Il caso è stato riportato già ieri su tutti i giornali locali. La signora Rosaria Cecere di anni 81, ieri è stata costretta ha lasciare la sua abitazione per effetto di una sentenza dei giudici del Tribunale di Carinola che hanno attribuito il possesso dell’abitazione alla figlia AM., con lei convivente.
Si sono presentati presso la sua abitazione l’Ufficiale giudiziario, l’avvocato Fabrizio Zarone della controparte ed un rappresentante dello Studio Legale Balbo, che tutela i suoi interessi. Al diniego della signora Rosaria di abbandonare l’appartamento, è stato richiesto l’intervento dei Carabinieri, che hanno svolto una eccellente azione riuscendo a convincere la signora a non compromettere ulteriormente la situazione.
La vicenda è molto complessa e per certi versi anche paradossale. Sembra , leggendo le carte, che per una serie di dichiarazioni presentate presso gli uffici comunali, la signora Rosaria dal 2006 avrebbe notificato il cambio di domicilio da Via Roma (ingresso dell’appartamento da cui è stata sfrattata), a Calata S.Agostino (ingresso del sottotetto dello stesso stabile)e registrata la variazione anche all’ufficio tributi. Fin qui tutto regolare ma la signora Rosaria afferma invece che quelle carte lei non le ha mai firmate e quindi tutto sarebbe stato fatto a sua insaputa. Dunque la signora Rosaria, legittima proprietaria dell’appartamento e del relativo sottotetto, risulterebbe invece domiciliata solo nel sottotetto. Per questo ultimo motivo, secondo la figlia AM, invece, la sua presenza nell’appartamento è illegittima e pertanto andava sfrattata.
Nella macchina, parcheggiata proprio davanti all’Ufficio dei Vigili Urbani in Piazza Municipio, dove la signora Rosaria staziona in compagnia del figlio, ci fa leggere tutto l’incartamento che si è procurata per dimostrare la grave ingiustizia che sta subendo, proprio ad opera della figlia. Tra le carte c’è una lettera indirizzata al Sindaco Raffaele Picierno in data 30 ottobre 2010 in cui denuncia le gravi inadempienze manifestate dagli uffici comunali che hanno preso atto di dichiarazioni false, secondo la signora Rosaria e conclude, appellandosi al buon cuore ed alla sua autorità, con la richiesta di fare piena luce su quanto verificatosi.
A questa lettera la signora non ha mai ricevuto alcuna risposta.
La signora Rosaria si dispera e chiede aiuto, si chiede come sia possibile che una figlia possa fare questo ad una madre, invoca le persone che l’avvicinano di non abbandonarla, lo fa con dignità, come pure il figlio che l’assiste. Sono persone civili, come ha sottolineato il consigliere comunale Carmine Corbisiero, l’unico amministratore che si è avvicinato per interessarsi alle loro ragioni. Qualcuno le aveva prospettato di farsi ospitare in una casa di accoglienza ma, la signora Rosaria ha decisamente e giustamente rifiutato.
Indubbiamente ci si trova in una situazione che lascia insoluti molti interrogativi ai quali forse, la coscienza degli uomini, più di ogni altra cosa, potrebbe e dovrebbe dare risposte.