di operazioni molto delicate. Una pagina fondamentale, quindi" – ha concluso – "nella storia del nostro Paese che ha segnato profondamente tutti gli avvenimenti successivi fino alla fine del conflitto".
Mignano fu, nei giorni dall’8 al 16 dicembre 1943, teatro dei primi combattimenti dei reparti regolari italiani nella Guerra di Liberazione contro i tedeschi. Il comune di Mignano Monte Lungo è decorato di medaglia d’oro al valor militare e di medaglia d’oro a valor civile. Da queste balze i soldati italiani, al fianco degli alleati, iniziarono la riconquista del territorio nazionale inquadrati nel 1° Raggruppamento Motorizzato, prima unità regolare costituita dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943. La determinazione con la quale i cinquemila giovani del 1° Raggruppamento Motorizzato, al comando del Generale Dapino, vollero combattere in prima linea è testimonianza della volontà, delle nostre Forze Armate, di partecipazione attivamente alle operazioni per affermare l’onore e la libertà della Patria. Una partecipazione che ha contribuito validamente alla rinascita dell’orgoglio nazionale e che trova le sue radici e la sua ragion d’essere nel desiderio di libertà, di pace, di giustizia e di progresso sociale. La Bandiera italiana e quella americana sventolarono, per la prima volta unite, sulla cima del monte conquistato, a conclusione di cruenti combattimenti che costarono 82 morti e 89 feriti. Nel Sacrario sono raccolte le salme di 974 caduti provenienti dai vari cimiteri di guerra, sparsi lungo tutta la penisola. Alla cerimonia erano presenti le Bandiere di Guerra di numerose unità che parteciparono alla gloriosa battaglia, nonché i Gonfaloni delle città di Bellona, Caserta, Cassino, Conca della Campania, Frosinone, Galluccio, Mignano, Napoli, Presenzano, Roccadevandro, Roccaromana, Santa Maria Capua Vetere, San Pietro Infine, Tora e Piccilli, Vairano Patenora, Teano, la Comunità Montana di Monte Santa Croce.
Servizio fotografico di Francesco Licciaradi