Arrivare vicino agli Dei, questo era lo scopo della costruzione (la Torre di Babele): i babilonesi la costruirono in un punto che loro consideravano il centro esatto dell’universo, lo stesso dove il dio Marduk aveva creato il mondo. Solo da lì, cielo e terra potevano entrare in comunicazione, ma come? Sennonché il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. E fu così che anche, noi, umili osservatori, in questa campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione di Teano, “non comprendiamo più quale sia la lingua della miriade di Candidati”. Teano come Babele, insomma. Così, dopo esserci sbagliati per l’ennesima volta quando giudicavamo alquanto “sonnacchiosa” la campagna elettorale, eccoti all’improvviso scoppiare nella Città, come d’incanto, uno stato di agitazione, ebollizione, eccitamento, effervescenza, frenesia, smania, inquietudine, irrequietezza. Spallate, gomitate, calci, sgambetti, trappole, depistaggi, sono, poi, i mezzi adoperati in quest’arena della campagna elettorale. Qualcuno ha provato a porvi rimedio ingegnandosi per una Lista Unica, vedi il Dr. Valerio Toscano (ns. del 21.04.2022). Un’idea quest’ultima che forse era già nell’immaginario della lista “Rinascita Sidicina”, guidata da Gerardo Zarone (ns. del 09.01.2022). Poi si ipotizzò una lista “sessista” (si fa per dire…) ispirata dalla Dr.ssa Antonia Lanzano, composta da una Giunta Comunale di sole Donne (ns. del 08.04.2022), che avrebbe dovuto tagliare di netto sia le liste civiche unitarie, sia quelle cosiddette tradizionali. E, per stare in linea con l’antico detto che “San Paride vuol bene ai forestieri”, Antonio Gliottone, sembra essere sempre più convinto a far rappresentare la Sua Città da una gradevole “lady stranger”. Inoltre, tra i “supporters” (qui è d’obbligo la lingua straniera, appunto), ritroveremmo quel Federico Mottola, recentemente nominato Coordinatore locale della Lega. Poi, quello che sembrava svanito, è il nome di Francesco Magellano, il quale, avrebbe parlato di una sua squadra quasi al completo che competerà alle imminenti elezioni amministrative. E che dire delle voci insistenti sulla discesa in campo del Dr. Carmine Corbisiero? Di colui che sentenziò: “Voglio godermi la pensione…. ho 72 anni…”? E vista l’instancabilità con cui sta partecipando attivamente e fattivamente a tessere trame e tele, non possiamo che augurargli tutta la nostra più sincera longevità. E poi, l’Avv. Giovanni Scoglio, l’Avv. Giuseppe Scala, lo scalpitante Dr. Nicola Palmiero, l’Ing. Nicola Di Benedetto, e poi la Prof. Maria Antonietta Polito, il Dr. Fernando Zanni, la Dr.ssa Pamela Frasca, infine l’unico Candidato ufficiale, l’Avv. Fabrizio Zarone. Questo fino ad oggi, e per quanto ci è dato sapere. Si sa comprendere la Politica ed i suoi meccanismi è cosa assai ardua. Per Teano però ci sono degli interrogativi che rendono la cosa alquanto più stravagante. Si è sempre detto che abbattere totalmente un manufatto irrimediabilmente malridotto, è immensamente preferibile rispetto al suo “restauro”. Ed il “Manufatto Teano”, è innegabile, allo stato versa sicuramente in una condizione che a dire pietosa, vuol significare essere magnanimi. Per cui, come sono spiegabili questi stati di agitazione, ebollizione, eccitamento, effervescenza, frenesia, smania, inquietudine, irrequietezza di agognata competitività? Come si spiega questo incessante lavorìo intorno ad una Torre di Babele dove “non si comprendono più l’uno la lingua dell’altro”? O che forse, lingue diverse sono la ricetta per realizzare programmi e progettualità che altro non sono che un “copia e incolla” espressi pari pari da ognuno dei volenterosi competitors? Ovvero, quale programma distingue l’uno dall’altro? Quale ricetta o soluzione è più meritevole rispetto alle altre? Con quali mezzi, con quali riferimenti politico/istituzionali vorrebbero attuare quanto da loro prefissato? Qual’è l’autorevolezza politica, di esperienza, che contraddistingue l’uno dall’altro e che dovrebbe permettere loro di riedificare un manufatto irrimediabilmente malridotto? O, forse, sbagliandoci per l’ennesima volta, possiamo ipotizzare di trovarci di fronte ad una Torre di Babele dove si mettono in scena teatri delle vanità, delle ambizioni, di prime donne (senza alcun riferimento sessista, Dr.ssa Lanzano)? L’edonismo politico, in questo caso inteso come quella teoria secondo la quale il fine dell’attività consiste nel raggiungere il massimo profitto (personale) con il minimo sforzo possibile, rischia di essere il colpo di grazia per quel “manufatto così malridotto”. E ci riferiamo alla agonizzante Città di Teano.
Pasquale Di Benedetto