Si sa che il nostro Giornale, fin dalla sua nascita, non si è mai promosso come Organo di Informazione nel senso classico del termine. Bensì nacque, e lo è tuttora, come mezzo di stimolo, di confronto per tutte quelle che sono le vicende socio-politico-economiche e storiche della Città di Teano. E tanto basta. Una “piazza”, dove tutti possono esprimere il proprio parere, criticare, proporre soluzioni affinché si preservi la memoria storica e si solleciti uno sviluppo degno del contesto tutto. Chi vi scrive, non va in cerca di prebende; chi lo pubblica non si avvale né di sponsor, né del mercato della pubblicità. Né si avvale di prebende elargite magari da qualcuno in vena di promozione dei propri interessi politici o personali. E, per questo, ne siamo ben consapevoli, risultiamo spesso scomodi e non “simpatici”. Come siamo ben consapevoli che, coloro che trovansi in difetto, si diletteranno a loro giustifica, ad appiopparci varie etichette di appartenenza a questa o quella fazione. Giustificazione patetica. Detto questo, parliamo della Sindrome del Nimby, ovvero quella Sindrome del “non nel mio cortile”. Ebbene si, capita anche questo; ovvero, qualche Giornale, interessandosi delle cose di Teano, in assenza di notizie da pubblicare, affrontando la controversa vicenda del Biodigestore, si è lanciato nella teoria della Sindrome del Nimby (Not In My Back Yard, Non nel mio cortile). Si è lanciato in un improbabile esercizio accademico, descrivendo così la Sindrome: ”Una sigla che indica la protesta da parte di membri di una comunità locale contro opere di interesse pubblico sul proprio territorio (ad esempio grandi vie di comunicazione, cave, sviluppi insediativi o industriali, termovalorizzatori, discariche, centrali elettriche e simili), ma che non si opporrebbero alla sua costruzione o spostamento in un altro luogo. Se la sindrome NIMBY colpisse ogni abitante della Terra diventerebbe di fatto impossibile prendere quei provvedimenti indispensabili a ogni comunità che risulterebbero fastidiosi per la relativa zona coinvolta. Si arriverebbe così al paradosso che pur riconoscendo un impianto come essenziale, o comunque valido, non si riuscirebbe ugualmente a erigerlo”.
Bene, prendiamo atto di avere imparato un’altra teoria che stravolge totalmente ogni altra indicazione su quelli che fino ad oggi sono stati i dettami in materia di tutela ambientale, dei contesti naturalistici, storico-architettonici. Con il teorema di questo Giornale locale, abbiamo appreso pure che è totalmente sbagliato quanto si sta programmando a livello globale quando si afferma “non c’è economia senza ecologia. Un legame inscindibile che è il presupposto per ridisegnare lo sviluppo anche alla luce degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. I veri fondamenti di una società sono il capitale sociale, il capitale umano e il capitale naturale”. Tutto sbagliato. Esiste un peccato originale, la Sindrome del Nimby (da non confondersi con l’elettrodomestico Bimby), una Sindrome da curare e contrastare con ogni forza avvalendosi di specialisti per le malattie rare affinché si curino tutti coloro che “sono pronti ad opporsi a qualsiasi progetto per la realizzazione di un impianto rifiuti” e, quindi, affetti dalla Nimby. Anche al fine di non ripetere l’errore fatto in quel di Presenzano allorquando si scacciò l’idea di installarvi i depositi petroliferi della Q8 ubicati nell’immediatezza del porto di Napoli. Anzi, visto che il progetto è ancora in essere, perché oltre al Biodigestore a Teano, quel Giornale non si propone quale animatore per la delocalizzazione dei depositi Q8 magari nella piana di Vairano Patenora? Una sicura dimostrazione pratica di non essere affetti dalla Sindrome del Nimby.
Pasquale Di Benedetto