Egregio Direttore,
ho esitato un pò prima di rispondere alla scortese lettera del Coestensore della bozza di regolamento della Consulta Comunale, perché controreplicare ad una replica è sempre una operazione antipatica per il pericolo di scadere nella polemica inutile e sterile. Io sono abituato a discutere ed eventualmente contestare le idee non certo le persone né i loro comportamenti, per cui avrei volentieri tralasciato. Ma il tono ironico, stizzito per l’intromissione, astioso, autoreferenziale, il fatto che la replica sia trascesa su valutazioni personali, oltre alla solidarietà ed all’incoraggiamento dei tanti amici ed iscritti alla mia associazione, mi hanno determinato ad esprimere alcune considerazioni. Devo anzitutto premettere che il mio interlocutore dimentica che egli, in quanto amministratore pubblico, rende conto del suo operato a me ed a tutti i cittadini di Teano mentre io, presidente di una associazione privata, come più volte ha precisato, rispondo solo agli iscritti alla mia associazione, non agli estranei.
Il succo della lettera è molto chiaro, e conferma la mia convinzione su come gli amministratori intendano il loro rapporto con i cittadini: non disturbate i manovratori, sappiamo bene noi cosa va fatto. Quindi come vedi il tuo invito a commentare il documento, semmai con qualche suggerimento, non è stato ben accetto da parte di chi poi gestisce la cosa. Le mie considerazioni, credo di averlo ben precisato ma torno a ribadirlo, coinvolgono solo me e non la Consulta "Evoluzione". Per concludere questa premessa, devo dire che il tono di tutta la replica mi ha meravigliato assai perché sembra scritta da un componente della maggioranza e non dell’opposizione.
Allora vediamo un pò con ordine:
a) Io avevo capito che, almeno nelle intenzioni, la Consulta fosse un organismo tecnico, non politico, ma quanto è stato scritto mi induce a ritenere giusta la mia impressione, che cioè finisce per riprodurre le dinamiche consiliari costituendo quindi un clone del Consiglio Comunale. Esiste un documento che nei miei contatti con l’Amministrazione ho verificato quanto sia poco conosciuto: lo Statuto comunale. E’ stato approvato nel 2004 da un Consiglio molto simile, dal punto di vista dei componenti, all’attuale, anche se qualcuno dei consiglieri militava su diversa sponda. Ebbene lo Statuto è percorso dall’encomiabile proposito di sostenere ed incoraggiare l’interesse dei cittadini verso la cosa pubblica, per cui in diversi articoli (artt.4, 30, 31, 46, ecc.) incoraggia la costituzione di libere associazioni. Ed i cittadini hanno recepito in pieno tale auspicio, costituendo un numero notevole di associazioni, ben 55. Ma la cosa si è fermata ai nobili principi perché non appena qualcuna di esse sollecita qualche azione o chiede di essere tenuta in una qualche considerazione l’istituzione comunale si chiude a riccio. Tutto ciò è ben rappresentato da quanto viene riportato al punto 1: noi stiamo costituendo una Consulta nominata dal Consiglio Comunale, tu fai parte di una associazione privata per cui non ti puoi confrontare con noi: noi siamo superiori. E l’art.32 dello Statuto, che riconosce il diritto per le associazioni registrate come la nostra, di accedere agli atti in possesso dell’Amministrazione e di essere consultata in merito alle iniziative dell’Ente? Non è mai valso ed a maggior ragione non varrà per il futuro perché noi amministratori abbiamo la nostra Consulta che ci basta ed avanza, viene praticamente risposto.
b) Per la verità qua non ho capito l’assunto se non l’intenzione di denigrare. Il ragionamento dovrebbe essere che, siccome io ho fatto parte di una Commissione nominata dal Consiglio Comunale, non posso esprimere giudizi sui criteri, non molto democratici secondo me, di selezione e di nomina dei componenti della Consulta. Embé? (direbbe Totò) Chi l’ha detto scusate. Il fatto che io abbia fatto parte di una commissione nominata dal Consiglio Comunale mica l’ha resa ai miei occhi democratica, né credo che questo peccato originale mi impedisca di esprimere giudizi. Tra parentesi farei notare che è strano che una Commissione per l’edilizia comunale, come ci viene ricordato, si dovesse interessare del PUC considerato che la materia è diversa. Ma poi perché questa Commissione non ha funzionato? Forse perché non era stato elaborato uno straccio di regolamento che ne definisse i compiti e dicesse almeno chi dovesse riunirla e presiederla, che ne dite? Questa Commissione non fu proposta dalla opposizione, la stessa che ne decretò lo scioglimento? Dimettersi da un organismo che non funziona indubbiamente richiede determinazione e coraggio, in una parola personalità, come ci viene autorevolmente ricordato (scusa Roberto ma ci sono stato trascinato, come vedi), che purtroppo devo confessare di non possedere e quindi porca miseria non posso aspirare a far parte di altre Commissioni o Consulte: ora non ricordo se non mi dimisi per il malsano desiderio di restare attaccato alla poltrona (poltrona mò, diciamo sgabello oltretutto non funzionante), o se fu pura codardia. Certo, mi verrebbe da dire che è stata una mossa politica molto fine da parte di chi l’ha proposta, quella di istituire, sarei tentato di dire per scherzo, una tale Commissione, non dotarla delle modalità di funzionamento, e poi scioglierla dopo qualche mese: credo che anche Machiavelli ne sarebbe rimasto ammirato. Tuttavia continuo a non capire la consequenzialità tra il concetto che il Comune riconosca la partecipazione dei cittadini come fondamento del governo del territorio, e la nomina da parte del Consiglio Comunale, di una Consulta di 6 esperti.
c) Mi viene contestato che, pur avendomi fatto avere brevi manu le due bozze da più di un mese, io non abbia riunito l’assemblea per discuterne. Sono sorpreso dalle capacità divinatorie del nostro amico che riesce a conoscere gli ordini del giorno delle nostre assemblee e direttivi, per cui sa che le bozze D’Ajello e Corbisiero non sono state oggetto di valutazioni assembleari. Sono stato colto in evidente flagranza di reato. Potrei ribattere che la mia è una associazione privata e non consento ad estranei di mettere becco sul suo funzionamento, ma siccome sono democratico e trasparente, rispondo. Per quale motivo di grazia avremmo dovuto esprimerci su due bozze tanto differenti, nessuna delle quali poi è stata portata in Consiglio, e non su quella definitiva meritoriamente portata all’attenzione dei cittadini dal solo Messaggio? Perché facessimo da sponda casomai a quella Corbisiero? Beh non avrò personalità ma non sono mica nato ieri. E poi come e a chi avrei illustrato la bozza emendata e le nostre considerazioni se nessuno ce lo aveva richiesto? Con un colloquio carbonaro a quattr’occhi per poi sentirmi dire col ditino alzato che questo non si fa? O la nostra richiesta di ricostituzione della Commissione Edilizia doveva essere fatta ufficialmente al Presidente del Consiglio Comunale (ma perché poi: abbiamo il potere di far porre un nostro punto all’Ordine del Giorno consiliare? Beh questa è una norma che non conosco ma se è così ne approfitto subito e ripetutamente) e noi invece non dovessimo essere convocati ufficialmente da chi quello schema stava redigendo?
d) Viene affermato che non risulta che la Consulta “Evoluzione” abbia richiesto la ricostituzione della Commissione Edilizia, anzi io avrei trattato con incontri riservati la questione col Sindaco e l’assessore Toscano. Allora, la ricostituzione della Commissione Edilizia è stata richiesta più volte ufficialmente negli incontri bilaterali con l’Amministrazione; io ho inviato per posta il 14 febbraio u.s. una missiva a tutti i capigruppo consiliari (7 persone) in cui, a nome della Consulta "Evoluzione" chiedevo tra le altre cose la ricostituzione della C.E. spiegandone i motivi; questa lettera è stata pubblicata sui giornali locali, tra cui questo, ma non ha ricevuto alcuna risposta se non dal capogruppo PdL. Ma oltre che in quella lettera, ripeto indirizzata ai capigruppo, l’argomento è stato trattato in numerosi nostri articoli e comunicati; infine la questione è stata discussa in diverse nostre assemblee: come mai, in questo caso le capacità divinatorie hanno fatto cilecca? Comunque il mio interlocutore conosceva l’esistenza di tale proposito e l’importanza che gli abbiamo attribuito, se dice di sapere di una riunione carbonara a quattr’occhi (beh direi almeno a sei: per quanto sia, quelli del Sindaco non li vogliamo contare?) sulla questione. Anche se non devo dar conto del mio operato al nostro amico, caro Direttore, voglio togliergli una illusione e dare una notizia: io non sono specialista di manovre segrete, lascio volentieri ad altri tale capacità visto che in passato l’hanno saputa esercitare ottimamente. La notizia è in realtà una rivelazione, e la fornisco per togliere l’angoscia su miei presunti comportamenti immorali: il nostro statuto attribuisce all’assemblea il diritto di stabilire programmi ed obiettivi; al consiglio direttivo ed al presidente di stabilire i modi ed i mezzi per attuarli o raggiungerli, quindi come vedi è a mia discrezione decidere con chi e come avere colloqui, se a 4 a 6 a 8 o a quanti occhi ritengo opportuno. Comunque i miei incontri con esponenti dell’Amministrazione sono stati sempre alla luce del sole, essendo stato io SEMPRE accompagnato dal Consiglio Direttivo ed a seguito di convocazioni ufficiali. L’affermazione "Si è ritenuto di risolvere con incontri a quattr’occhi quanto andava fatto pubblicamente e non voglio entrare nel merito per evitare incomprensioni o male interpretazioni" ritengo vada provata, altrimenti è una calunnia nei miei confronti gravemente lesiva della mia reputazione, e questo non lo consento a nessuno.
e) Viene affermato che esiste una norma secondo la quale basta essere “portatore di interesse della materia” per far parte di una Consulta. Mi piacerebbe conoscere la legge citata a questo punto perché lo Statuto comunale all’art.36 dice tutt’altro. Comunque io avevo letto nella bozza di regolamento che la caratteristica dei componenti è l’essere esperti nella materia; qua invece si parla di "portatore di interesse della materia" e più avanti di "tutti i portatori di interesse comune"; non mi pare che siano esattamente la stessa cosa, forse le idee sono un pò confuse.
f) Il fatto che "il regolamento ha equiparato il delegato della consulta al potere del consigliere comunale" è indice del marasma in cui opera l’Amministrazione. A parte la legittimità dell’ affidamento di un tale potere, ma essendoci un avvocato famoso ed in gamba tra gli estensori del documento non mi permetto di dubitarne, anche la mia associazione, essendo stata riconosciuta, avrebbe la facoltà di accedere ai dati dell’Amministrazione (art.32 Statuto Comunale), ma voglio sorprendere rivelando che il potere di accesso esiste per tutti i cittadini non solo sulla base delle leggi nazionali e regionali ma anche dell’art.39 del nostro ignorato Statuto. Fatto sta che, buttata la trasparenza nel water e tirato lo sciacquone, tutto ciò non vale nel Comune di Teano, per questo auguravo buona fortuna nei rapporti con gli Uffici.
g) Per quanto riguarda la valutazione delle opere realizzate, non è detto che debba essere per forza negativa, non mi pare che da quello che ho scritto si possa dedurre una cosa del genere; qua non si parla di reati ma semplicemente di una verifica se il risultato raggiunto è quello programmato anche in funzione della spesa, della qualità e dei tempi, cosa mai fatta e dal mio punto di vista altamente auspicabile. Mi viene da ridere pensando che per questo concetto avevo tratto ispirazione dalla bozza Corbisiero (art.4 lettera e) che prevede una cosa simile.
h) Le modalità di funzionamento della Consulta è stato di proposito lasciato nel vago, per lasciare ampia discrezionalità ai componenti. Mi pare che stiamo parlando di regolamento, e per definizione dovrebbe regolare il funzionamento in tutti i suoi aspetti, altrimenti, se ci si limita ai principi, si tratta di Statuto. E poi, quando cambieranno i componenti che faranno i nuovi, si riscriveranno il Regolamento?
i) Tralascio gli ultimi due punti perché si tratta di opinioni, e ognuno si tiene la sua, e poi sono stati affrontati già in precedenza.
Io comunque sono ancora in fiduciosa attesa che qualcuno, se vuole, invece di censurare i miei comportamenti, arrogandosi un diritto che non ha e che non gli permetterò più, spieghi ai cittadini ed a me, la necessità, l’urgenza e la tempistica (ad un anno e mezzo dalle elezioni e non all’inizio di una legislatura) della formazione di un tale organismo politico e perché tra le tante Consulte previste dall’art.36, gli è venuta vaghezza proprio di questa.
Caro Direttore, nel commento alla mia lettera affermavi che il documento ti era stato inviato nell’intento di raccogliere pareri e suggerimenti e concludevi in maniera ottimistica sull’apertura mentale dei nostri amministratori. Come vedi non è così: qua parliamo di perfezione estrema, i prodotti che ci vengono forniti dai politici sono immuni da difetti e quindi inemendabili, probabilmente concepiti da una mente superiore. Perciò vedi abbiamo il PUC, il Piano Casa è attuato perfettamente, il centro storico rifiorisce, il settore delle costruzioni vive una ripresa fantastica, il cittadino è trattato da cittadino e non da suddito, ecc. ecc. Al di là della facile ironia, molto amara perché infine i costi del malgoverno li paghiamo tutti noi, le mie considerazioni hanno sortito come risposta una lettera piena di insulti, dove si contesta non le mie idee sull’argomento ma il mio operato di presidente di una associazione privata. Che vuoi che ti dica: chi legge giudicherà.
Un abbraccio
Gino Gelsomino
P.S. Pensa, caro Direttore, che su un altro giornale on-line c’è un lungo e dotto articolo, scritto da chi sa molte cose, con la notizia che i miei incontri clandestini non sarebbero avvenuti con Sindaco ed Assessore ai LL.PP. per parlare di Commissione Edilizia, ma con il vice-sindaco avv. D’Ajello e con il consigliere Corbisiero per dividerci Teano e che, alla fin fine, quella bozza di regolamento portata in Consiglio Comunale l’avrei scritta io. Ué ma m’avessero preso per omosessuale questi (con tutto il rispetto per i gay), mai che qualcuno soffiasse la notizia che mi vedo con qualche bella signora, e che cavolo!
Ogni tanto, invece di scrivervi, perchè non vi sedete davanti ad un bar per prendervi una bella tazza di caffè? Posso offrirla io, senza offesa!